La Saint Patrick a Parigi

La Saint Patrick a Parigi

La Saint Patrick a Parigi

Diventato un evento attesissimo del calendario delle festività parigine, venerdi 17 marzo sarà l’occasione per gli Irlandesi sparsi in tutto il mondo per celebrare Saint Patrick (San Patrizio), patrono dell’Irlanda e del popolo Irlandese.
La Saint Patrick rappresenta a Parigi, come in molte altre città del mondo, l’occasione per ritrovarsi in un pub con gli amici e sorseggiare traboccanti boccali di birra.
Ma chi è Patrick (o Patrizio che dir si voglia)?
Patrick, santo protettore degli Irlandesi, sarebbe nato in Galles nel 385.
Rapito e schiavizzato dai pirati irlandesi quando aveva 16 anni, Patrick visse 6 anni di dura miseria.
Visse in Irlanda come pastore fino all’età di vent’anni e divenne cristiano.
Un giorno, in seguito a una visione divina, decise di tornare nel suo Paese natale ma si rese conto di non sentirsi più a casa.
Viaggiò a lungo e alla fine si ristabilì in Irlanda per dedicarsi alla vita religiosa.
Secondo la leggenda avrebbe scacciato tutti i serpenti (simbolo demoniaco in terra celtica) del territorio irlandese. Morì il 17 marzo 461.
La festa di Saint Patrick ha luogo ogni anno in occasione dell’anniversario della scomparsa del santo che evangelizzò l’Irlanda.
Durante questa celebrazione la birra scorre a fiumi e gli Irlandesi accompagnano le loro bevute con un pasto tradizionale a base di maiale e cavolo.

Ecco alcuni indirizzi di pub irlandesi (e non) a Parigi dove festeggiare la Saint Patrick:

CORCORAN’S – Clichy
110 Boulevard de Clichy
75018 Paris

O’SULLIVAN – Clichy
92 Boulevard de Clichy
75018 Paris

CORCORAN’S – Place des Lilas
Place du Maquis de Vercors
75020 Paris

LUSH BAR
16 RUE DES DAMES
75017 Paris

LE JAMES JOYCE
71 Boulevard Gouriot Saint Cyr
75017 Paris

CORCORAN’S – Saint Michel
28 Rue Saint André des Arts
75006 Paris

SHANNON PUB
23 Rue Bréa
75006 Paris

THE GALWAY
13 Quai des grands Augustins
75006 Paris

THE MOOSE
16 Rue des 4 Vents
75006 Paris

THE COOLIN
15 Rue Clément
75006 Paris

WOS BAR
184 Rue Saint Jacques
75005 Paris

PUB SAINT HILAIRE
2 Rue Valette
75005 Paris

MARGEN’S PUB
65 Rue Mouffetard
75005 Paris

L’ANTIDOTE
45 Rue Descartes
75005 Paris

THE LOCAL
54 Rue de la Clef
75005 Paris

MC BRIDES
54 Rue Saint Denis
75001 Paris

GUINNESS TAVERN
31 Rue des Lombards
75001 Paris

SOUS BOCK
49 Rue Saint Honoré
75001 Paris

PUB KLEIN HOLLAND
36 Rue du Roi de Sicile
75004 Paris

SULLIVAN THE REBEL BAR
10 Rue des Lombards
75004 Paris

Dove vedere le partite dei mondiali di calcio 2014

Uno dei tanti Irish pub di Parigi

Se, come me, non avrete la possibilità di recarvi in Brasile per godervi l’imminente mondiale di calcio 2014 e trascorrerete un’altra estate afosa a Parigi, eccovi qualche consiglio riguardo i miglior posti dove vedere le partite.
Dal 1998, anno in cui la Francia ha ospitato e vinto i mondiali, Parigi è letteralmente tappezzata di enormi tv a schermo piatto disseminate in tutte le brasserie e pub della capitale.
Tutto dipende dall’atmosfera che ricercate.
Se preferite assistere alle partite degli Azzurri attorniati da connazionali che gridano e cantano cori d’incitamento, potete recarvi alla Pizzeria Venezia nel quartiere di Bercy:

Le Venezia
3 Rue Corbineau
75012 Paris
Metro: Bercy

L’atmosfera è quella tipicamente italiana e potrete esultare sapendo che tutta la gente che vi sta intorno condivite la vostra stessa passione.

