Ieri, 26 marzo 2011, milioni di persone nel mondo hanno spento le luci tra le 20h30 e le 21h30 per partecipare all’operazione Earth hour, 60 minuti per il pianeta finalizzata a sensibilizzare l’opinione pubblica su un tema delicato come quello del surriscaldamento globale.
Per il terzo anno consecutivo la città di Parigi ha partecipato a quest’iniziativa ideata dal WWF per fare riflettere sui cambiamenti climatici che interessano il nostro pianeta. L’ora della terra rappresenta oggi la più grande manifestazione dedicata alla salvaguardia della Terra.
La ville lumière ha spento i suoi monumenti più famosi per esprimere la sua adesione a un tema così delicato e importante: la cattedrale di Notre Dame, il Panthéon, l’hotel de ville, l’opera Garnier e l’opera Bastille, la maggior parte dei ponti, municipi, piazze e fontane della capitale sono stati oscurati per un’ora.
La manifestazione simbolica è cominciata sabato sera ai piedi della Tour Eiffel in presenza di Isabelle Autisser, presidente della sezione francese del WWF, che ha assistito allo spegnimento del monumento-simbolo di Parigi.
La Tour Eiffel è rimasta spenta solamente 5 minuti per ragioni di scurezza.
Il ministro dell’ecologia Nathalie Kosciusko-Morizet era presente all’operazione Earth hour celebrata ai piedi della Tour Eiffel.
I militanti delle associazioni ecologiche e i simpatizzanti che hanno partecipato alla manifestazione hanno osservato un minuto di silenzio in ricordo delle vittime del terremoto e dello tsunami in Giappone e della grave crisi nucleare che lo stato nipponico conosce attualmente.
In un momento storico in cui l’intera umanità riflette su forme d’energia alternativa e sull’importanza del risparmio energetico, l’operazione Earth hour rappresenta un ottimo mezzo per sensibilizzare la gente.
Spegnere la luce per un’ora rappresenta un simbolo che ricorda come piccoli gesti possono contribuire a risparmiare energia e salvaguardare la Terra.
Per la prima volta in Francia un’esposizione è dedicata al celebre regista Stanley Kubrick, uno dei grandi maestri della storia del cinema.
Un’evento destinato ai tantissimi ammiratori del creatore di capolavori come Arancia meccanica, Shining, Full Metal Jacket, Dottor Stranamore e Eyes wide shut. La mostra, creata dal Deutsches Filmmuseum a Francoforte nel 2004, è stata ospitata dalle più grandi capitali europee (Berlino, Roma, Zurigo) e sarà accessibile a Parigi a partire dal 23 marzo 2011 preso i locali della Cinémathèque française.
Il concetto della mostra é stato elaborato in stretta collaborazione con Christiane Kubrick, moglie del celebre regista, e Jan Harlan.
Alcuni oggetti cult e rari documenti d’archivio saranno esposti per la prima volta: il kit di sopravvivenza del Dottor Stranamore, il costume di scimmia di 2001 Odissea nello spazio, i vestitini delle gemelle di Shining, il casco Born to kill del sergente di Full Metal Jacket e le famose maschere di Eyes wide shut.
I numerosi documenti relativi ai progetti cinematografici (tagli tecnici, schizzi, bozze di produzione, appunti, lettere e documenti di ricerca) permettono di comprendere meglio il suo metodo di lavoro.
Questi documenti sono presentati in esclusiva nell’ambito di quest’esposizione che ripercorre la carriera di un grande demiurgo della settima arte che iniziò il suo percorso artistico come fotografo per la rivista americana Look.
La mostra include, inoltre, varie foto realizzate da Weegee sul set di Dottor Stranamore.
“Chiunque abbia avuto il privilegio di girare un film sa che è
un po’ come scrivere Guerra e Pace mentre si sta seduti in una
macchinina dell’autoscontro. Ma, quando il lavoro è compiuto,
la gioia che se ne ricava è assolutamente ineguagliabile”.
Stanley Kubrick
Expo Stanley Kubrick
Dal 23 marzo al 31 luglio 2011
Cinémathèque française
51 rue de Bercy
75012 Paris
La nostra amica Giusy viene spesso a trovarci a Parigi e ogni suo passaggio nel nostro appartamento parigino è sublimato dagli sfiziosi dolci siciliani di cui ci fa omaggio.
