Paris-Manga è un evento al quale un appassionato di manga non può mancare.
La sedicesima edizione dell’attesissimo appuntamento annuale si terrà l’8 e il 9 febbraio 2014 a Porte de Versailles e richiamerà come sempre un coloratissimo pubblico proveniente da ogni parte d’Europa.
E’ una manifestazione, interamente dedicata all’universo dei fumetti e dei cartoni animati giapponesi, capace di attirare ogni anno un’affluenza di partecipanti (in prevalenza adolescenti) enorme.
L’evento propone un’offerta diversificata e variegata di attività: videogiochi, corsi di arti marziali, origami, mahjong, karaoke, concorsi e tanto altro.
L’evento più atteso è senza dubbio il concorso di Cosplay.
Il termine proviene dalla contrazione delle parole inglesi costume (travestimento) e play (interpretare/recitare) che si riferiscono alla pratica, portata alla ribalta dagli adolescenti giapponesi, di divertirsi indossando i panni del proprio personaggio preferito.
Si tratta prevalentemente di personaggi individuabili nel mondo dei manga e degli anime giapponesi e talvolta anche del mondo dei videogiochi e delle band musicali.
Il concorso consiste nell’esibirsi sul palco, indossando i costumi dei personaggi dei manga, per realizzare coreografie e animazioni che vengono giudicate dal pubblico presente.
Simpatico e particolare è anche il concorso di karaoke, incentrato naturalmente sulle canzoni dei cartoni animati giapponesi.
Paris-manga è l’occasione unica di conoscere un universo lontano anni luce dal nostro mondo occidentale ma al tempo stesso vicinissimo perché tutti, in fondo, siamo cresciuti divorando ore e ore di cartoni animati giapponesi.
Per gli amanti di gadgets e peluche, libri, DVD, posters e giocattoli d’ogni tipo, il salone Paris-manga è un vero e proprio paese dei balocchi.
Paris-Manga 2014 8 e 9 febbraio
Hall 2.1, Paris Porte de versailles
1 place de la Porte de Versailles
75015 Paris
Metro: Porte de Versaille (linea 12) www.parismanga.fr
Da venerdì 31 a domenica 2 febbraio 2014, l’iniziativa Paris Face Cachée vi permette di scoprire la faccia nascosta della capitale francese e di penetrare dietro le quinte della ville lumière . Paris Face Cachée propone tutta una serie di visite insolite destinate a tutti i curiosi che desiderano scoprire luoghi insoliti mimetizzati nel tessuto urbano parigino.
Prenotando in tempo la visita che maggiormente vi interessa, nell’arco di 3 giorni avrete la possibilità di esplorare i meandri nascosti e inaspettati di Parigi: degustazioni, proiezioni, visite guidate e tante altre iniziative interessanti.
Molte visite sono gratuite, alcune richiedono una partecipazione che può andare dai 2 ai 20€.
Esperienze uniche, inedite e originali che vi faranno assaporare lo spirito e l’essenza della capitale francese e vi faranno respirare la sua magia.
Troverete il programma sul sito ufficiale dell’evento.
La mostra temporanea Tour Paris 13 è stato uno degli eventi parigini che ha riscosso il maggior successo nel 2013.
Più di 25.000 persone hanno affrontato file interminabili per accedere a questo tempio effimero dedicato alla street art, situato nel XIII arrondissement, di fronte alla Senna e al ministero delle Finanze.
L’esposizione, organizzata dalla galleria Itinerrance all’interno di un palazzo destinato alla demolizione, ha visto la partecipazione di 80 artisti provenienti da tutto il mondo che hanno esposto le loro creazioni in uno spazio di 4500 m² distribuito su 10 piani e 36 appartamenti.
L’elemento che ha reso questa mostra unica e che ha determinato un incredibile afflusso di visitatori è stato il carattere effimero della mostra.
La consapevolezza dell’imminente distruzione del palazzo e dei suoi graffiti ha motivato migliaia di parigini desiderosi di partecipare a un evento insolito e originale.
La Tour Paris 13, vittima del suo successo, è stata presa d’assalto da tantissimi curiosi e appassionati d’arte che ogni mattina, schierati in simmetrica fila indiana, hanno pazientato per ore interminabili davanti all’edificio rosso fuoco della rue Fulton.