Se preferite piuttosto assistere alle partite degli Azzurri e a tutte le altre partite in un’atmosfera piú internazionale, recatevi in uno dei tanti Irish Pub della capitale.

Eccovi alcuni indirizzi:

Corcoran’s Irish Pub
28, Rue Saint-André des Arts
75006 Paris
Metro: Saint Michel

Corcoran’s Irish Pub
53 rue du Faubourg St Antoine
75012 Paris
Metro: Bastille

Mc Bride’s Irish Pub
54, rue Saint Denis
75001 Paris

The Fifth
62, rue Mouffetard
75005 Paris

In alternativa potete anche andare in uno dei pub della catena Frog and Princesse:

The Frog & British Library
114 Av de France
75013 Paris
Métro : Bibliothèque

The Frog & Princesse
9 Rue Princesse
75006 Paris

The Frog & Rosbif
116 rue St. Denis
75002 Paris
Metro : Etienne Marcel

The Frog at Bercy Village

25 Cour St. Emilion
75012 Paris
Metro : Cours St. Emilion

The Frog XVI
110 Bis avenue Kléber
75016 Paris
Metro : Trocadéro

Naturalmente, se la Francia avanza, uno schermo gigante sarà installato davanti l’Hotel de Ville.

Una birra parigina

Gallia: una birra parigina

Non tutti sanno che anche Parigi ha la sua birra: la birra Gallia
La birreria che produsse inizialmente la birra Gallia risale al 1878 e si trovava al 14 della rue de la Voie Verte, nel XIV arrondissement, oggi divenuta rue du Père Corentin.
In quell’epoca quel quartiere comprendeva campi di grano, campi di frutta, cave e numerose balere che servivano vino di Bagneux, Montrouge e Chatillon.
Varie brasserie cominciarono a stabilirsi nella zona sfruttando le cave sotterranee per la fermentazione e la conservazione della birra.
L’azienda Nouvelle Gallia raggiunse un ottimo successo di vendite ma crollò miseramente a causa delle difficoltà legate alla seconda guerra mondiale e alla concorrenza delle birre straniere.
E così la birreria parigina chiuse i battenti nel 1968.
Quarant’anni dopo la chiusura dell’azienda e un secolo dopo la creazione della marca, la birra Gallia è rinata grazie all’opera di Guillaume e Jacques, due distillatori appassionati.
La birra Gallia è oggi prodotta a 60 chilometri da Parigi e il sogno dei due produttori parigini è quello di riportare la fabbricazione dentro le mura della città.

In realtà chi volesse bere una birra prodotta a Parigi ha già la possibilità di farlo.
E’ sufficiente recarsi alla brasserie de la Goutte d’Or (28, rue de la Goutte d’Or, 75018), dal mercoledì al venerdì dalle 17 alle 19, dove Thierry Roche distilla l’unica birra prodotta nella capitale francese.
Ispirato dall’atmosfera multietnica del quartiere Chateau Rouge in cui si trova la brasserie, Thierry ha prodotto una birra bionda aromatizzata al dattero e una bruna con una nota di zenzero.
La brasserie della Goutte d’Or ha resuscitato un savoir-faire parigino che mancava da tempo e che è stato altamente apprezzato dagli abitanti del quartiere: le degustazioni organizzate dal birraio parigino sono affollatissime.

