Snobismo parigino

Una famosa canzone del grande Boris Vian prende in giro l’atteggiamento snob e sostenuto dei parigini.
La canzone s’intitola J’suis snob e ha il merito di enfatizzare abilmente, come solo Vian sapeva fare, uno dei più macroscopici difetti dei parigini: lo snobismo.
Per definizione lo snobismo è l’attaccamento smisurato alla forma, alle buone maniere, a tutto ciò che è in voga e alla moda, a tutto ciò che è ”in”.
Lo snob desidera appartenere a una classe elitaria e distinguersi dalla massa, per questo motivo tende a riprodurre i comportamenti e gli atteggiamenti di una classe sociale o intellettuale che reputa superiore.
Spesso imita i segni distintivi di questa classe sia nel linguaggio che nei gusti e nelle abitudini di vita e tratta con disprezzo quelli che considera appartenenti a classi inferiori.

Il parigino medio trasuda snobismo e trascorre la sua esistenza a visitare i luoghi piu branchés del momento e a rispettare le regole dettate dai guru della societá fashion.
L’abitante della ville lumière sgomita tra la folla per recarsi rapidamente al BHV e procurarsi l’ultimo Iphone, si concede una pausa in una delle tante terrasse del Marais, mangia un paio di macarons da Ladurée e si scatena in uno shopping frenetico da Zadig & Voltaire per accaparrarsi i vestiti piú trendy del momento.
Questo essere schizzinoso e con la puzza sotto il naso sorride raramente, ascolta musica lounge, mangia solo prodotti Bio e prende raramente la metropolitana che considera sudicia e affollata.
Lo snob parigino rinnova il suo guardaroba nei negozi della rue du Faubourg Saint-Honoré, fa la spesa esclusivamente al Monoprix, guida portando guanti in cuoio, prenota con largo anticipo i biglietti per il Roland Garros e il week-end si rilassa partendo a Deauville, Nantes o Londra.

Bonjour Paris!

I parigini e le buone maniere

Un altro momento in cui la pseudo-mielosità del popolo parigino tocca il suo culmine è la pretesa del Bonjour.
Che c’ è di male a salutare la gente con un cordiale “Buongiorno”? direte Voi.
Il difetto morboso, rispondo io, sta nel pretenderlo questo sacrosanto saluto!!!
Mi spiego meglio. Il parigino medio pretende che quando gli indirizziate la parola iniziate la vostra frase salutando con un Bonjour/Bonsoir; solo allora potrete formulare la vostra domanda o richiesta.
Se sarete talmente scellerati da omettere la formula di saluto dalla vostra frase, il simpatico parigino non esiterà a farvi notare la vostra maleducata dimenticanza.
Se per esempio chiedete un’indicazione a un passante dimenticando l’indispensabile incipit di cortesia e di saluto, il gentile sconosciuto al posto di rispondere alla vostra domanda vi risponderà con un Bonjour in modo tale da sottolineare quanto siete stati maleducati a non salutarlo.

Caso paradigmatico di questa pretesa di buone maniere spinta all’eccesso è Madame Bonjour.
Si tratta di una boulangère/panettiera dove io e Valeria andavamo sistematicamente a comprare la nostra baguette quotidiana quando abitavamo nel quartiere Mouffetard.
L’arzilla signora sembrava progettata per schiaffare Bonjour/Bonsoir in faccia ai clienti, qualunque cosa essi chiedessero; il fatto che avesse una voce particolarmente acuta ha contribuito a immortalare la sua immagine nella mia memoria.
Se il cliente esordiva dicendo “Une baguette de tradition, s’il vous plait”, la vecchietta parigina, da dietro il bancone,  rispondeva “Bonjour” e il cliente doveva sistematicamente ripetere la sua richiesta per la gioia di chi stava in fila ad attendere e a godersi queste scenette quotidiane.