Nel rispetto delle misure di sicurezza vigenti, l’accesso al palazzo era limitato a 49 persone contemporaneamente.
Questa restrizione unita alla grande affluenza di pubblico e alla gratuità dell’evento ha determinato file mostruose: i visitatori hanno dovuto attendere mediamente dalle 5 alle 7 ore di fila!
Ho visitato la Tour Paris 13 il 31 ottobre scorso, ovvero l’ultimo giorno disponibile per vedere la mostra.
Se interessati, potete vedere le foto che ho scattato e i video che ho girato visitando rispettivamente la pagina Facebook e il canale Youtube del blog.
Mi sono presentato sotto il palazzo decorato da un enorme graffito tribale su sfondo rosso, intorno le 9h30 del mattino.
Ho messo piede all’interno della Tour Paris 13 alle 16h30.
Sette estenuanti ore di attesa hanno messo a dura prova la mia pazienza e svariate volte ho avuto la tentazione di abbandonare la fila e rientrare a casa.
La voglia di prendere parte a un evento effimero e di poter dire “io c’ero” è stata più forte.
La fila infinita ha rappresentato un’esperienza psicologica e umana che ha testato la pazienza di migliaia di parigini, allineati disciplinatamente, per aspettare il fatidico momento dell’accesso al palazzo.
La mostra, coloratissima e fantasiosa, era semplicemente stupenda.
Artisti come C215, Katre, El Seed, Rapto, Pantonio, Lek & Sowat, Guy Denning, HOPNN, Marko 93, Stew e tanti altri sono stati capaci di convertire un palazzo semi-abbandonato in un gigantesco museo effimero che ha accolto la più grande esposizione di street art del mondo.
Gli artisti hanno dato sfogo a tutta la loro creatività e ogni appartamento della Tour 13 si è trasformato in un pianeta del loro universo onirico e allucinato: un vero e proprio festival dell’arte urbana impreziosito da tecniche artistiche finemente utilizzate (collage 3D, spray, pixacao, light painting), stanze segrete, passaggi inattesi e una riproduzione in stile puntinista dell’affresco della cappella Sistina.
Nonostante varie petizioni e richieste al municipio, la mostra sarà distrutta tra poco tempo insieme al palazzo che l’ha ospitata.
Le creazioni artistiche della Tour Paris 13 sono ancora visibili sul sito dedicato all’esposizione che dal 1 novembre (data di chiusura della mostra) è simbolicamente disponibile nella versione in bianco e nero.
Se non è stato possibile salvare l’esposizione reale dalla sua fine imminente è, invece, realizzabile il progetto di conservare l’esposizione vitrtuale.
Per salvare virtualemente i graffiti della Tour Paris 13, i visitatori del sito dovranno cliccare, prima dell’11 novembre, uno dei 500.000 pixel della mostra online.
Il pixel cliccato si colorerà come per magia e quando la percentuale di salvataggio avrà raggiunto il 100%, l’opera avrà la certezza di continuare a esistere almeno sul web.
Il primo matrimonio gay in Francia si celebrerà domani, 29 maggio 2013, a Montpellier.
Insieme da sette anni, Vincent e Bruno hanno già preparato tutti i dettagli della festa, dal fioraio al fotografo, e si preparano a convolare a nozze sotto gli occhi di centinaia di giornalisti e curiosi.
Le manifestazioni, gli scontri, le polemiche, la tempesta mediatica, le proteste eclatanti e i gesti di dissenso di larga parte della popolazione francese non sono serviti a far ritornare il governo sui suoi passi.
La legge Toubira, che ha approvato i matrimoni e le adozioni per le coppie gay, è stata promulgata il 17 maggio provocando violente reazioni tra chi si oppone a questa riforma fortemente voluta dal governo Hollande.
Dominique Venner, uno scrittore di estrema destra, si è addirittura suicidato davanti l’altare della cattedrale di Notre Dame in segno di protesta verso i matrimoni omosessuali.
L’ultima manifestazione anti-matrimonio gay, tenutasi lo scorso 26 maggio, è degenerata nella violenza tra manifestanti e forze dell’ordine confermando il forte nervosismo delle forze conservatrici.
Questo clima di tensione farà da contesto alla prima celebrazione di un matrimonio gay che avrà luogo domani: Vincent Autin e Bruno Boileau diranno di “si” davanti al sindaco Hélène Mandroux.