Phuket e le sue spiagge

Il Manathai resort a Phuket

Martedì 5 Luglio. Oggi lasciamo Chiang Mai per raggiungere le spiagge di Phuket. Abbiamo vissuto emozioni indescrivibili tra le montagne della “rosa del nord” passeggiando in mezzo alla giungla a dorso d’elefante e attraversando fiumi in piena a bordo di piccole zattere di bambù.
Approfittiamo del servizio d’accompagnamento gratuito messo a disposizione dal Sirilanna Hotel per recarci in aeroporto.
Effettuato il check-in, passeggiamo tra i negozietti di souvenir aspettando d’imbarcarci sul volo TG0129 che ci porterà a Phuket.
Arriviamo puntualmente alle 14h30 e dal taxi che ci conduce in hotel scorgiamo splendidi paesaggi e angoli di natura rigogliosa.
L’hotel che abbiamo scelto per i nostri cinque giorni a Phuket è il Manathai Resort situato a pochi passi dalla spiaggia di Surin.
Il Manathai ci sorprende per la mescolanza di stile asiatico tradizionale con design moderno. La camera, dotata di connessione Internet gratuita, è spaziosa anche se poco illuminata.

Uno scorcio della spiaggia di Surin

Il vantaggio principale del Manathai hotel è la vicinanza di Surin beach, una spiaggia di sabbia bianca dove l’hotel possiede alcune sedie e ombrelloni riservati ai suoi clienti.
In cerca di relax e sole, ci dirigiamo immediatamente verso la spiaggia e ci godiamo il nostro primo pomeriggio di tranquillità al mare.
Avevamo scelto attentamente la spiaggia dove prenotare l’hotel preferendo quella di Surin perché, lontana dalla caotica Patong, si presentava come tranquilla e intima.
La spiaggia è molto bella, poco frequentata e resa incantevole dalla presenza di alberi esotici che creano un paesaggio da cartolina.
Finalmente ci gettiamo tra le acque cristalline dell’oceano Indiano e restiamo positivamente stupiti per la temperatura gradevole dell’acqua.

Un tramonto sulla spiaggia di Surin

Trascorriamo le nostre giornate a Phuket prevalentemente su questa spiaggia, crogiolandoci al sole e gustando frutti di mare, dolcissimi manghi e squisiti ananas.
Durante il nostro soggiorno a Phuket abbiamo modo di visitare varie spiagge e di avere un’immagine complessiva dell’isola.
Si tratta della più grande isola della Thailandia, circondata da numerose isolette, e si estende per 48 chilometri da nord a sud.
Phuket è legata al continente attraverso due ponti paralleli ed è bagnata dal mare delle Andamane e dal mare di Krabi.
Questa magnifica isola meridionale sembra essere guarita dalle terribili ferite che le aveva inflitto lo Tsunami del 2004.
Le tracce di quella drammatica catastrofe sono rarissime: qualche cartello segnaletico che indica i punti di evacuazione, alcune foto nei negozi che ricordano la tragedia e i ricordi nei racconti della gente del luogo.

Relax a Surin beach

Come nel resto della Thailandia, le gigantografie del re sono sparse in ogni angolo di strada e ai templi buddisti si alternano le moschee (il 35% della popolazione è musulmana).
Il nome Phuket deriva dal malese bukit e significa collina riferendosi alle numerose formazioni collinari e montagnose che sovrastano l’isola.
Per gli amanti delle immersioni, Phuket è di sicuro la migliore destinazione del mare delle Andamane, le sue acque godono di un’ottima visibilità e custodiscono fantastici tesori di colori e coralli.
Le acque calde e cristalline dell’isola richiamano bellissimi pesci tropicali che rendono unici questi fondali.
Soprannominata “perla del Sud”, l’isola è dotata di tantissime spiagge caratterizzate da una propria identità.
Scegliere la spiaggia dove trascorrere le vacanze a Phuket equivale a optare per una tipologia di soggiorno. Noi scegliamo la tranquillità di Surin beach perché si tratta del nostro viaggio di nozze e siamo in cerca d’intimità.

Surin beach

Tra le più famose spiagge di Phuket, situate soprattutto lungo la costa ovest, vi elenco solamente quelle degne di essere citate.