Conoscendo la mia debolezza per i dolci con la ricotta, Giusy sa prendermi sistematicamente per la gola.
Dopo averci deliziato con poetiche guantere di cannoli, la nostra amica palermitana ci ha onorato con un indimenticabile vassoio di sfince di San Giuseppe (per chi non le conoscesse, sono i dolci tipici del palermitano in occasione del Santo del 19 marzo).
Oltre al regalo goloso, Giusy mi ha anche offerto un libro: “Quando l’ho visto ho pensato a te” mi ha detto porgendomi il volumetto.
Si tratta di un libricino intitolato Peppino Impastato: un giullare contro la mafia che racconta la storia di Peppino a fumetti.
Ho divorato il libro nell’arco di un pomeriggio e mi ha positivamente sorpreso per la qualità dei disegni e per l’originalità nel raccontare la storia di questo eroe-martire siciliano.
Il libro, pubblicato dalla casa editrice Becco Giallo, è scritto a quattro mani dagli autori siciliani Marco Rizzo e Lelio Bonaccorso che riescono a riassumere con vivide immagini la breve esistenza di Peppino Impastato.
Seguendo la scia del film I cento passi di Marco Tullio Giordana che ha egregiamente proposto sul grande schermo la storia di Peppino sensibilizzando l’opinione pubblica nazionale, Peppino Impastato: un giullare contro la mafia riesce a trasmettere attraverso l’arte del fumetto il significato più profondo dell’impegno e del sacrificio di Peppino.
128 pagine arricchite da intensi disegni capaci di suscitare forti emozioni nel lettore: le scene che rappresentano l’assassinio sono particolarmente forti.
La violenza delle immagini è un effetto voluto, come spiega Marco Rizzo, per far riflettere il lettore sulla violenza e sulla brutalità del potere mafioso che ha spezzato gli ideali e la vitalità di un uomo libero.
L’opera è impreziosita da due interviste, una al fratello Giovanni Impastato e una all’amico Salvo Vitale, che sottolineano l’importanza di tenere vivo il ricordo della storia di Peppino che ancora oggi si rivela un personaggio scomodo.
“Alla mafia, Peppino si è ribellato con le armi che i boss odiano di più: l’ironia e lo sfottò”. (dalla prefazione di Lirio Abbate, autore de I complici con Peter Gomez)
“Peppino è un personaggio ancora scomodo: si prova disperatamente a istituzionalizzarlo, ma ci si accorge che la sua figura e la sua carica eversiva rischiano di spalancare orizzonti pericolosi per l’ipocrisia del perbenismo borghese e il conformismo generalizzato”. (Salvo Vitale, braccio destro di Peppino)
Non si tratta di una bestemmia legata all’avvento dell’epoca multimediale ma del titolo della nuova mostra di Amatome alias Frank Fesquet. God is a computer esporrà dal 18 aprile al 7 maggio gli umanoidi di Franck Fesquet.
Questo talentuoso artista-scultore modella il metallo e combina tra loro oggetti per trasformarli in umanoidi articolati e interattivi: materiali di scarto prendono una nuova forma per dare vita all’immaginazione dell’artista.
I robot di Amatome non sono creature ribelli, come quelle di Metropolis, ma piuttosto compagni e protettori dell’uomo.
Dal 18 aprile al 7 maggio 2011
Cadre Olivier
6 rue de la Cerisaie
75004 Paris
Dal 28 aprile al 12 maggio 2011, la Gallery propone una nuova mostra dedicate alle pin-up.
Più di sessanta artisti provenienti da tutto il mondo saranno presenti per rappresentare a loro modo la sensualità femminile con un’ispirazione vintage (anni 20-60) e un’ampia parentesi dedicata al mondo del Burlesque.
L’esposizione, già presentata al Grand Burlesque Show di Montreal , celebrerà la figura femminile rappresentata sottoforma di sinuose e maliziose ragazze con tanto di giarrettiera.
L’ambasciatrice della mostra, Maly Siri, disegnatrice di pin-up, accoglierà disegnatori e artisti del calibro di Juanjo Guarnido, Olivier Vatine, Dean Yeagle, Philippe Berthet, Carlos Nine, Jean Mulatier e Arthur de Pins.