Un evento internazionale, ripreso da più di 70 televisioni mondiali (da Al Jazeera alla CNN), che segnerà una svolta nella storia della nazione.
La Francia diventa il quattordicesimo Paese del mondo a riconoscere alle coppie gay il diritto di unirsi in matrimonio.
Non trascorrevo un 9 maggio a Cinisi da parecchi anni.
La vita di chi vive all’estero, per scelta o costrizione, comporta innumerevoli rinunce tra cui l’impossibilità di partecipare a eventi importanti della propria comunità.
La lontananza fisica, purtroppo, costringe chi vive fuori a non potere essere presente ai momenti essenziali della città/paese di appartenenza e a subire inevitabilmente uno straziante processo di alienazione dalle radici di provenienza.
In realtà basta poco per riassaporare il gusto inconfondibile dell’aria di casa e ritornare a essere la persona che si era prima di fare fagotto e partire.
E’ quello che mi è successo una decina di giorni fa.
Per chi è nato e ha vissuto a Cinisi, il 9 maggio non è una data qualunque ma rappresenta il giorno in cui la violenza della mafia ha strappato la vita a Peppino Impastato, un giovane siciliano che, lottando anche contro la sua famiglia, ha dedicato la sua breve esistenza alla denuncia di ogni forma di sopruso e ingiustizia a opera del potere mafioso.
La “casuale” coincidenza del ritrovamento del cadavere di Aldo Moro in via Caetani il 9 maggio del 1978 ha contribuito a occultare fin da subito la storia del provincialotto siciliano che, giocando con la dinamite per preparare un attentato, era saltato in aria sui binari della ferrovia.
La tesi dell’inverosimile preparativo d’attentato finito male o addirittura del suicidio furono le versioni ufficiali portate avanti dalla stampa e dalle autorità.
I loschi depistaggi per allontanare l’inchiesta giudiziaria dalla verità sulla morte di Giuseppe Impastato cominciarono già all’indomani della sua morte quando il maggiore Subranni (attualmente indagato nell’ambito della trattativa stato-mafia), comandante del reparto operativo del gruppo carabinieri di Palermo, utilizzò queste parole nel suo rapporto relativo alla morte del giovane militante di Democrazia Proletaria:“L’Impastato, dopo avere riflettuto ancora una volta su quello che egli stesso aveva definito un fallimento, progetta ed attua l’attentato dinamitardo alla linea ferrata in maniera da legare il ricordo della sua morte ad un fatto eclatante”.
E’ stata solamente la tenacia delle ricerche dei compagni di Peppino che ha permesso di far riaffiorare quella verità che in molti avevano tentato di insabbiare: il ritrovamento di alcune tracce di sangue in un casolare poco distante dal luogo dell’esplosione tolse ogni dubbio sull’accaduto.
Peppino era stato barbaramente aggredito prima di essere posto sui binari della ferrovia con cinque chili di esplosivo.
Un assassinio brutale, selvaggio e violento.
Questo è stato il prezzo che la mafia ha fatto pagare a Peppino Impastato per la pungente ironia con cui aveva denunciato attraverso provocatorie emissioni radiofoniche su Radio Aut, gli abusi, gli sfregi sul territorio, i traffici illeciti e l’arroganza del boss locale Gaetano Badalamenti rinominato Tano Seduto.
Nonostante i depistaggi la verità alla fine è venuta a galla e nel 2002 (24 anni dopo l’assassinio!) e la corte di giustizia italiana ha condannato Gaetano Badalamenti all’ergastolo per l’omicidio.
Peppino Impastato davanti la sede di Radio Aut
Ricordo ancora il primo 9 maggio al quale ho partecipato da ragazzo.
Frequentavo le scuole medie di Cinisi e alcuni insegnanti particolarmente illuminati mi presentarono per la prima volta la storia di Peppino, insistendo sul significato profondo della sua vita.
Mi sono legato immediatamente a quel giovane che portava il mio stesso cognome e che appariva ai miei occhi come un personaggio rivoluzionario.
Un ragazzo di Cinisi, come me, che aveva trovato la forza e il coraggio per lottare contro il potere mafioso che, come se non bastasse, risiedeva nella sua stessa casa.