– Surin Beach: E’ la spiaggia che abbiamo scelto per il nostro soggiorno a Phuket.
Ci innamoriamo immediatamente della sua calma e della sua sabbia bianca.
La temperatura dell’acqua è piacevole e numerosi surfisti si danno appuntamento in questa spiaggia per sfidare le onde.
Il bagnasciuga è ricoperto di piccoli fori scavati da minuscoli granchetti che scorazzano rapidamente da una parte all’altra.
Passeggiando lungo la spiaggia s’incrociano vari ristorantini tipici dove è possibile degustare ottimi piatti a base di pesce fresco. Se anche voi sceglierete questa spiaggia, vi consiglio i ristoranti Nok seafood e Twin brothers dove potrete mangiare ottimo pesce a prezzi irrisori.

– Karon Beach: Situata a una decina di minuti dalla caotica spiaggia di Patong e costituita da una lunga distesa di sabbia bianca.
La sabbia di questa spiaggia viene definita “musicale” perché quando viene calpestata produce un suono particolare paragonabile a quello della neve.
Il lungomare di Karon è costellato di negozi, ristoranti e hotel ma la vita notturna non è animata come a Patong.
Pur essendo una grande spiaggia (la seconda dell’isola), Karon gode di un’atmosfera tranquilla dove potrete rilassarvi assaporando frutta fresca.

Una splendida spiaggia di Phuket

Kata Beach: Più piccola rispetto a Karon, la spiaggia di Kata offre una piacevole tranquillità e si rivela ideale per le vacanze in famiglia e per gli amanti di pesci tropicali.
In un’atmosfera di paese, si susseguono simpatici localini e attrazioni come il minigolf Dinopark.

– Kata noi: Separata da un promontorio dalla spiaggia di Kata, questa graziosa spiaggetta è incastonata tra i fianchi di due montagne ricoperte da una vegetazione lussureggiante.
Tranquillo e ben situato, questo piccolo angolo di paradiso è uno dei luoghi più piacevoli dell’isola.

– Kalim beach: Spiaggia ideale per gli amanti del surf. Crostacei, conchiglie, pesciolini e stelle di mare rimangono sul bagnasciuga dopo che le onde si ritirano.

Pansea beach, Banana beach e Paradise beach: Fuori dai sentieri battuti, queste spiagge rappresentano uno scrigno di pace e tranquillità.

– Rawai Beach: Questa baia pittoresca è uno dei punti dell’isola preferiti dai thailandesi.
La spiaggia è ottima per le famiglie visto che l’acqua non è molto profonda.
Numerosi battelli e piccole imbarcazioni sostano lungo la riva proponendo ai turisti escursioni verso le isole vicine.

Le tipiche longtail boat

– Nai Harn: Situata sulla punta Sud dell’isola, questa spiaggia di sabbia bianca occupa un piccolo golfetto che offre stupende vedute panoramiche e tramonti spettacolari.
Lungo la strada costiera tra Kata beach e Nai Harn si trova un punto d’osservazione che permette d’abbracciare con un solo sguardo le tre più belle baie di Phuket ovvero Kata noi, Kata Yai e Karon beach.

Un altro punto d’osservazione strategico per osservare i magnifici tramonti di Phuket è il Cape Promthep.
Prom è il nome thailandese che designa il Dio indù Brahma e Thep significa Dio in thailandese.
Promthep è una scogliera che si tuffa nel mare formando la punta sud dell’isola, quella che scorgono immediatamente i marinai che si avvicinano a Phuket.
La vostra vacanza in Thailandia non sarà indimenticabile se non avrete visto almeno un tramonto da questo punto privilegiato.
Potrete scattare la più bella foto del vostro soggiorno immortalando il momento in cui i colori del corallo si riflettono sulle onde che, accarezzate dal tramonto, assumono sfumature magiche.

L’acqua cristallina di Phuket

-Bang tao: Questa spiaggia a forma di mezzaluna si sviluppa per una decina di kilometri alternando una sabbia bianchissima a rigogliosi alberi tropicali. La costante brezza di questo luogo ha reso molto popolare la spiaggia di Bang tao tra i surfisti.

