Le Pays des Bisounours

I Bisounours

I Bisounours

Ho lasciato l’Italia circa dieci anni fa.
E’ un bel Paese l’Italia e, ancora oggi, non capisco per quale motivo me ne sono allontanato.
E’ un Paese in cui regna la meritocrazia e i giovani, freschi di Laurea, trovano immediatamente un impiego a tempo indeterminato.
L’articolo 1 della costituzione, che recita “l’Italia è una democrazia fondata sul lavoro”, è rispettato meticolosamente e ogni anno, migliaia di neolaureati trovano lavoro grazie alle proprie competenze.
Il lavoro precario non esiste e il governo vara sistematicamente leggi e riforme finalizzate a garantire e incentivare l’occupazione, soprattutto quella dei più giovani.
Chi si trova nella sfortunata situazione della perdita del lavoro può contare su importanti ammortizzatori sociali che garantiscono una buona qualità di vita.
Il governo investe ingenti quantità di denaro nel campo della ricerca per agevolare il progresso scientifico e per mantenere in Italia i suoi eccellenti ricercatori.
E’ un Paese in cui non esiste la corruzione e i cittadini vigilano sul rispetto dei valori etici che hanno reso grande l’Italia e la sua reputazione nel resto del mondo.
I magistrati sono rispettati come divinità e i cittadini si affidano, con rigore e disciplina, alle loro decisioni.
I politici italiani mettono il bene dei cittadini davanti ai propri interessi personali e lottano quotidianamente contro le ingiustizie.
I nostri rappresentanti in parlamento prendono costantemente iniziative per ridurre le disuguaglianze sociali e manifestare il loro interesse verso la pratica della politica: riduzione dello stipendio, eliminazione dei vitalizi, riduzione del numero dei parlamentari, rinuncia ai vantaggi personali derivanti dalla carica politica.
I capi del governo mantengono sempre un comportamento integgerimo ed esemplare e, se commettono uno sbaglio o assumono atteggiamenti ritenuti immorali, sono pronti a fare un passo indietro abbandonando la carica che ricoprono.
Si sta bene in Italia, anzi benissimo.
Io, però, sono andato via perchè avevo voglia di conoscere un’altra cultura e un altro Paese.

Sono arrivato in Francia circa dieci anni fa.
E’ un bel Paese la Francia e ringrazio il cielo per essermi trasferito in questa nazione.
E’ un paese in cui fa sempre bel tempo e dove piove molto raramente.
Un sole raggiante illumina le giornate parigine e la stagione estiva dura più di quattro mesi.
Influenzati positivamente dal tempo mite, i francesi sono sempre sorridenti, non si lamentano mai di nulla e sono sempre pronti ad aiutare chi non parla la loro lingua.
La metropolitana di Parigi è un piccolo angolo di paradiso: si respirano fresche fragranze raffinate e un buon profumo di primavera, i pendolari discutono allegramente e simpatizzano tra loro, i passeggeri lasciano scendere educatamente gli altri prima di entrare nel vagone, la gente è distesa e rilassata.
Parigi è una città fantastica che garantisce a tutti un’ottima qualità di vita.
E’ possibile affittare un appartamento spazioso per poche centinaia di euro e il padrone di casa chiede pochissime garanzie.
Il prezzo del mattone è talmente basso che anche l’acquisto di una casa è alla portata di molti.
E’ il Paese dei diritti del’uomo e offre numerosi vantaggi economici e sociali ai suoi cittadini che, rispettosi e disciplinati, non approfittano mai del sistema e delle sue agevolazioni.
Il governo vara riforme eque e giuste che vengono accettate con molta comprensione dal popolo: i francesi  non scendono mai in strada a esprimere il proprio dissenso o, addiritttura, manifestare con forme violente di protesta.
Si sta bene in Francia, anzi benissimo.
Io, però, penso che un giorno andrò via perchè ho voglia di conoscere un’altra cultura e un altro Paese.

Ho già scelto la mia prossima destinazione: le Pays des Bisounours!

P.S.: Per chi non lo sapesse, l’espressione On n’est pas au Pays des Bisounours è utilizzata nel linguaggio francese per sottolineare, in maniera forte e colorata, che non viviamo in un mondo ideale.
Chi utilizza questa espressione fa capire al suo interlocutore che sta eccedendo con gli idealismi e le utopie e che la realtà è ben più dura e cruda.
E’ un modo simpatico per riportare con i piedi per terra chi ha tendenza a essere eccessivamente ottimista e a sognare un mondo ideale.
La parola Bisounours si riferisce a un cartone animato (andato in onda anche in italia con il nome di Orsetti del cuore) che ha come protagonisti dei teneri orsacchiotti circondati da stelline, farfalline, nuvolette, fiorellini colorati, arcobaleni e tanta tanta tranquillità!