Ripenso vividamente al momento in cui per la prima volta ho appreso la sua storia e percepisco ancora le vibrazioni della mia anima per l’ammirazione verso il sacrificio di quel ragazzo di appena 30 anni.
Ricordo anche una sensazione di disilluso stupore quando, partecipando per la prima volta alle manifestazioni organizzate in onore di Peppino, mi resi conto che i dibattiti e le conferenze erano semi-deserte e i partecipanti ai cortei erano pochissimi.
Per molti anni, in occasione di quella data, lo stesso gruppo di persone, formato principalmente dai compagni di Peppino e da pochi altri cinisensi, ha ricordato e reso onore al proprio compaesano assassinato dalla mafia.
Poi nel 2000 tutto è cambiato.
L’uscita dei Cento Passi, il bellissimo film di Marco Tullio Giordana, ha permesso di sdoganare a livello nazionale la figura di Peppino Impastato e ha contribuito a sensibilizzare una fetta considerevole di persone che, fino a quel momento, non avevano mai sentito il suo nome.
Da quel momento la commemorazione del 9 maggio ha registrato una partecipazione massiccia di gente proveniente da tutt’Italia per ricordare il giovane di Cinisi che ha sacrificato la sua vita per lottare la mafia siciliana.
Il corteo per Peppino Impastato
Quest’anno l’evento è stato particolarmente ricco e interessante: conferenze e dibattiti partecipatissimi, mostre di pittura, concerti, un colorato corteo da radio Aut fino alla casa di Peppino (oggi diventata un museo dedicato alla sua vita) e alla casa del boss Badalamenti (bene confiscato alla mafia e gestito dall’associazione Peppino Impastato), la presenza di numerosi sindaci di vari comuni italiani.
Tra i tanti eventi che hanno corredato la trentacinquesima commemorazione della scomparsa di Peppino Impastato, mi piace ricordare l’omaggio al poeta Gaspare Cucinella che ha ricevuto una targa alla carriera e ha recitato alcune delle sue poesie.
Gaspare Cucinella ha tra l’altro scritto una bellissima poesia dedicata a Peppino intitolata Na stidda chiamata Peppino.
Partecipare dopo tanto tempo al 9 maggio di Cinisi è stato molto toccante perchè mi ha ricordato l’importanza della memoria storica e della partecipazione di un’intera comunità agli eventi fondamentali della sua cultura.
Ho lasciato il corteo con l’animo gonfio di speranze nel prossimo e nella Sicilia, convinto che un mondo diverso sia possibile.
Tuttavia mi è bastato percorrere pochi chilometri per mettere da parte le utopie esistenziali e rendermi conto che la Sicilia è ancora impelagata nelle sue contraddizioni e nel gattopardesco “tutto cambia per non cambiare nulla”.
Mi è bastato spostarmi di qualche chilometro con la mia Punto bianca, passando da Cinisi a Terrasini, per rendermi conto che le lotte di Peppino sono più che mai attuali e il sacrificio della sua vita deve ricordarci che non bisogna mai arrendersi davanti alle ingiustizie.
Arrivato al lungomare di Terrasini, la mia attenzione è stata catturata da un gruppo di persone che contemplava e commentava animosamente un cantiere in costruzione sulla costa.
Incuriosito da quella strana presenza edile su un tratto di costa incontaminato e, tra l’altro, pericoloso per via della franosità della roccia (recentemente due giovani hanno perso la vita precipitando dalla scogliera), ho deciso di scendere dall’auto per prendere informazioni.
I presenti mi hanno spiegato che quello che si dispiegava davanti ai miei occhi era il cantiere che porterà alla realizzazione dell’ I-club, uno spazio “sapientemente adagiato nella costa di Terrasini” che ospiterà un ristorante, un Solarium “in cui gli ospiti saranno coccolati, serviti e viziati” e una discoteca notturna “che grazie a rinomati dj creerà qualcosa di innovativo”.
Le parole virgolettate, come avrete ben capito, sono tratte direttamente dal sito dell’I-club che descrive la propria creazione come una perla di rara bellezza capace di integrarsi perfettamente nel paesaggio costiero in cui si collocherà e di incrementare il turismo locale richiamando visitatori da tutto il mondo.
Il cantiere dell’I-club a Calarossa
Il progetto, sulla carta, è stupendo: una piattaforma a due passi dal mare dove divertirsi e fare festa fino a notte fonda, un punto di osservazione unico per ammirare tramonti mozzafiato e un motore economico per incrementare il turismo siciliano.