Dal 28 aprile al 12 maggio 2011 La Gallery Paris
14 rue Charles V
75004 Paris
Metro: Saint-Paul
Nel famoso film L’attimo fuggente gli studenti del professor Keating (interpretato egregiamente da Robin Williams) si riuniscono nella società dei poeti estinti per cimentarsi in componimenti in rime.
Nel cuore del VII arrondissement, potrete ripercorrere le orme dei protagonisti del famoso film di Peter Weir, declamando i versi dei più famosi poeti francesi o improvvisando rime da voi immaginate.
Non si tratta di una società segreta ma di un accogliente bar/ristorante frequentato da clienti appassionati di poesia: attori, scrittori, cantanti e poeti si esibiscono a partire dalle 22h per recitare poesie.
Il club dei poeti offre a tutti la possibilità di esibirsi recitando una poesia, a patto di conoscerla a memoria.
Il locale trasuda poesia: raccolte poetiche e opere dei più famosi poeti francesi sono sparse un pò dappertutto.
Dopo aver cenato in questo ristorante familiare, lasciatevi cullare dalle rime di Beaudelaire, Villon, Rimbaud, Apollinaire, Aragon e naturalmente anche del signor Rosnay fondatore del ristorante e del club dei poeti.
Fondato nel 1961 da Jean Pierre Rosnay e dalla sua musa e sposa Tsou, il club dei poeti è un luogo di scambio e di spettacolo nato per rendere la poesia “contagiosa e inevitabile” e affinchè essa sia “l’anti-inquinante dello spazio mentale, il contrappeso di un’esistenza che tende a fare di noi dei robots”.
Grandi poeti di tutto il mondo hanno visitato il locale della famiglia Rosnay: Pablo Neruda, Octavio Paz, Ma Desheng, Ana Blandiana, Vinicius de Moraes e tanti altri.
Le Club des Poètes
30 rue de Bourgogne,
75007 Paris
Metro: Varenne
Serata poetica a partire dalle 22h (tutti i martedì, venerdì e sabato).
Gli Offspring saranno in concerto allo Zenith di Parigi il 31 agosto 2011.
E’ Dexter Holland, cantante e chitarrista, che ha creato il gruppo The Offspring nel 1984.
Insieme al bassista Greg K, il secondo chitarrista Noodle Wasserman e il batterista Ron Welty, The Offspring diventerà rapidamente uno dei gruppi più conosciuti degli Stati Uniti.
La carriera degli Offspring comincia nel 1989 con la pubblicazione del primo album eponimo che ha venduto più di diecimila copie.
Il vero successo arriva tre anni più tardi con l’album Ignition con canzoni come Dirty Magic e Session.
Il terzo album Smash, uscito nel 1994, rende celebri mondialmente i quattro ragazzi californiani: più di quattordici milioni di copie vengono vendute grazie a canzoni come Come out and Play.
Gli Offspring si riaffacciano sulla scena musicale nel 1997 partecipando alla colonna sonora del film Batman Forever e pubblicando Ixnay on the Hombre.
L’album Americana, del 1998, conferma il successo del gruppo vendendo oltre dieci milioni di copie e offrendo al gruppo un successo planetario attraverso pezzi come Pretty Fly ( For A White Guy ), una delle canzoni più scaricate da internet.
Seguono gli album Conspiracy of One (2000), Splinter (2003) e Rise and Fall, Rage and Grace (2008).
Oggi il gruppo è ancora molto popolare in particolar modo presso il pubblico francese.
31 agosto 2011 Zenith
211 Avenue Jean Jaures
75019 Paris
Georges Brassens fa parte della memoria collettiva francese e occupa un posto speciale nel panorama musicale: canzoni come Le Gorille, Les Amoureux des bancs publics e Auprès de mon arbre sono diventate inni nazionali per i francesi.
Dopo Serge Gainsbourg, la Cité de la musique rende omaggio a Georges Brassens, grande voce della canzone francese che avrebbe compiuto da poco 90 anni.
Fino al 21 agosto 2011, la Cité de la musique presenta Brassens ou la liberté una mostra immaginata dal disegnatore Joann Starr e la giornalista Clémentine Deroudille che delineano un percorso onirico per ripercorrere la biografia di Tonton Georges.