Sei diventato parigino se…

Sei diventato parigino se...

Sei diventato parigino se…

Anche se non vuoi ammetterlo a te stesso, ormai sei diventato un parigino DOC.
I sintomi sono evidenti e parlano chiaro:

– Ti sembra normale pagare 800€ al mese per un monolocale minuscolo

– Conosci a memoria le stazioni della tua linea della metropolitana

– Appena un timido raggio di sole accarezza la città, ti precipiti a comprare baguette e formaggio per un pic-nic al Bois de Vincennes

– Consideri tutto ciò che si trova al di là del périphérique come un continente sconosciuto e selvaggio

– Sei diventato un campione dello sport cittadino più diffuso: la gimkana tra gli escrementi dei cani parigini che tappezzano i marciapiedi

– Non vai mai sugli Champs Elysées, a meno che non devi farli visitare a qualcuno

– Hai visto almeno una volta una troupe cinematografica girare un film per le strade della città…e non ti ha scioccato.

– Se hai fame e non hai tempo, compri un grec, non un kebab

– Conosci tutti i colori delle linee della metro

– Non hai paura di prendere il Noctilien

– I 3 animali che odi di più sono il topo, il piccione e…il turista

– Assaggi le cucine di tutto il mondo spostandoti di quartiere

– Incroci la miseria ogni giorno e, purtroppo, non ci fai più caso

– Sai imitare alla perfezione la voce che annuncia le stazioni della metro, soprattutto la versione spagnola della linea 14 a Gare de Lyon

– Nel tuo appartamento ricevi più di venti segnali Wi-fi diversi

– Conosci tutti i quartieri di Parigi ma vai sempre negli stessi posti

– Cerchi sempre di evitare di prendere la corrispondenza a Chatelet e di perderti nei suoi interminabili corridoi

– Anche se il sole splende e il cielo è azzurro, esci da casa con l’ombrello perchè non si sa mai

– Adori Parigi in Agosto quando la città si libera del suo male peggiore (i parigini!)

– Ti metti a sbuffare e a fare smorfiette se, prendendo la scala mobile, qualcuno resta immobile a sinistra e ti blocca il passaggio.

Vive la France!

Vive la France!

Vive la France!

Alimento le pagine di questo blog da diversi anni proponendovi curiosità, aneddoti, racconti e consigli relativi alla città di Parigi e alla cultura francese.
Ammetto che ho spesso utilizzato un tono pungente, amaro, sarcastico, duro, critico e una spiccata accezione negativa verso i parigini.
Con questo post voglio fare un piccolo mea culpa nei confronti dei nostri cugini francesi con cui da quasi 11 anni condivido la mia quotidianità.
Esistono differenze abissali che separano il popolo italiano da quello francese ma ciò non significa che uno sia migliore dell’altro.
Se in passato mi sono permesso di etichettare i francesi con epiteti e aggettivi talvolta acidi, era soltanto per stigmatizzare le divergenze e le sfumature culturali che ci allontanano.
Oggi, con una bella esperienza sul groppone da “italiano a Parigi” e qualche capello bianco in più, voglio ringraziare questa terra che mi ha accolto e che mi offerto la possibilità di realizzarmi.
Nel corso di questi anni trascorsi nella capitale francese, sono venuto a contatto con un campionario umano eterogeneo e vario.
Mi è capitato d’incontrare conducenti di taxi sgarbati e maleducati e altri cortesi e disponibili a una chiacchierata durante il tragitto, un vicino psicopatico che si metteva a urlare e a insultarmi ogni volta che invitavo amici a casa e una vicina gentilissima e sempre disponibile a darmi una mano, ristoratori scontrosi e/o disonesti e altri socievoli e cordiali, colleghi di lavoro squallidi e spietati e altri sinceri e affettuosi.
Non bisogna mai generalizzare i giudizi su di un popolo e la sua cultura: lo spirito dell’essere umano è talmente variegato e ricco di sfumature da non poter essere catalogato con semplici e riduttive etichette.
Vive la France!

Mondiale di calcio – Brasile 2014: Forza Azzurri!

