David Bowie is: il Duca Bianco si svela

David Bowie is: il Duca Bianco si svela

David Bowie: il Duca Bianco si svela

Nel 1969 un giovane britannico rivelava il suo talento al grande pubblico con il brano Space Oddity e il suo look androgino.
Oggi una magnifica esposizione celebra la carriera di David Bowie, un artista straordinario e fuori da tutti gli schemi, il mago della musica pop.
Dopo aver attirato 800 000 visitatori in tutto il mondo, l’esposizione David Bowie is arriva alla Philarmonie di Parigi.
La mostra, lanciata a Londra nel 2013, svela l’universo della star sessantottenne e immerge il visitatore in una scenografia sontuosa che mescola simbioticamente chitarre mitiche, costumi stravaganti, proiezioni video, manifesti e spezzoni di concerti.
Major Tom, Ziggy Stardust, Aladin Sake, Halloween Jack, The Thin White Duke e tutti gli altri personaggi eccentrici incarnati da Bowie nel corso della sua carriera prendono per mano il visitatore e lo accompagnano lungo un percorso scintillante e onirico.
Le molteplici identità del cantante dallo sguardo magnetico si svelano e si mostrano in tutta la loro grandiosità: il volto variegato e ammaliatore di un personaggio avanguardista che ha segnato gli anni ’70.
Un’epopea lunga 45 anni caratterizzata da 140 milioni di album venduti, un itinerario ricco e affascinante che ripercorre l’ascesa di un personaggio mitico.

Provenienti principalmente dall’archivio personale di Bowie, i documenti visivi e sonori inediti, foto, clip, costumi, disegni, elementi scenici e strumenti musicali testimoniano il percorso straordinario di un mito del glam rock.
Corollario dell’esposizione è lo spettacolo-concerto Wiebo, immaginato dal coreografo Philippe Decouflé, che ha rivisitato magicamente le mille facce del camaleonte Bowie.
Decouflé rende omaggio a Bowie con un concerto-performance unico capace di mescolare rock, musicisti, ballerini e artisti circensi.
Inaugurata il 14 gennaio scorso, la Philarmonie di Parigi è nata dal sogno del direttore d’orchestra Pierre Boulez che desiderava regalare alla città di Parigi una sala di concerti all’altezza delle altre grandi città mondiali: la Berliner Philarmoniker, la Suntory Hall di Tokyo o la Walt Disney Hall di Los Angeles.
Da questo sogno é stata concepita, nel cuore del parco della Villette, una sala dotata delle ultime innovazioni acustiche per accogliere l’orchestra di Parigi e ospitare le più grandi orchestre del mondo intero.
Un luogo unico e armonico destinato alla democratizzazione della musica classica.
Il progetto architettonico, firmato da Jean Nouvel, gioca con il concetto di armonia per creare uno scrigno di musica e sonorità.

Louis De Funès: 100 anni

Louis De Funès: 100 anni

Louis De Funès: 100 anni

De Funès sta alla Francia come Totò (Antonio De Curtis) sta all’Italia.
Dopo la creazione del museo De Funès, che ha aperto le porte quest’estate a Cellier (vicino Nantes), il centro culturale del Crous di Parigi propone di celebrare il centenario della nascita dell’indimenticato attore francese con una mostra fotografica che sarà accessibile dal 25 febbraio al 27 marzo.

L’esposizione gratuita, “Louis De Funès 100 anni” è una immersione nel cuore dell’attività professionale di Louis De Funès che permette di scoprire due volti sconosciuti dell’attore: il De Funès pianista e il De Funès regista.
A partire da una collezione privata unica, il centro culturale del Crous di Parigi ha ricavato 300 pezzi unici selezionati per la loro originalità e rarità.

La mostra comincia con i primi film dell’attore cinematografico, ripercorrendo i primi ruoli di De Funès quando ancora non era conosciuto dal grande pubblico.
Il percorso continua con i grandi successi nel cinema francese e internazionale che lo hanno reso un personaggio simbolo della Francia.