La mostra permette al visitatore di scoprire l’universo brassensiano attraverso documenti rari, foto e testi inediti messi in musica da Bertrand Belin e Francois Morel.
Un’esposizione che enfatizza lo spirito libertario di questo cantautore innamorato della libertà e dell’anarchia.
L’immagine delineata dalla mostra è quella di un uomo colto, amante della letteratura e della poesia francese, innamorato dello swing e delle canzoni di Charles Trenet, oppositore della guerra e del conformismo.
La scenografia di questa prima retrospettiva dedicata al cantautore di Sète è stata affidata a decoratori cinematografici: Christian Marti, Antoine Fontaine e Gladys Garot hanno immaginato uno scrigno, fatto di materiali grezzi, nel quale il visitatore scopre Brassens attraverso le fotografie di Robert Doisneau, Jean-Pierre Leloir e PierreCordier.
L’esposizione Brassens ou la liberté è dedicata agli adulti quanto ai bambini che possono fare ciò che di solito è vietato nelle mostre classiche ovvero interagire con i pezzi esposti: toccare le chitarre, rubare i gioielli, tirare la coda del gatto e tanto altro ancora.
Brassens ou la liberté
Dal 15 marzo al 21 agosto 2011 Cité de la musique
211, avenue Jean Jaurès
75019 Paris
Gli Africa Unite si esibiranno al Glaz’art il 12 aprile 2011.
Africa Unite è un gruppo reggae di Torino.
I suoi leader, artistici e spirituali, Bunna e Madaski fondano la band nel 1981, anno della prematura scomparsa di Bob Marley.
Il nome del gruppo rende omaggio alla leggenda del reggae.
Durante 25 anni di carriera, gli Africa Unite hanno composto e prodotto musica di grande qualità, ispirati dal meglio delle sonorità reggae.
Si sono esibiti in concerto centinaia di volte, prendendo parte a numerosi festival internazionali, e realizzando quattordici album in studio.
Il loro primo EP, Mjekkari, esce nel 1987. Autoprodotto, questo primo lavoro in studio colpisce per l’energia, una good vibration che si coniuga ad un uso originale della lingua italiana.
Seguiranno Llaka, nel 1988, e, nel 1991, People Pie. Questi due album testimoniano l’avvenuta maturazione artistica del gruppo.
Gli Africa Unite continuano a esibirsi, con successo, in Italia e in Europa, fino in Giamaica, al De Buss di Negril.
Nel 1993 esce Babilonia e Poesia, un album ricco di suggestioni, dove i testi sposano poeticamente sonorità potenti.
Realizzato tra Italia, Francia e Belgio, l’album riceve un ottima critica e un’accoglienza più che entusiasta da parte del pubblico.
Gli Africa Unite partono per un nuovo tour, in Italia e in Europa, che alla fine conterà più di cento date.
Il gruppo si esibisce anche in Irak, prendendo parte al Babylon International Festival durante l’embargo deciso dal consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite in piena Guerra del Golfo.
Nel 1994, Mjekari e Llaka sono nuovamente incisi, stavolta su CD.
Il tour che segue consacra gli Africa Unite come una delle migliori realtà del panorama europeo del reggae.
Il gruppo si esibisce all’International Festival di Gerusalemme.
Nel 1995 esce Un sole che brucia. L’album ottiene un concreto successo di vendite, conquistando le radio, dopo aver ricevuto delle ottime critiche e un’eccellente accoglienza dalla parte del pubblico.
Questo lavoro, magistralmente prodotto da Madaski, contiene quindici tracce, d’influenza reggae, Roots e Dub.
Il nuovo tour conterà più di settanta date: ogni volta, gli Africa Unite saranno accolti con entusiasmo da migliaia di persone.
Gli Africa Unite firmano un contratto con la Polygram/Mercury, divenuta, due anni dopo, Universal/Mercury, in seguito alla fusione delle due industrie della musica. Con la prima Mercury, gli Africa Unite realizzano In diretta dal sole, un album live che conta quindici tracce, una per ogni anno di carriera.
Nel 1997 esce un nuovo album, Il gioco, dalle sonorità più dub, pubblicato anche in una special edition mixata da Mad Professor.
