La sindrome giapponese

Turisti giapponesi alla Tour Eiffel

Ogni anno decine di giapponesi, in visita nella capitale francese, vengono colpiti dalla cosiddetta sindrome giapponese o sindrome di Parigi.
Si tratta di una malattia strana e improvvisa che colpisce particolarmente i turisti nipponici trasportandoli in uno stato di smarrimento e confusione.
La patologia si manifesta attraverso sintomi fisici e psicologici: allucinazioni, senso di persecuzione, forte senso di calore e stato confusionale.
I tantissimi turisti dagli occhi a mandorla che si recano per la prima volta a Parigi sono esposti a questa malattia che nasce dalla profonda divergenza tra l’immagine idealizzata di Parigi e la dura realtà con cui i giapponesi si scontrano quando giungono nella ville lumière.
L’individualismo, l’arroganza e l’impazienza dei parigini provoca uno shock violento nello spirito dei nipponici abituati alla gentilezza, alla calma e alla timidezza.
I turisti provenienti dal Sol levante immaginano Parigi come la città da sogno immortalata in tante pubblicità di profumi o nei film, frequentata da donne di classe e ragazzi gentili e attraversata da un’atmosfera delicata e raffinata.
Per la maggior parte degli stranieri, Parigi rappresenta la città degli innamorati di Amelie Poulain, un paradiso pittoresco che somiglia alle foto in bianco e nero di Doisneau dove uomini eleganti e donne con il ventaglio in mano passeggiano per i boulevards.
Arrivati a Parigi, ci si rende rapidamente conto che la visione sublimata della capitale francese è solo un’utopia racchiusa in una bolla di sapone e che, aldilà della Tour Eiffel, Louis Vuitton e Chanel, la città nasconde un volto cinico e insensibile.
Il divario abissale tra la Parigi sognata e la Parigi reale causa un turbamento violento opponendo il disordine caotico all’armonia.
Si parte con l’immagine di una Parigi ideale e ci si ritrova dentro a un buco nero, di fronte allo sguardo glaciale dei parigini.
Uscendo a flotte dalle boutiques d’alta moda, i giapponesi si rendono conto che a Parigi, come nelle altre città del mondo, i problemi sociali abbondano: aggressioni, scippi, delinquenza, disuguaglianze, povertà e indifferenza.
Il sogno parigino si sgretola drammaticamente davanti ai loro occhi increduli e delusi.
I turisti colpiti da questa patologia spesso devono essere rimpatriati urgentemente e solo dopo parecchie settimane ritrovano l’equilibrio psichico.
Un consiglio spassionato agli amici giapponesi: sognare va bene ma con moderazione.
Parigi non è il paese dei balocchi!

Princess crêpe: gusto e fantasia nipponica

Princess crêpe

Princess crêpe

Situata nel cuore del Marais, Princess Crêpe è un indirizzo insolito dove la celebre specialità culinaria bretone incontra lo spirito Kawaii giapponese.
Caratterizzata da una facciata coloratissima e da decorazioni eccentriche dominate dalla tinta rosa, questa simpatica creperia è il luogo ideale per festeggiare i compleanni dei più piccoli e risvegliare la fantasia intorpidita degli adulti.
Appena entrati vi sembrerà di trovarvi in un’immensa casa delle bambole: una vetrina a forma di cuore gigante, il bancone rosa, le pareti e le sedie color caramella, i grembiuli festosi delle cameriere e tanti peluches sparsi dappertutto.
Preparate con la precisione e la pulizia tipiche dei giapponesi, le creazioni di Princess crêpe sanno soddisfare anche palati più esigenti: chantilly, nutella, caramello, marmellata, gelato e tanto altro ancora.

Princess Crêpe
3 rue des Ecouffes
75004 Paris

Un assaggio di primavera

Flowers that bloom at midnight

La primavera è arrivata in anticipo ai giardini delle Tuileries sottoforma di tre giganteschi fiori colorati che incuriosiscono i passanti.
Si tratta di tre enormi sculture facenti parte dell’esposizione, recentemente ospitata al Centro Pompidou, dell’artista giapponese Yayoi Kusama.
I tre fiori psichedelici fanno parte della collezione intitolata Flowers that bloom at midnight e riproducono l’universo angosciante dell’artista nipponica e le sue visioni allucinate.
I fiori rivestono un ruolo essenziale nella cultura giapponese e simboleggiano il rinnovamento, la gioia e il piacere effimero.
Con lo sbocciare della primavera, i giapponesi si riuniscono sotto gli alberi di ciliegio e si lasciano sfiorare, in segno di buon auspicio, dai petali che cadono armoniosamente dagli alberi.

Yayoi Kusama, come Murakami, reinterpreta questo tema poetico tratteggiandolo di sfumature spaventose e inquietanti.
Queste surrealiste rappresentazioni floreali provengono direttamente dalla fantasia allucinata della Kusama che si è auto-definita come una moderna alice nel paese delle meraviglie.
Oggi ottantaduenne, l’anziana artista continua a vivere in un universo fantastico che traduce nelle sue opere insolite e stravaganti.