– Patong : E’ la spiaggia più famosa e frequentata di Phuket.
Circondata da montagne ricche di vegetazione, Patong si rivela ottima per gli amanti degli sport nautici e della vita notturna.
Se siete alla ricerca di tranquillità, scegliete un’altra spiaggia.
Patong è un vero e proprio formicaio dove una moltitudine indistinta di gente ruota continuamente attorno alle sdraio dei turisti: venditori di frutta, gioielli, massaggi, prodotti artigianali, pacchetti turistici, vestiti, e tanto altro ancora.
Tramontato il sole, Patong si trasforma nel centro della vita notturna di Phuket dove gente di ogni nazionalità si scatena ai ritmi frenetici nelle tante discoteche.

Il mare di Phuket

Anche se avete scelto un’altra spiaggia e preferite la tranquillità, dovete almeno trascorrere una notte tra i locali di Patong, quando i neon multicolore si accendono e la parola d’ordine diventa divertimento.
Passeggiando lungo le strade di Patong ci ricordiamo delle giornate trascorse a Bangkok e del suo caos incessante.
Qui, come nella capitale thailandese, abbondano bar in cui go-go girls avvenenti e ladyboys invitano i turisti a consumare e a trascorrere qualche momento insieme.
La via principale, Bangla road, è costellata di pub, ristoranti e localini e richiama Kao san road.
Lungo questa via pedonale, i turisti vengono sollecitati costantemente dai commercianti che propongono i loro servizi : ragazzi vestiti in maniera elegante invitano ad osservare la loro collezione di abiti e tailleurs, ragazze procaci propongono “massaggi” molto rilassanti e i buttadentro delle discoteche decantano le virtù delle loro sale da ballo.
Quello che abbiamo maggiormente amato di Phuket è stato girovagare senza una metà ben definita fermandoci solo per bere una birra Chang o gustare un mango fresco.
Sebbene l’isola sia molto sfruttata turisticamente esistono ancora angoli incontaminati e selvaggi.
Il sorriso e la gentilezza dei thailandesi hanno fatto da contorno alla nostra indimenticabile vacanza a Phuket.

Un “italiano a Parigi”…a Bruges

Uno scorcio di Bruges

Un italiano a Parigi ha visitato per voi Bruges (Brugge in fiammingo, Brügge in tedesco), la ridente cittadina belga che vanta l’appellativo di Venezia del Nord per via dei numerosi e suggestivi canali che l’attraversano. Eccovi il riassunto di quest’esperienza indimenticabile.

Partiamo una grigia mattina d’Aprile, intorno alle 9h, dalla Gare du Nord di Parigi.
Il TGV Parigi-Bruxelles arriva puntuale nella capitale belga e qui attendiamo il treno regionale che ci condurrà a Bruges.
Mentre aspettiamo la corrispondenza ci rendiamo conto che la temperatura è più bassa rispetto a Parigi e che il cielo si fa sempre più minaccioso.
Restiamo ottimisti e ci fidiamo delle previsioni meteorologiche che annunciavano bel tempo durante la nostra permanenza a Bruges.
Verso mezzogiorno arriviamo nella simpatica città belga situata a circa 90 kilometri a nord-ovest di Bruxelles.
Carichi d’entusiasmo per l’arrivo in città, decidiamo di prendere un taxi per raggiungere il bed & breakfast “Be my Guest” prenotato qualche settimana prima della partenza.
Commettiamo lo sbaglio di non chiedere anticipatamente il prezzo della corsa al tassista che, approfittando di due italo-parigini sprovveduti, non usa il tassametro e ci fa pagare 15€ per un tragitto molto breve.
L’astuto tassista parla solamente in fiammingo e schiva abilmente le mie richieste di spiegazioni in francese e inglese.
Lasciamo le valige nel B & B, situato nel cuore di Bruges, e iniziamo ad esplorare la città in cerca di scorci e paesaggi romantici da fotografare.