Il percorso espositivo permette di scoprire vere e proprie perle rare della carriera dell’artista: pagine di scenari, pellicole 16 mm, busti di gesso, fotografie con dedica, posters, articoli di giornalé e tanto altro ancora.

Louis De Funès, 100 ans
Centre Culturel du Crous
10-12 rue de l’abbayee
75006 Paris

Tour Paris 13: il regno della street art

Tour Paris 13: il regno della street art

Tour Paris 13: il regno della street art

La mostra temporanea Tour Paris 13 è stato uno degli eventi parigini che ha riscosso il maggior successo nel 2013.
Più di 25.000 persone hanno affrontato file interminabili per accedere a questo tempio effimero dedicato alla street art, situato nel XIII arrondissement, di fronte alla Senna e al ministero delle Finanze.
L’esposizione, organizzata dalla galleria Itinerrance all’interno di un palazzo destinato alla demolizione, ha visto la partecipazione di 80 artisti provenienti da tutto il mondo che hanno esposto le loro creazioni in uno spazio di 4500 m² distribuito su 10 piani e 36 appartamenti.
L’elemento che ha reso questa mostra unica e che ha determinato un incredibile afflusso di visitatori è stato il carattere effimero della mostra.
La consapevolezza dell’imminente distruzione del palazzo e dei suoi graffiti ha motivato migliaia di parigini desiderosi di partecipare a un evento insolito e originale.
La Tour Paris 13, vittima del suo successo, è stata presa d’assalto da tantissimi curiosi e appassionati d’arte che ogni mattina, schierati in simmetrica fila indiana, hanno pazientato per ore interminabili davanti all’edificio rosso fuoco della rue Fulton.
Nel rispetto delle misure di sicurezza vigenti, l’accesso al palazzo era limitato a 49 persone contemporaneamente.
Questa restrizione unita alla grande affluenza di pubblico e alla gratuità dell’evento ha determinato file mostruose: i visitatori hanno dovuto attendere mediamente dalle 5 alle 7 ore di fila!

Ho visitato la Tour Paris 13 il 31 ottobre scorso, ovvero l’ultimo giorno disponibile per vedere la mostra.
Se interessati, potete vedere le foto che ho scattato e i video che ho girato visitando rispettivamente la pagina Facebook e il canale Youtube del blog.
Mi sono presentato sotto il palazzo decorato da un enorme graffito tribale su sfondo rosso, intorno le 9h30 del mattino.
Ho messo piede all’interno della Tour Paris 13 alle 16h30.
Sette estenuanti ore di attesa hanno messo a dura prova la mia pazienza e svariate volte ho avuto la tentazione di abbandonare la fila e rientrare a casa.
La voglia di prendere parte a un evento effimero e di poter dire “io c’ero” è stata più forte.
La fila infinita ha rappresentato un’esperienza psicologica e umana che ha testato la pazienza di migliaia di parigini, allineati disciplinatamente, per aspettare il fatidico momento dell’accesso al palazzo.

La mostra, coloratissima e fantasiosa, era semplicemente stupenda.
Artisti come C215, Katre, El Seed, Rapto, Pantonio, Lek & Sowat, Guy Denning, HOPNN, Marko 93, Stew e tanti altri sono stati capaci di convertire un palazzo semi-abbandonato in un gigantesco museo effimero che ha accolto la più grande esposizione di street art del mondo.
Gli artisti hanno dato sfogo a tutta la loro creatività e ogni appartamento della Tour 13 si è trasformato in un pianeta del loro universo onirico e allucinato: un vero e proprio festival dell’arte urbana impreziosito da tecniche artistiche finemente utilizzate (collage 3D, spray, pixacao, light painting), stanze segrete, passaggi inattesi e una riproduzione in stile puntinista dell’affresco della cappella Sistina.
Nonostante varie petizioni e richieste al municipio, la mostra sarà distrutta tra poco tempo insieme al palazzo che l’ha ospitata.
Le creazioni artistiche della Tour Paris 13 sono ancora visibili sul sito dedicato all’esposizione che dal 1 novembre (data di chiusura della mostra) è simbolicamente disponibile nella versione in bianco e nero.
Se non è stato possibile salvare l’esposizione reale dalla sua fine imminente è, invece, realizzabile il progetto di conservare l’esposizione vitrtuale.
Per salvare virtualemente i graffiti della Tour Paris 13, i visitatori del sito dovranno cliccare, prima dell’11 novembre, uno dei 500.000 pixel della mostra online.
Il pixel cliccato si colorerà come per magia e quando la percentuale di salvataggio avrà raggiunto il 100%, l’opera avrà la certezza di continuare a esistere almeno sul web.