Un dirigibile sorvola Parigi

Un dirigibile survola Parigi

Se abitate a Parigi o la state visitando in questi giorni, avrete sicuramente notato l’insolita presenza di un enorme dirigibile che sorvola la capitale francese.
Un apparecchio di tipo Zeppelin-NT volerà sopra la ville lumière dal 12 al 20 marzo per realizzare una cartografia della radioattività della città.
Dotato di numerosi sensori, il dirigibile realizzato dalla compagnia Airshipvision effettuerà una ventina di voli sui cieli di Parigi nell’ambito di questa ricerca scientifica finanziata dal Segretariato Nazionale della Difesa e della Sicurezza Nazionale (SGDSN).
Le informazioni ottenute grazie all’utilizzo di quest’enorme pallone volante permetteranno di tracciare un quadro delle onde radioattive, naturali o artificiali, che aleggiano su Parigi.
Lo Zeppelin volerà a un’altezza di 150-200 metri per rilevare eventuali anomalie e saprà destare la curiosità dei tanti passanti che alzeranno gli occhi al cielo.
La presenza di questo gigantesco rilevatore di onde radioattive non indica un eventuale pericolo per i parigini.
Il dirigibile misurerà quei deboli segnali, presenti in tutte le città, dovuti alla radioattività naturale come per esempio quelli contenuti nel suolo o nei materiali di costruzione degli edifici.
E’ la prima volta che un dirigibile viene utilizzato per questo tipo di rilevamenti che solitamente vengono effettuate attraverso l’uso di elicotteri: una delle finalità di questa missione è proprio quella di comprendere se l’uso dello Zeppelin risulta più efficace e se si adatta meglio alle condizioni urbane.
Le analisi permetteranno di interpretare più facilmente i risultati ottenuti in periodo di crisi radioattiva e d’identificare più facilmente una possibile minaccia.

Una tragica coincidenza ha voluto che questo progetto di ricerca sia coinciso con la tragica catastrofe nucleare di cui è vittima impotente il popolo giapponese.
I danni, causati dal terremoto e dallo tsunami, alla centrale nucleare di Fukushima stanno focalizzando l’attenzione del mondo intero sul tema dell’energia nucleare.
Un paese come la Francia che conta ben 19 centrali nucleari attive sul suo territorio farebbe bene a riflettere e a ripensare al modo in cui ha organizzato la produzione della sua energia.
Il disastro nucleare che ha colpito il Giappone dovrebbe fare riflettere Paesi come l’Italia che hanno scelto di non impiantare reattori nucleari sul proprio territorio ma che sembrano essere propensi all’uso dell’energia nucleare.
Purtroppo si suole parlare dei rischi legati all’energia nucleare solo dopo gravissime tragedie come quelle avvenute a Chernobyl, negli Stati Uniti (nell’impianto di Three Mile Island) e adesso in Giappone a Fukushima.
Sarebbe opportuno considerare in anticipo i rischi legati a questo tipo di energia e tenere in considerazione le tante forme di energia alternativa dall’eolica alla solare, troppo spesso sottovalutate e discutere del problema dell’eliminazione delle scorie radioattive piuttosto che nasconderle pavidamente sotto gli oceani.
Il nucleare rappresenta senza dubbio una forma d’energia molto redditizia ma costituisce al tempo stesso una spada di Damocle pronta a cadere inesorabilmente sull’umanità.
Una saggia frase di Albert Einstein riassume perfettamente questo concetto“L’uomo ha scoperto la bomba nucleare, però nessun topo al mondo costruirebbe una trappola per topi”.

Delizie franco-nipponiche: la pasticceria Sadaharu Aoki

La pasticceria Aoki

Il pasticcere giapponese Aoki propone un originale connubio tra i sapori giapponesi e la pasticceria francese.
Nascono da quest’incontro goloso originali creazioni come l’éclair al tè verde, il macaron al wasabi o ancora fagioli rossi zuccherati.
Nato a Tokyo nel 1968, diplomato presso la scuola di cucina Machida, Sadaharu Aoki è arrivato in Francia nel 1991, dopo aver lavorato nella pasticceria Chandon di Tokyo.
Quattro negozietti dalla doppia nazionalità sono disseminati negli arrondissement parigini:

Boutique Ségur
25 rue Pérignon
75015 Paris

Boutique Vaugirard
35 rue de vaugirard
75006 Paris

Boutique Port Royal
56 boulevard de Port Royal
75005 Paris

Boutique Lafayette Gourmet
Galeries Lafayette Gourmet 1er étage
40 Boulevard Haussmann
75009 Paris

Oltre alle boutiques parigine, Aoki ha anche aperto tre pasticcerie a Tokyo.