Passeggiando tra le vie del centro storico, che fa parte del patrimonio mondiale dell’Unesco, arriviamo nella piazza principale: la Grote markt.
Questa suggestiva piazza, dominata da un imponente campanile, racchiude lo spirito di Bruges e ci trasporta immediatamente in un atmosfera fiabesca.
Il campanile che sovrasta la piazza è un’impressionante testimonianza dell’architettura delle Fiandre.
Se avete il coraggio di salire i 366 scalini che conducono in cima, potrete ammirare dall’alto dei suoi 83 metri una splendida vista panoramica della città.
Sempre nella piazza principale si trovano numerosi calessi che invitano i turisti a scoprire Bruges in maniera originale.
Tuttavia riteniamo che 40€ per un giro in calesse sia un po’ eccessivo e optiamo per il più suggestivo percorso in battello lungo i canali.

Passeggiata lungo i canali

La passeggiata in battello è davvero una bella esperienza e ci permette di scoprire un lato nascosto della città.
La piccola imbarcazione passa sotto ponti bassissimi e i simpatici commenti del nostro capitano impreziosiscono il nostro viaggio.
Il tempo è buono e ci permette di godere pienamente del tour sui canali; la barchetta dispone di numerosi ombrelli per le passeggiate sotto la pioggia.
Scendiamo dalla barchetta e ci dirigiamo in un luogo ricco di fascino: il Begijnhof, un convento di suore benedettine formato da tante piccole casette, affiancate le une alle altre, che racchiudono un giardino fiorito dove regna la tranquillità.
Le suore che abitano in questo luogo conducono una vita monastica dedicata ai poveri e alla contemplazione.

L’incantevole giardino del Begijnhof

Lasciata quest’oasi di pace, ci addentriamo in un parco chiamato Minnewater che prende il nome dall’omonimo lago.
E’ una delle zone più suggestive di Bruges: cigni che svolazzano da una parte all’altra del lago, pulcini di anatre che si inseguono, salici piangenti, graziosi ponticelli e una vegetazione lussureggiante rendono questo posto magico.
Poco lontano dal convento si trova la famosa brasserie De Halve Maan (la mezza luna) che si è oggi trasformata in museo della birra.
Acquistiamo due biglietti per visitare il piccolo museo e una guida francofona ci spiega i segreti legati alla produzione della birra: i tipi di malto, la distillazione, le antiche procedure utilizzate per produrre la birra e tanto altro.

De halve maan: il museo della birra

La visita di questa simpatica brasserie di Bruges ci riserva alcune simpatiche sorprese come la splendida vista panoramica offerta dal tetto dell’edificio e la degustazione di un bicchiere di birra Zot.
Bruges è conosciuta per la produzione di merletti e l’ottimo cioccolato.
Dopo aver degustato un’ottima cioccolata calda accompagnata dalle tipiche waffel , decidiamo di visitare il museo del cioccolato.
Le varie stanze del museo ripercorrono la storia del cioccolato, le fasi di produzione e un’ampia sezione è dedicata a sculture realizzate interamente in cioccolato (c’e’ anche Obama!).
Il museo fa parte del ricco patrimonio museografico di Bruges che include il museo delle lanterne, il museo dei diamanti e quello delle patatine fritte che i belgi dicono di aver inventato.
La nostra vacanza volge al termine e raggiungiamo la stazione di Bruges per tornare alla vita parigina.
Riportiamo con noi tantissimi souvenir: scorci fiabeschi, paesaggi riposanti, ottima birra e le deliziose colazioni di Anne, la simpatica signora che ci ha ospitato nel suo B & B. A presto Bruges!

A presto Bruges!