Parigi celebra l’alta moda

Parigi celebra l'alta moda

Parigi celebra l’alta moda

L’Hôtel de Ville di Paris celebra l’alta moda attraverso un’esposizione realizzata con le collezioni del museo Galliera, il museo della moda di Parigi.
La mostra Paris haute couture rappresenta l’occasione unica per ammirare modelli unici ed eleganti.
Organizzata in collaborazione con la marca Swarovski, la mostra vi invita a scoprire i mitici abiti di Chanel, Balenciaga, Vionnet, Courrèges e tante altre stupende creazioni provenienti dal museo o messe a disposizione da altre istituzioni e famose case di moda.
Più di cento magnifiche realizzazioni che ripercorrono 150 anni della storia della moda sono esposte nei sontuosi saloni dell’Hotel de Ville per la gioia di stilisti in erba e amanti del bello.
I vestiti sono accompagnati da documenti, fotografie, disegni e riviste che contribuiscono a ricostruire le tappe percorse dal mondo della moda.

“Paris Haute Couture”
Hôtel de Ville – Salle St-Jean
Fino al 6 luglio 2013
Tutti i gioreni dalle 10h alle 19h (tranne la domenica)
Gratuito

Ron Mueck alla Fondation Cartier

Ron Mueck alla Fondation Cartier

Ron Mueck alla Fondation Cartier

Dal 16 aprile al 29 settembre 2013, la Fondation Cartier accoglie le sculture realiste di Ron Mueck, una mostra di opere sconvolgenti che segna il ritorno dell’artista australiano sulla scena europea.
L’esposizione include nove sculture, tra cui tre realizzate appositamente per l’evento.
Gli uomini di silicone di Mueck hanno la capacità di scioccare l’osservatore per la perfezione del dettaglio e l’iperrealismo delle espressioni.
I personaggi esposti non sono molti ma ognuno è dotato di un fascino conturbante ed inquietante.
Al centro della sala, una coppia di anziani prende il sole tranquillamente.
Poco lontano, una donna trasporta le buste della spesa e tiene in braccio il figlio. Una coppia di adolescenti sembra tenersi per mano ma se si osserva meglio si scopre che il ragazzo tiene saldamente il polso della fidanzata.
Impressionanti e ipnotiche, queste sculture giocano con il surrealismo creando un effetto sconvolgente.
Ispirandosi alla quotidianità, Mueck invita il visitatore a riflettere sul mondo che lo circonda.
Nel corso della mostra il filmato Still Life: Ron Mueck at work verrà trasmesso per osservare le fasi salienti della realizzazione delle opere.

Fino al 29 settembre 2013
Fondation Cartier
261 Boulevard Raspail
75014 Paris
Dal martedi a domenica dalle 11h alle 20h