Il riposante giardino dell’Unesco

Il giardino della pace dell’Unesco

Moltissime nazioni hanno visitato la sede dell’Unesco, situata nel VII arrondissement di Parigi, e ciascuna ha lasciato la sua personalissima impronta.
Tra le opere offerte dai vari paesi è possibile ammirare una croce armena, installazioni eoliche provenienti dalla Grecia, realizzazioni murali di Picasso, lo spazio Miró e tanto altro ancora.
Il pezzo resta indiscutibilmente il giardino giapponese realizzato dall’architetto paesaggista Noguchi che nel concepirlo ha dato un tocco personale alla sua creazione.
Per gustare pienamente questo giardino bisogna attraversarlo nella sua totalità e scoprire le differenti sfaccettature e colori che cambiano seguendo il percorso del visitatore.

Potrete ammirare, su 1700 metri quadrati, una fontana centrale avente la forma di un ideogramma che significa “cuore puro”, una passerella fiorita ispirata al teatro giapponese kabuki, una lanterna che custodisce il fuoco protettore e purificatore, un ruscello e altri luoghi incantati.
L’armonia regna in questo spazio che é stato studiato con cura dal suo realizzatore per conferire una sensazione di pace.
Lo scultore e disegnatore nippo-americano, Isamu Noguchi, si é recato personalmente nell’isola giapponese di Shikoku per scegliere i materiali che avrebbe utilizzato per la composizione del giardino.
In seguito, 88 tonnellate di pietre sono state trasportate a Parigi dove tre giardinieri giapponesi le hanno disposte minuziosamente nello spazio antistante il palazzo dell’UNESCO.
Per terminare il jardin de la paix dell’UNESCO sono, infine, stati piantati alberi di bambou, camelie, aceri e ciliegi.

Sulla pietra piú alta della fontana, scelta per la bellezza della sua forma, è incisa la parola pace nei caratteri giapponesi: la parola è incisa al contrario in maniera tale che anche il suo riflesso sull’acqua sia leggibile.
L’angelo di Nagazaki, una scultura scampata all’esplosione della bomba atomica, veglia su questo luogo fatato.
Se lo stress parigino vi attanaglia e avete bisogno di un luogo tranquillo in cui ritrovare pace e tranquillitá, il giardino dell’Unesco vi aspetta!

7, Place du Fontenoy
75007 Paris
Metro : Cambronne o Ségur

Una prova d’amore giunta da lontano

La pagoda di rue Babylone

Destino curioso quello di questa pagoda giapponese del XIX secolo che un ricco e innamorato nipponico volle offrire alla sua donna in segno d’amore.
A tal fine la fece trasportare su una nave, direttamente dal Giappone, nel 1896.
A distanza di molto tempo, la pagoda ha mantenuto intatto il suo fascino e attira quotidianamente gli appassionati di cultura nipponica della capitale francese.
I cinesi avevano ipotizzato di farne la sede della loro ambasciata a Parigi ma hanno ben presto abbandonato quest’idea dopo essersi accorti che le decorazioni pittoriche sulle pareti della pagoda rappresentavano le scene di una sconfitta bellica subita dai cinesi a opera dei giapponesi.
Nel 1931 questo suggestivo luogo è stato convertito in un cinema specializzato nella produzione cinematografica giapponese.
Se la vostra curiositá vi porterà a voler assistere a una proiezione nella pagoda, assicuratevi che si svolga nella sala giapponese che si distingue per la bellezza delle sue decorazioni.

La Pagode
57, rue de Babylone
75007 Paris

Sushi, sashimi e maki …fai da te

sushi

Sushi, sashimi & maki a volontà

Siete amanti della cucina giapponese e avete voglia d’imparare la giusta tecnica per preparare sushi, sashimi e maki con le vostre mani?
Esistono diverse scuole o formazioni che propongono di farvi diventare un asso della cucina nipponica.
Quella di cui vi parlo oggi, è una scuola situata all’Espace Hattori, il Centro culturale franco-giapponese, dove potrete seguire per circa un’ora e mezza a lezione, un cuoco giapponese che vi svelerà tutti i segreti per riuscire alla perfezione i vostri manicaretti orientali.
L’Espace Hattori, tra l’altro, oltre ai corsi di cucina propone numerose attività che vanno dall’origami ai corsi di lingua giapponese.

Durante la formazione verranno spiegati nel dettaglio gli utensili da adoperare, gli ingredienti da usare, gli abbinamenti possibili e quelli da evitare, i trucchi essenziali per riconoscere il pesce veramente fresco e tanto altro ancora.
Dopo la teoria, la pratica: alla fine del corso sarete chiamati, grazie ai preziosi appunti presi durante la lezione, a confezionare con le vostre mani sushi dai gusti più originali con i quali stupire i vostri ospiti.

La degustazione dei piatti da voi stessi preparati chiuderà la formazione.

Espace Hattori
Centre culturel franco-japonais
8-10 passage Turquetil
75011 Paris