Footsie: una birra a Wall street

Footsie: una birra a Wall street

In questo bar, situato poco lontano dall’Opera Garnier, potrete fingere di essere dei grandi giocatori di borsa.
I prezzi delle bibite e dei cocktail variano costantemente in funzione delle consumazioni dei clienti.
Vari teleschermi mostrano l’andamento dei prezzi che si adattano ai gusti della clientela.
Potrete seguire l’altalenante percorso della vostra birra preferita come se si trattasse del CAC40 o del Nikkei.
Il Footsie sviluppa un concetto ludico e divertente: ogni consumazione è quotata e potrete attendere il momento opportuno per passare il vostro ordine.
L’atmosfera è conviviale, la clientela molto eterogenea e la decorazione è interamente realizzata con pregiato legno antico.

Footsie
10, rue Daunou
75002 Paris

Cantada II: il regno della stravaganza

Cantada II: Le cabaret du néant

Questo bar situato nell’XI arrondissement di Parigi è un punto di ritrovo per tantissimi metallari, gotici, punk e rockettari della capitale francese.
L’atmosfera è ispirata all’epoca medievale e il menù offre una scelta vastissima.
Il pezzo forte della Cantada è l’assenzio, il famoso alcool che diede l’ispirazione a vari poeti e artisti come Van Gogh, Oscar Wilde e Toulouse-Lautrec.
La selezione d’assenzio proposta è veramente ampia da quello preferito da Marilyn Manson a quelli d’annata (Kübler, Libertine, Francois Guy, Charlotte, Verte, Blanche de Fougerolles).
Chi non ama il liquore verde può optare per la ricca carta dei vini.
Molto affascinante è la sala situata al sottosuolo che accoglie uno spazio polivalente.
La sala comprende due stanze dedicate alle rappresentazioni teatrali, esposizioni, cortometraggi e quasi quotidianamente vengono organizzate serate a tema.

La Cantada II
13, rue Moret
75011 Paris
Metro: Ménilmontant

Il museo Pasteur

Lo studio di Pasteur

Il termine pastorizzazione è oggi utilizzato correntemente ma non tutti conoscono la storia del suo scopritore, Louis Pasteur.
Il 6 luglio 1885, il pastore Jupille morso da un cane rabbioso, venne vaccinato per la prima volta da Pasteur.
La guarigione prodigiosa del pastore produsse una grande affluenza di malati nella Scuola Normale di rue d’Ulm dove lavorava Pasteur.
Lo Stato attribuì a Pasteur un laboratorio per premiarlo della scoperta e il 14 novembre del 1888 venne costruito il primo edificio dell’Istituto Pasteur.
E’ in questo edificio in stile neo-classico che è stato ricostruito, su due piani, l’antico laboratorio dello scienziato.

La visita di questo piccolo museo vi svelerà i segreti legati alla scoperta di Pasteur: sono esposti i suoi oggetti personali, vestiti, mobili e ritratti di famiglia.
Numerosi oggetti testimoniano i riconoscimenti ricevuti da Pasteur attraverso il mondo e tra questi numerose sono le attestazioni di stima provenienti da produttori di vino e birra che conobbero un grande successo grazie agli studi di Pasteur.
Il 28 settembre 1895 Pasteur morì nella sua casa di Marnes la Coquette e su richiesta della vedova venne allestita una cripta nel sottosuolo dell’Istituto Pasteur.
Questa sala a forma di croce latina, impressionante e sontuosa, è l’opera dell’architetto Girault, dell’esperto in mosaici Guilbert-Martin e del pittore Merson.
Al centro della stanza, in un sarcofago porfirico, riposa Pasteur dal 1896.
Le decorazioni dei mosaici rappresentanti animali e vegetali richiamano alla memoria le scoperte dello scienziato defunto.
Incisa sul marmo, la cronologia delle grandi scoperte di Pasteur rende omaggio a questo benefattore dell’umanità.
Nell’Istituto che porta il suo nome, numerosi ricercatori portano avanti quotidianamente le sue ricerche e la sua opera: la lotta contro le malattie infettive, l’immunologia e la biologia dello sviluppo.

Musée et Mausolée Pasteur
25, rue du Docteur Roux
75015 Paris
Metro: Pasteur