Facebook al Louvre

The Profile Picture Exhibition

Adorate il Louvre ma siete stanchi di contemplare sempre le stesse opera?
Siete appassionati d’arte ma ne avete abbastanza di contemplare la Gioconda e la Vergine delle Rocce?
Il progetto intitolato The Profile Picture Exhibition desterà sicuramente la vostra attenzione.
L’ambizioso progetto mira a portare tra le mura del celebre museo parigino una mostra costituita esclusivamente da foto di profili Facebook.
L’insolita mostra sarà ospitata dal Louvre, dalla National Gallery di Londra e dal Metropolitan museum di New York.
Le tre prestigiose istituzioni museografiche hanno dato il loro consenso a condizione che il progetto raggiunga un milione di likes su Facebook (attualmente sono soltanto 7 mila).
Il progetto è alla sua fase iniziale ma l’entusiasmo degli organizzatori è alle stelle.
Se per qualcuno l’idea di far entrare Facebook e il mondo dei social network nei templi sacri dell’arte rappresenta un sacrilegio, per altri rappresenta un concetto originale che potrebbe contribuire a avvcinare due universi antitetici.
Ben Beale e Rory Forrest, i due creatori che si nascondono dietro il progetto, hanno affermato che “ogni foto testimonia un frammento delle persone che siamo. E’ tempo di reclamare il nostro posto nella storia dell’arte”.
In occasione dei primi mille likes, i due ragazzi inglesi hanno organizzato una mostra fotografica in un pub di Londra, una sorta di esposizione in miniatura del progetto finale.
Se desiderate che la vostra foto compaia accanto al sorriso di Mona Lisa, partecipate anche voi al progetto The Profile Picture Exhibition visitando la pagina ufficiale.

Gli orsi della pace a Parigi

Gli orsi della pace a Parigi

In occasione dei venticinque anni del patto d’amicizia Parigi-Berlino, un colorato branco di orsi si è stabilito nel parco dello Champs de Mars, a due passi dalla Tour Eiffel.
Si chiamano United Buddy Bears e resteranno a Parigi per più di un mese, dal 12 ottobre al 18 novembre, per simboleggiare l’amicizia tra i popoli.
I centoquaranta orsi della mostra rappresentano altrettanti paesi riconosciuti dalle nazioni unite.
Ogni orso è stato realizzato da un artista diverso e ciascuno possiede le sue peculiarità e un proprio stile.
Disposte una accanto all’altra, mano nella mano, le originali sculture incarnano lo spirito di fratellanza, tolleranza e coesistenza pacifica.
Questi simpatici orsacchiotti, forieri di un importante messaggio di pace, sono stati esposti per la prima volta nel 2002 a Berlino, ai piedi della porta di Brandeburgo.
In seguito gli United Buddy Bears hanno viaggiato attraverso i cinque continenti facendo tappa in venticinque città del mondo tra le quali Hong-Kong, Istanbul, Tokyo, Seoul, Sydney, Vienna, Il Cairo, Gerusalemme, Varsavia, Buenos Aires, Montevideo, Kuala Lumpur, New Delhi e San Pietroburgo.

United Buddy Bears
Dal 12 ottobre al 18 novembre 2012
Champ de Mars
75007 Paris

Sophie Calle in mostra

Voir la mer

La famosa artista contemporanea Sophie Calle, autrice dell’emblematica cabina telefonica sul ponte Garigliano, ha da poco inaugurato presso la galleria Emmanuel Perrotin, nel Marais, la nuova esposizione personale intitolata Pour la dernière et pour la première fois.
Tra le collezioni di fotografie proposte dall’artista occupa un posto particolare la serie di 13 scatti intitolata La Dernière Image.
Una serie di fotografie, corredate da testi descrittivi, che rappresentano l’ultimo ricordo visivo di un gruppo di persone divenute cieche nel corso della loro vita.
La fusione dei racconti toccanti dei protagonisti di queste storie, che descrivono i  loro ultimi ricordi del mondo visibile, e le vivide fotografie realizzate da Sophie Calle crea un uragano di emozioni nel pubblico.
Un’altra perla preziosa di questa interessante mostra fotografica è la collezione Voir la mer: 14 cortometraggi nei quali l’artista documenta la reazione di alcuni turchi, dell’entroterra del Paese, che vedono per la prima volta il mare.

Pour la dernière et pour la première fois
Fino al 27 ottobre 2012
Galerie Perrotin
76 rue de Turenne
75003 Paris