Perché lamentarsi allora? Perché voler andare sempre contro ogni iniziativa? Perchè voler fare i bastian-contrari opponendosi a ogni novità e a ogni forma di cambiamento?
Perché la realtà è ben diversa dai testi poetici del sito web che decantano una struttura paradisiaca dove sognare e abbronzarsi allegramente.
La struttura in questione è un pugno nell’occhio e un pugno nella pancia della dignità siciliana.
Il Solarium installato sulla magnifica costa di Calarossa è una contraddizione inaccettabile per le seguenti ragioni:
– A livello paesaggistico è un pugno nell’occhio che rovina uno scenario da cartolina incantevole.
La sua presenza aggredisce brutalmente un tratto di costa incontaminato.
Non c’erano altri posti per realizzare questo progetto?
– Ruberà i tramonti agli abitanti di Terrasini.
Se i clienti della struttura potranno usufruire di splendidi tramonti, le tante coppie che si fermano sulla cosiddetta piazzetta degli innamorati per godersi il romantico tuffo del disco solare in mare, dovranno includere nella loro visione idilliaca anche un rettangolone bianco chiamato I-club.
Un tramonto macchiato di bianco vi sembra romantico?
– E’ pericoloso.
Non riesco a credere che il comune abbia autorizzato la costruzione di un locale a strapiombo della costa, in cima a un promontorio che si getta sul mare!!!
Ma siamo sicuri che i controlli geologici siano stati effettuati correttamente?
– Distrugge la bellezza.
E’ un vero e proprio assassinio della bellezza della zona dell’isolotto che verrà deturpata e privata del suo fascino.
– Il gioco non vale la candela.
Capisco che in nome del Dio denaro si è spesso pronti a sacrificare i valori più elevati, che come diceva Coleman Business is Business, che in Sicilia il lavoro bisogna crearselo ma francamente reputo che il gioco non valga la candela.
Voglio dire che la struttura, una volta ultimata, darà occupazione a un numero molto limitato di personale e, in ogni caso, non tale da giustificare un simile scempio paesaggistico.
Il cantiere di costruzione dell’I-club
Nel corso della sua breve vita Peppino condusse svariate lotte a difesa del territorio e contro le speculazioni edilizie, partecipò alla difesa dei terreni della zona del Mulinazzo che furono espropriati per quattro soldi ai contadini per realizzare la terza pista dell’aeroporto.
Quella del Mulinazzo era una delle zone più rigogliose e floride della costa occidentale e fu sacrificata per favorire l’aeroporto.
La storia si ripete a distanza di tempo e, ancora una volta, il territorio viene mortificato in nome del Dio denaro.
Quel tratto di costa terrasinese, già abbondantemente privatizzato, aveva in passato destato l’attenzione dell’opinione pubblica per il progetto di costruzione di un depuratore.
In quel caso il progetto é fallito grazie soprattutto all’intervento di associazioni ambientaliste e movimenti cittadini.
Chi vincerà questa volta?
Per ricollegare la prima parte del post dedicata a Peppino con la seconda incentrata sullo scempio paesaggistico in atto a Calarossa, ritengo opportuno includere uno spezzone del film i Cento Passi in cui Peppino espone il suo concetto di bellezza:
“Uno sale qua sopra e potrebbe anche pensare che la natura vince sempre, che è ancora più forte dell’uomo…e invece non è così. In fondo tutte le cose, anche le peggiori, una volta fatte poi si trovano una logica, una giustificazione per il solo fatto di esistere.
Dopo un pò tutto fa parte del paesaggio…c’è, esiste…nessuno si ricorda più di com’era prima. Non ci vuole niente a distruggere la bellezza.
E allora…allora invece della lotta politica, la coscienza di classe, tutte le manifestazioni e ‘sctè fessarie, bisognerebbe ricordare alla gente che cos’è la bellezza, aiutarla a riconoscerla, a difenderla.
La bellezza…è importante la bellezza…da quella scende giù tutto il resto”
Il Palais de Tokyo rende omaggio al celebre profumo di Chanel attraverso una mostra che resterà aperta fino al 5 giugno.
