Il mercato galleggiante di Bangkok

Un colorato taxi meter di Bangkok

Sabato 25 giugno è il nostro terzo giorno a Bangkok. Siamo sempre in compagnia di Lakis, la frizzante guida italiana che ci ha già svelato i segreti degli splendidi templi della capitale thailandese.
Il programma di oggi prevede la visita del mercato galleggiante, del famoso mercato di Chatuchak e dell’animato quartiere di Chinatown.
Decidiamo di evitare il mercato galleggiante di Damnoen Saduak da un lato perchè troppo lontano dalla città (1 ora e mezza di strada) e dall’altro perchè eccessivamente preso di mira dai turisti.
Seguendo i consigli di Lakis, visitiamo un altro tipico mercato sul fiume: il Taling Chan Floating Market.
Raggiungiamo il mercato a bordo di un colorato taxi-meter che compie un tragitto abbastanza lungo, nonostante Lakis avesse consigliato un cammino più corto. Prima di scendere dal taxi, Lakis (che parla un ottimo thailandese) sottolinea al conducente il suo errore e riesce a negoziare un prezzo più basso rispetto a quello indicato dal tassametro.

Il mercato galleggiante di Taling Chan

Fuori dai percorsi battuti dai turisti, il mercato galleggiante di Taling Chan offre ai suoi visitatori un autentico spaccato di vita thailandese.
Tradizione e convivialità s’incontrano durante questo appuntamento domenicale sui canali del quartiere Bangkok Noi situato nella periferia ovest della capitale.
In un’atmosfera calma e serena, i venditori fanno scivolare le tipiche imbarcazioni lungo le banchine dei klongs dove molti thailandesi e una manciata di turisti aspettano pazientemente per fare acquisti: prodotti artigianali, spezie, frutta, verdura, dolci, riso e piatti caldi.
I prezzi di questo simpatico mercato non sono quelli turistici del Damnoen Saduak ma le tariffe locali sono applicate per tutti.
I prodotti acquistati sull’acqua possono essere consumati sul posto, mangiando a un tavolo dei tanti ristoranti galleggianti.
Ogni locale propone il suo menù e lo spazio a bordo è sfruttato disponendo padelle e altri materiali da cucina in maniera intelligente.
Potenti bombole a gas alimentano le cucine e gli ingredienti per preparare squisiti manicaretti sono già tagliati e disposti in piccoli contenitori: noodles, pollo, maiale, mango, aglio, papaia, cipolle, carote, citronella, zenzero e naturalmente peperoncino a volontà.
Musica thailandese e danze classiche completano magicamente questo suggestivo quadretto di vita quotidiana: un festival di colori e odori sublimato dalla gentilezza e dal sorriso dei thai.
Donne dall’età indefinibile scambiano i loro prodotti dalle piroghe, mentre enormi pesci-gatto divorano voracemente le molliche di pane lanciate dai bambini sulla riva.

Il mercato di Chatuchak

Ci lasciamo alle spalle il simpatico mercato galleggiante di Taling Chan e ci rituffiamo nella giungla metropolitana di Bangkok dove prendiamo la linea Sukhumvit dello skytrain per renderci al mercato di Chatuchak, il più grande mercato a cielo aperto di tutta la Thailandia.
Scendiamo alla stazione Mo Chit e il colorato mercato ci avvolge immediatamente con la sua atmosfera animata.
Quest’enorme agglomerato commerciale prende forma tutti i fine settimana, su una superficie di 15 ettari, offrendo una quantità e una diversità indescrivibile di prodotti: vestiti, animali, prodotti alimentari, profumi, scarpe, accessori, souvenirs, ceramiche, tessuti, frutta, piante, strumenti musicali, libri, ombrelli, incensi, sculture e tantissimo altro ancora.
Il mercato è immenso e comprende una parte coperta ed una scoperta; un’ottima soluzione per evitare di perdersi è quella di utilizzare la mappa fornita all’ingresso.
Più di 250 000 visitatori si rendono ogni week end in questo gigantesco mercato delle pulci che comprende 27 differenti aree e 15000 bancarelle.
Le stradine del mercato sono numerate per facilitarne l’identificazione e ogni sezione di questo microcosmo dello shopping ha un colore diverso.
Avrete modo di mettere alla prova la vostra capacità di negoziare convincendo i venditori a scendere vertiginosamente i prezzi.
Il mercato di Chatuchak tutto sommato assomiglia alle nostre fiere campionarie con alcune essenziali differenze: è infinitamente più grande, è possibile negoziare i prezzi, si puo passeggiare tra le bancarelle mangiando scorpioni e insetti fritti, si possono acquistare prodotti farmaceutici che normalmente richiedono una ricetta medica.

Il rilassante Lumpini Park

Dopo aver consumato un ottimo pranzo a base di pesce a Silom Road, sfuggiamo dal caos infernale di Bangkok rifugiandoci al Lumpini Park: un’oasi di verde e di pace nascosta tra i grattacieli e il traffico della città.
Il Lumpini Park, il più grande parco di Bangkok, ospita un centro di ginnastica, uno stadio di boxe thai e un lago artificiale popolato da enormi varani.
Tra le tante bancarelle disseminate lungo i viali del parco alcune vendono una bevanda a base di bile e sangue di serpente che avrebbe delle virtù energizzanti ma per questa volta evitiamo di assaggiarla.
La tranquillità del Lumpini Park ci permette di ritrovare energia ed entusiasmo e decidiamo di incamminarci in direzione della nostra ultima tappa: Chinatown.