Nel 2000 esce Vibra, album che segna un ritorno alle radici del Roots. Una delle sue canzoni, Sotto pressione, si scaglia poeticamente contro la pena capitale, e nel corso del tour gli Africa Unite promuovono una raccolta di firme destinate a supportare la battaglia mondiale per l’abolizione della pena di morte.
Il tour conterà, alla fine, più di cento date e la partecipazione calorosa di migliaia di persone.
Il 10 Maggio 2001, gli Africa Unite celebrano i loro venti anni di carriera con un tributo speciale a Bob Marley.
La performance é composta di due parti: il gruppo interpreta con profonda emozione le canzoni del Maestro, prima di eseguire i propri successi. Nel marzo del 2003 esce Mentre fuori piove, loro decimo album che segna il ritorno alla scena indie. E’ un album intenso, profondamente poetico, un inno reggae allo stile Africa Unite che affascina i media e i fan, e segna un nuovo successo per la band, cui seguirà un nuovo tour, di settantaquattro date.
Nel giugno del 2004 esce Un’altra ora, secondo album live degli Africa Unite. Questo nuovo lavoro include il Dvd gratuito di un concerto di tre ore.
Nel 2005, un nuovo progetto live vede gli Africa Unite dividere la scena con un’orchestra d’archi di 25 elementi: il gruppo ripercorre il proprio repertorio, con un accompagnamento puramente strumentale destinato a valorizzare la voce e i testi.
Segue l’album Controlli, che esprime un suono rinnovato, nel quale Dub e reggae si fondo alla perfezione. All’album partecipano come specials guests artisti del calibro di Natasja e Raiz. Controlli esce nell’aprile del 2006, seguito da un lungo tour. 4 Riddims 4 Unity viene realizzato l’anno seguente.
Questo album si ispira al tradizionale concetto giamaicano della reinterpretazione di una canzone partendo dal riddim.
Una lunga serie di artisti sposa il progetto: Kymani Marley, Alborosie, Princess Julianna, Sergent Garcia, e altri ancora.
Di più recente pubblicazione, Biografica Unite, é una monografia esaustiva composta di due cd e un dvd che contengono le loro canzoni più conosciute, ma anche delle rarità e una serie di video, nel backstage e sulla scena.
Nel giugno del 2009, gli Africa Unite si sono esibiti in Italia, Spagna e a Los Angeles.
L’ultimo album degli Africa Unite, Rootz, esce nel marzo 2010.
Dodici nuove canzoni che affondano le loro radici nelle calde, invitanti atmosfere del Reggae Roots delle origini, supportato da alcune collaborazioni eccellenti. Le liriche sono dedicate agli emarginati di questo mondo.
Il nuovo tour conterà 60 concerti in Italia, l’esibizione al Sunsplash Reggae Festival di Benicassim, in Spagna e quella al Chiemsee Festival di Ubersee, in Germania.
Glaz’art 7-15, avenue de la Porte-de-la-Villette
75019 Paris
Se il golf è la vostra passione, sappiate che potete praticare questo sport anche nel cuore di Parigi, nella terrazza del prestigioso hotel e ristorante Fouquet situato sugli Champs Elysées.
Ideale per una pausa distensiva dopo il lavoro o per una serata tra amici, il simulatore Golf-mevi invita a scoprire i 150 percorsi più prestigiosi del mondo dal Saint Andrews al Pebble beach.
Questa simulazione sportiva può essere praticata da tutti, dilettanti e professionisti, e include numerose opzioni ed esercizi per migliorare la propria tecnica.
Un’enorme piattaforma di gioco, ideata dalla società Golfzon, è stata perfezionata anno dopo anno raggiungendo alti livelli di realismo.
I punti di forza di Golf-me sono: un’alta tecnologia capace di produrre immagini 3D molto simili alla realtà, un’analisi esatta della traiettoria e della rotazione della palla, una riproduzione fedele delle discese del terreno, delle condizioni meteo e degli effetti del vento.
Se avete intenzione di ripercorrere le tappe della carriera di Tiger Woods (intendo quelle sportive…) o del mitico Lotti, il tetto del Fouquet vi aspetta!
Fouquet’s Barrière (Hôtel Palace)
46, Avenue Georges V
75008 Paris
Orari: 10h00 – 00h00 – 7giorni su 7 su prenotazione
Materiale fornito
Capacità: Fino a 50 persone
Tariffe: Allenamento 40€, percorso 80€