Opere d’arte, fotografie, films, manifesti e oggetti di vario tipo ripercorrono le tappe del successo di questa celebre fragranza nata dall’ispirazione di Gabrielle Chanel, più conosciuta come Coco Chanel.
Spirito libero e vagabondo, Mademoiselle Chanel voleva creare un profumo che rispecchiasse la sua personalità e il fermento intellettuale dell’epoca.
Ispirata dagli ambienti avanguardisti e dall’avvento di movimenti artistici come il dadaismo, il cubismo e il surrealismo, Coco Chanel seppe tradurre in sensazioni olfattive l’effervescenza di tutta un’epoca.
La mostra è organizzata da Jean-Louis Froment che ha gestito le tappe principali del progetto Culture Chanel ovvero Mosca (Museo delle Belle Arti Pouchkine), Shangai (Museo d’Arte Contemporanea), Pechino (Museo Nazionale d’Arte) e Canton (Opera House).
Costruita a partire da un sottile gioco di corrispondenze, l’esposizione decifra i segreti del profumo numero 5 svelando i legami che lo uniscono alla sua epoca, alle correnti avanguardiste e ai personaggi simbolo di quel tempo come Cocteau, Picasso, Picabia, Apollinaire e Stravinsky.
A distanza di molti anni, Chanel n.5 ha conservato il suo fascino mitico e resta uno dei simboli della marca francese.
Resta indimenticabile la frase che Marylin Monroe utilizzò, nel 1953, per rispondere a un giornalista che le aveva chiesto cosa indossasse per andare a letto.
La sua risposta: “Solamente qualche goccia di Chanel n.5!”
Esposizione N.5 Culture Chanel
Palais de Tokyo
13 Avenue du Président Wilson
75116 Paris
Dal 5 maggio al 5 giugno 2013 www.5-culturechanel.com
Si tingeranno dei colori e della fantasia di Keith Haring la primavera e l’estate parigina che, al pittore e scrittore di fama mondiale, dedica una mostra al Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris.
L’evento intende omaggiare l’artista, morto nel 1990, e ricordare la portata rivoluzionaria del suo impegno per un’arte libera dalle convezioni e impegnata socialmente.
Temi difficili, come quelli della lotta all’omofobia, all’ingiustizia sociale e al razzismo, che Haring pone sotto gli occhi di tutti attraverso uno strumento “leggero” e “impalpabile” come l’arte del graffito e che utilizza per annullare il confine tra spazio privato e pubblico, mettendo in discussione i limiti alla libertà d’espressione.
L’esposizione dedicata al pittore è tuttavia solo uno degli appuntamenti imperdibili della prossima stagione estiva parigina, in effetti ricca di eventi, artistici, musicali e cinematografici.
Sono in programma mostre importanti come quella dedicata a Giotto o ai Macchiaioli, e ancora rassegne con film di Federico Fellini, al quale la città rende omaggio in occasione dei vent’anni dalla sua scomparsa.
Tornerà poi, per gli amanti della musica e degli eventi scalmanati, il Rock en seine, (sul sito ufficiale tutte le info sulle varie tappe) letteralmente il “Rock in scena”.
Ospitato nel parco del Château de Sain-Claud, dal 2003, primo anno in cui la manifestazione fu organizzata, l`evento è cresciuto tantissimo: da un solo giorno con dieci gruppi, il concerto si prolunga ormai per tre giorni e ospita decine di band; quest’anno sono attesissimi i System of a Down, i Phoenix e i Patrice.
Arte, musica e cinema e ancora divertimento disimpegnato, perché una capitale come Parigi non può che avere una risposta per ogni esigenza e per ogni tipo di visitatore. In ottobre, tra l’11 e il 24, torneranno per esempio in città le World Serie of Poker Europe, seguite come ogni anno dal portale pokerlistings.it che dedica una sezione aggiornata alle Wsope con tutte le news e le informazioni principali.
Dopo essere passato da Cannes, nella scorsa stagione, il torneo non poteva che tornare nella capitale, dove, nonostante una vecchia legge non consenta l’apertura di case da gioco all’interno del perimetro della città, numerosi sono i circoli dove è possibile intrattenersi al tavolo verde e alla roulette.
Dal 10 al 21 giugno, il Grand Palais si trasformerà in un gigantesco drive-in per la gioia dei cinefili parigini e degli amanti del vintage.