Brasile 2014: XX° mondiali di calcio

Brasile 2014: XX° mondiali di calcio

Amici tifosi è giunto il vostro momento!
Mancano ormai pochissimi giorni prima dell’inizio della 20esima edizione della coppa del mondo di calcio.
Lo sport più popolare del pianeta raggiungerà, come ogni quattro anni, il suo momento di massimo splendore e verremo bombardati da risultati, pronostici, sintesi di partite, azioni salienti e commenti tecnici sui gol.
L’estate che si avvicina a grandi passi sarà caratterizzata da interminabili discussioni su falli, rigori non dati, azioni salienti, gol da cineteca, moviole, simulazioni e tanto altro ancora.
Il calcio d’inizio della coppa del mondo di calcio 2014 verrà dato il 12 giugno a San Paolo e la squadra campione sarà proclamata il 13 luglio a Rio de Janeiro: un mese di forti passioni ed emozioni che spingerà anche i più profani ad avvicinarsi a questo popolarissimo sport.
Quest’anno la competizione si svolgerà in Brasile.
L’organizzazione di questo attesissimo evento sportivo è stato assegnato alla patria del calcio.
Tutti gli aspetti legati all’organizzazione della coppa del mondo, dalla logistica alla sicurezza, sono stati curati nei minimi dettagli. La realizzazione di questo evento in Brasile viene vista come un’importante possibilità di rivincita e riscatto per un Paese dove il calcio rappresenta una vera e propria religione.

Per quanto riguarda i pronostici, si parla dei padroni di casa del Brasile o dell’Argentina di Lionel Messi che si distinguono per degli attacchi altamente prolifici, l’Inghilterra che vanta un vivaio giovane e talentuoso che potrebbe permettergli di aggiudicarsi un trofeo che manca da più di 40 ann, la Spagna, attuale campione in carica, la Germania e l’Olanda vengono ugualmente considerate come delle possibili pretendenti al titolo.
Numerosi sono i dubbi che aleggiano intorno alla formazione francese: i galletti blu hanno raggiunto la fase finale della competizione con molte difficoltà. Il livello di gioco mostrato è apparso mediocre fino adesso e lo stile dei francesi lascia alquanto a desiderare. Se non vogliono ripetere la catastrofica esperienza dello scorso mondiale, i cugini mangia-baguette dovranno cambiare mentalità durante il mondiale e ritrovare l’energia d’un tempo.
L’Italia di Cesare Prandelli, campione del mondo nel 2006, ha tutte le carte in regola per fare bella figura e gode di ottime quotazioni da parte dei bookmakers che vedono in questa squadra un collettivo che ha saputo rinnovarsi dopo la precedente competizione.
Allora Forza Azzurri! (un tempo si diceva Forza Italia, ma oggi equivalerebbe a sostenere un partito politico. La politica, con la sua viscida demagogia e la sua spietata logica ci impedisce anche di tifare per la nostra Nazionale!).

E voi, quale pronostico prevedete per questo mondiale?

Dove vedere le partite dei mondiali di calcio 2014

Uno dei tanti Irish pub di Parigi

Se, come me, non avrete la possibilità di recarvi in Brasile per godervi l’imminente mondiale di calcio 2014 e trascorrerete un’altra estate afosa a Parigi, eccovi qualche consiglio riguardo i miglior posti dove vedere le partite.
Dal 1998, anno in cui la Francia ha ospitato e vinto i mondiali, Parigi è letteralmente tappezzata di enormi tv a schermo piatto disseminate in tutte le brasserie e pub della capitale.
Tutto dipende dall’atmosfera che ricercate.
Se preferite assistere alle partite degli Azzurri attorniati da connazionali che gridano e cantano cori d’incitamento, potete recarvi alla Pizzeria Venezia nel quartiere di Bercy:

Le Venezia
3 Rue Corbineau
75012 Paris
Metro: Bercy

L’atmosfera è quella tipicamente italiana e potrete esultare sapendo che tutta la gente che vi sta intorno condivite la vostra stessa passione.

Se preferite piuttosto assistere alle partite degli Azzurri e a tutte le altre partite in un’atmosfera piú internazionale, recatevi in uno dei tanti Irish Pub della capitale.

Eccovi alcuni indirizzi:

Corcoran’s Irish Pub
28, Rue Saint-André des Arts
75006 Paris
Metro: Saint Michel

Corcoran’s Irish Pub
53 rue du Faubourg St Antoine
75012 Paris
Metro: Bastille

Mc Bride’s Irish Pub
54, rue Saint Denis
75001 Paris

The Fifth
62, rue Mouffetard
75005 Paris

In alternativa potete anche andare in uno dei pub della catena Frog and Princesse:

The Frog & British Library
114 Av de France
75013 Paris
Métro : Bibliothèque

The Frog & Princesse
9 Rue Princesse
75006 Paris

The Frog & Rosbif
116 rue St. Denis
75002 Paris
Metro : Etienne Marcel

The Frog at Bercy Village

25 Cour St. Emilion
75012 Paris
Metro : Cours St. Emilion

The Frog XVI
110 Bis avenue Kléber
75016 Paris
Metro : Trocadéro

Naturalmente, se la Francia avanza, uno schermo gigante sarà installato davanti l’Hotel de Ville.