La Chinatown di Bangkok

Come ogni grande città che si rispetti, Bangkok possiede il suo quartiere cinese fatto di pagode, negozi di tessuti, lanterne rosse e da un mercato in cui si trova di tutto.
Situata al sud del quartiere Dusit, la Chinatown di Bangkok, localmente conosciuta come quartiere Yaowarat, è una delle attrazioni maggiormente visitate dai turisti.
Questa vetrina della cultura cinese occupa la Chareon Krung Road o New Road, la Yaowarat road e le numerosissime stradine che costellano la zona.
Penetrando in questo quartiere abbiamo l’impressione di aver abbandonato la Thailandia e di essere stati catapultati in Cina.
Soddisfatti della nostra intensa giornata, torniamo in hotel dove recuperiamo le energie perdute con un salutare bagno in piscina.
Terminiamo questo giorno alla scoperta di Bangkok con una cena al ristorante Kinnaree situato nel soi 8 della Sukhumvit road.
Nascosto in un romantico giardino, il Kinnaree ci delizia con le sue saporite pietanze e un’atmosfera incantevole.

Capodanno cinese 2010: buon anno della tigre a tutti!

2010: L’anno della tigre

La comunità cinese di Parigi, presente essenzialmente nel XIII arrondissement, festeggia il suo capodanno.
Il momento più atteso dei festeggiamenti è la tradizionale sfilata, ricca di colori, dragoni, musica e costumi tipici.
Il capodanno cinese, detto anche festa della primavera, è un rito molto conosciuto e amato dai parigini e celebrato con una sfilata caratterizzata dalla celebre danza del dragone, ritmata da tamburi e gongs.
Si celebra il primo giorno di primavera del calendario lunare e si situa, in base agli anni, tra il 20 gennaio e il 18 febbraio; si festeggia, dunque, il primo giorno di una nuova luna.
In quel periodo strade e piazze della ville lumière vengono invase da lanterne rosse ed elementi carichi d’una forte simbolicità.
La sfilata, principale manifestazione del capodanno cinese, attraversa il cuore della Chinatown parigina, il XIII arrondissement: avenue d’Ivry, place d’Italie e l’avenue de Choisy.
E’ una festa da non perdere che permette di conoscere meglio la vasta comunità asiatica e cinese di Parigi: canti, danze, corsi di cucina, arte, cultura, tradizioni, sfilate, fuochi d’artificio e dragoni danzanti.
Ogni anno é associato a un animale diverso tra quelli che resero visita a Buddha prima della sua scomparsa.
L’anno é associato anche a uno dei cinque elementi (l’acqua, il legno, il fuoco, il metallo e la terra).
Per i cinesi rappresenta la festa più importante del calendario.
La leggenda vuole che una notte di capodanno, l’imperatore Jade convocò tutti gli animali ma soltanto dodici si presentarono e, per ringraziarli, Buddha istaurò un anno simbolico in onore di ciascuno.
Allo stesso tempo, decretò che ogni nascituro ereditasse le caratteristiche dell’animale del proprio anno.

Frutta, mandarini e arance, simboli di ricchezza, sono presenti in tutte le tavole durante la vigilia.
Le facciate delle case e dei negozi vengono decorati e le famiglie si ritrovano per grandi pranzi/cene all’insegna dei piatti tipici cinesi, momenti trascorsi insieme agli amici praticando attività e giochi tradizionali; potremmo paragonare questa festa al Natale o al Capodanno occidentale per avere un’idea dell’importanza che essa ha per i cinesi.
La vigilia é consacrata alla preparazione della festa che ha inizio intorno alle 18h: i piatti tipici, il vino, la birra e le arance vengono disposti sulla tavola e a mezzanotte si mangiano i ravioli, poi il banchetto prosegue fino a tarda notte.
Il pomeriggio del capodanno é dedicato alla visita di amici, allo scambio di regali e dolci per i più piccoli.
Il giorno successivo, viene detto il giorno del genero ed é consacrato ai suoceri che ricevono doni, vino, riso e arance.
Il periodo di festa continua fino al quindicesimo giorno del mese lunare, quando i cinesi espongono dappertutto lanterne multicolore.

Quest’anno si celebra l’anno della tigre che prende inizio il 14 Febbraio 2010.
Secondo lo zodiaco cinese il segno della tigre è energico, avventuriero, indipendente, inventivo, generoso, impulsivo e pieno di forza. Segni compatibili con la tigre sono il cavallo e il cane.
Tra le tigri celebri Agatha Christie, Tom Cruise, Leonardo DiCaprio, Jodie Foster, Marilyn Monroe, Demi Moore, Lionel Ritchie, Stevie Wonder e tanti altri
Buon anno della tigre a tutti!