Nell’ambito dell’iniziativa Cinema Paradiso, che richiama alla memoria l’indimenticabile capolavoro cinematografico di Tornatore, il celebre spazio espositivo parigino si trasformerà in un immensa sala di proiezione che potrà accogliere fino a mille spettatori.
Uno schermo largo 25 metri sarà installato sotto la splendida navata del Grand Palais per estasiare il pubblico comodamente seduto in una delle tante Fiat 500 disponibili o sulle collinette artificiali dotate di sedie e cuscini.
Un pass degustation Moet offre il diritto allo spettatore di accedere allo spazio Moet & Chandon, degustare una coppa di champagne e prendere posto in una delle tante auto per vedere il film e rivivere il fascino del drive-in.
Organizzato in collaborazione con la catena di cinema MK2, Cinema Paradiso è un progetto imponente che prevede molto più delle due proiezioni quotidiane (una alle 21h e una alle 23h30).
E’ un effervescente luogo d’incontro, aperto dalle 11h fino a tarda notte, che propone attività originali e idee insolite.
Eccovi le principali attrazioni del Cinema Paradiso:
Il Diner American: I divoratori di hamburgers apprezzeranno particolarmente questo spazio dedicato ai buongustai e agli amanti della cucina nord-americana.
La pista Disco Roller: Uno spazio ludico che permetterà agli amanti dei pattini a rotelle di scatenarsi in una pista circolare al suono della musica selezionata da un DJ.
Area giochi: Un’impressionante area sarà dedicata a giochi accessibili gratuitamente: calcio balilla, postazioni di videogiochi arcade, flippers e un’interessante esposizione intitolata l’Age d’Or du jeu video.
Eventi: Feste, animazioni e spettacoli faranno da contorno alle proiezioni cinematografiche per rendere indimenticabile ogni serata.
Consultate il sito della FNAC per acquistare i biglietti.
E il sito di MK2 per avere maggiori informazioni sull’evento
Parigi rende omaggio alla Bretagna, fino al 20 maggio 2013, attraverso una serie di iniziative che prenderanno forma presso il Jardin d’Acclimatation: stands, animazioni, ateliers, degustazioni, concerti e tanto altro ancora.
Più di 300 artisti e artigiani bretoni saranno presenti per farvi scoprire la ricchezza della cultura breizh.
Il Jardin d’Acclimatation, che ospita ogni anno una regione francese o una nazione estera per celebrarne usi e costumi, celebra quest’anno la cultura bretone e le sue tradizioni.
L’atmosfera bretone è stata ricostruita attraverso ricostruzioni di fari, abitazioni rurali e dolmen (realizzazioni megalitiche in pietra).
Più di 25 gruppi musicali, provenienti da Quimper, Saint Malo, Fougères e dalle altre principali città bretoni, contribuirà a rendere l’evento indimenticabile.
L’evento sarà soprattutto una festa per i bambini che potranno scoprire le leggende dell’Armor e dell’Argoat o partecipare agli atelier creativi.
Dal 16 aprile al 29 settembre 2013, la Fondation Cartier accoglie le sculture realiste di Ron Mueck, una mostra di opere sconvolgenti che segna il ritorno dell’artista australiano sulla scena europea.
L’esposizione include nove sculture, tra cui tre realizzate appositamente per l’evento.
Gli uomini di silicone di Mueck hanno la capacità di scioccare l’osservatore per la perfezione del dettaglio e l’iperrealismo delle espressioni.
I personaggi esposti non sono molti ma ognuno è dotato di un fascino conturbante ed inquietante.
Al centro della sala, una coppia di anziani prende il sole tranquillamente.
Poco lontano, una donna trasporta le buste della spesa e tiene in braccio il figlio. Una coppia di adolescenti sembra tenersi per mano ma se si osserva meglio si scopre che il ragazzo tiene saldamente il polso della fidanzata.
Impressionanti e ipnotiche, queste sculture giocano con il surrealismo creando un effetto sconvolgente.
Ispirandosi alla quotidianità, Mueck invita il visitatore a riflettere sul mondo che lo circonda.
Nel corso della mostra il filmato Still Life: Ron Mueck at work verrà trasmesso per osservare le fasi salienti della realizzazione delle opere.
Fino al 29 settembre 2013 Fondation Cartier
261 Boulevard Raspail
75014 Paris
Dal martedi a domenica dalle 11h alle 20h