L’expo Tim Burton sbarca a Parigi

L’expo Tim Burton sbarca a Parigi

La mostra dedicata a Tim Burton che ha riscosso un enorme successo al museo d’arte moderna di New York (Moma) è da poco sbarcata alla Cinémathèque francaise e sarà visitabile fino al 5 agosto 2012.
Dopo aver viaggiato attraverso vari paesi, tra i quali Canada e Australia, questa attesissima esposizione arriva a Parigi per la gioia dei tantissimi fans del mitico regista americano.
Una mostra retrospettiva che ricrea il laboratorio segreto di quest’artista visionario che nel corso del tempo ha ideato una lunga serie di personaggi e storie.
Disegni, bozze, costumi, accessori, maschere, sculture, cortometraggi, robots e tantissimi altri oggetti, disseminati su una superficie di circa 600 m², ripercorrono il percorso artistico e formativo del regista e disegnatore.
Il vasto campionario di personaggi eccentrici e fuori dal comune è presentato nella sua interezza attraverso i personaggi-simbolo della produzione di Burton: antieroi bizzarri e atipici, incompresi e fragili, che non sono consapevoli della loro stranezza.
Basti pensare a Edward mani di forbice che pensa di essere come tutti gli altri ignorando la sua particolarità.

La stranezza di ognuno di questi personaggi rappresenta la sua forza e la sua bellezza.
Gli eroi di Burton interrogano il nostro sistema di valori invitandoci a riconsiderare il senso della diversità.
In un mondo che tende a segregare i diversi e a spingere verso i margini i comportamenti non conformi ai canoni sociali, i freaks e i personaggi fantastici nati dall’immaginazione di Burton occupano un posto speciale al limite tra il meraviglioso e il mostruoso.
Il regista americano alterna una corrosiva ironia a una sensibilità infantile per connotare abilmente i suoi personaggi che si sono imposti nel panorama cinematografico mondiale mettendo d’accordo la critica e il grande pubblico.
Capolavori come Batman, Big Fish, Bettlejuice, Sleepy Hollow, Mars Attacks, La fabbrica di cioccolato, La sposa cadavere, Sweeney Todd e Nightmare before christmas sono pietre miliari nella storia del cinema contemporaneo.
La mostra dedicata a Tim Burton esplora i primi anni della creatività del regista, la sua adolescenza nella periferia di Los Angeles, gli studi presso la California Institute of Arts e le sue prime geniali idee.

Expo Tim Burton
Cinémathèque Française
51, rue de Bercy, 75012
Métro Bercy
Dal 7 mars al 5 agosto 2012

Exhibitions: Thuram contro il razzismo

Exhibition: L’invention du sauvage

L’ex difensore della Juventus e della nazionale francese Lilian Thuram promuoverà, a partire da domani, una mostra intitolata L’invention du sauvage, Exhibitions.
L’esposizione ospitata al Museo Quai Branly pone un interessante interrogativo ai visitatori riguardo l’uguaglianza degli uomini e le discriminazioni razziali.
Da quando ha lasciato il mondo del calcio Thuram si è dato molto da fare con attività impegnate finalizzate a sensibilizzare l’opinione pubblica.
Vittima di comportamenti razzisti durante la sua carriera calcistica, l’ex campione del mondo ha accettato di diventare il commissario di questa mostra.
L’obiettivo primario dell’evento è quello di far riflettere il pubblico sul concetto di razza per giungere alla conclusione che esiste una sola razza umana.
L’idea di organizzare la mostra è scaturita dalla convinzione che atteggiamenti e pregiudizi razzisti sono ancora oggi radicati nella mentalità comune.
Thuram afferma di aver sentito la necessità di reagire quando ha letto sul sito dello Zoo di Amburgo che “fino al 1930 era possibile ammirare esemplari si esseri umani, chiusi in gabbie, accanto agli animali”.
Effettivamente, tra il 1850 e il 1930, in occasione di rappresentazioni teatrali o circensi, fiere, feste di paese, esposizioni universali o coloniali, uomini provenienti dall’Asia, America e Oceania venivano esposti come fenomeni da baraccone.
Coadiuvato dagli scienziati Pascal Blanchard e Nanette Jacomijn Snoep, Thuram spiega che esiste una sola razza discendente dall’Homo Sapiens.
Quest’esposizione, che presenta manifesti, filmati e tantissime fotografie, non vuole essere moralizzatrice ma vuole sviluppare uno spirito critico stigmatizzando comportamenti e atteggiamenti scorretti.

EXHIBITIONS – L’invention du sauvage
Musée Quai Branly
37, quai Branly
75007 – Paris