Mondiale di calcio 2014: calendario, date e orari

Brasile 2014: Fifa world cup

Brasile 2014: Fifa world cup

Ci siamo! La ventesima edizione del mondiale di calcio, in Brasile, comincia tra meno di un mese.
La partita inaugurale Brasile-Croazia si disputerà nello stadio Arena Corinthias di San Paolo alle 17h00 del 12 giugno 2014 (le 22h italiane).
I maschi (e non solo) del pianeta non riescono più a contenere la trepidazione e tra pochi giorni monopolizzeranno tutte le televisioni per sintonizzarsi con il pianeta calcio.

Eccovi quindi il calendario completo delle partite del mondiale di calcio 2014 per non perdere nemmeno un incontro di quest’appassionante avventura.

GRUPPO A
12/06 17:00 (22.00) Sao Paulo / Brasile – Croazia
13/06 13:00 (18.00) Natal / Messico – Camerun
17/06 16:00 (21.00) Fortaleza / Brasile – Messico
18/06 18:00 (0.00) Manaus / Camerun – Croazia
23/06 17:00 (22.00) Brasilia / Camerun – Brasile
23/06 17:00 (22.00) Recife / Croazia – Messico

GRUPPO B
13/06 16:00 (22.00) Salvador / Spagna-Olanda
13/06 18:00 (00.00) Cuiaba / Cile – Australia
18/06 16:00 (21.00) Rio De Janeiro / Spagna – Cile
18/06 13:00 (18.00) Porto Alegre / Australia – Olanda
23/06 13:00 (18.00) Curitiba  / Australia – Spagna
23/06 13:00 (18.00) Sao Paulo / Olanda – Cile

GRUPPO C
14/06 13:00 (18.00) Belo Horizonte / Colombia – Grecia
14/06 22:00 (3.00) Recife / Costa d’Avorio – Giappone
19/06 13:00 (18.00) Brasilia / Colombia – Costa d’Avorio
19/06 19:00 (0.00) Natal / Giappone – Grecia
24/06 16:00 (22.00) Cuiaba / Giappone – Colombia
24/06 17:00 (22.00) Fortaleza / Grecia – Costa d’Avorio

GRUPPO D
14/06 16:00 (21.00) Fortaleza / Uruguay – Costarica
14/06 18:00 (0.00) Manaus / Inghilterra – Italia
19/06 16:00 (21.00) Sao Paulo / Uruguay – Inghilterra
20/06 13:00 (18.00) Recife / Italia – Costarica
24/06 13:00 (18.00) Natal / Italia – Uruguay
24/06 13:00 (18.00) Belo Horizonte / Costarica – Inghilterra

GRUPPO E
15/06 13:00 (18.00) Brasilia / Svizzera – Ecuador
15/06 16:00 (21.00) Porto Alegre / Francia – Honduras
20/06 16:00 (21.00) Salvador / Svizzera – Francia
20/06 19:00 (0.00) Curitiba / Honduras – Ecuador
25/06 16:00 (22.00) Manaus / Honduras – Svizzera
25/06 17:00 (22.00) Rio De Janeiro / Ecuador – Francia

GRUPPO F
15/06 19:00 (0.00) Rio De Janeiro / Argentina – Bosnia
16/06 16:00 (21.00) Curitiba / Iran – Nigeria
21/06 13:00 (18.00) Belo Horizonte / Argentina – Iran
21/06 18:00 (0.00) Cuiaba / Nigeria – Bosnia
25/06 13:00 (18.00) Porto Alegre / Nigeria – Argentina
25/06 13:00 (18.00) Salvador / Bosnia – Iran

GRUPPO G
16/06 13:00 (18.00) Salvador / Germania – Portogallo
16/06 19:00 (0.00) Natal / Ghana – USA
21/06 16:00 (21.00) Fortaleza / Germania – Ghana
22/06 18:00 (0.00) Manaus / USA – Portogallo
26/06 13:00 (18.00) Recife / USA – Germania
26/06 13:00 (18.00) Brasilia / Portogallo – Ghana

GRUPPO H
17/06 13:00 (18.00) Belo Horizonte / Belgio – Algeria
17/06 18:00 (0.00) Cuiaba / Russia – Corea del Sud
22/06 13:00 (18.00) Rio De Janeiro / Belgio – Russia
22/06 16:00 (21.00) Porto Alegre / Corea del Sud – Algeria
26/06 17:00 (22.00) Sao Paulo / Corea del Sud – Belgio
26/06 17:00 (22.00) Curitiba / Algeria – Russia

OTTAVI DI FINALE
sabato 28 giugno
P1 – (18.00) [prima classificata A] – [seconda classificata B] (Belo Horizonte)
P2 – (22.00) [prima classificata C] – [seconda classificata D] (Rio de Janeiro)
domenica 29 giugno
P3 – (18.00) [prima classificata B] – [seconda classificata A] (Fortaleza)
P4 – (22.00) [prima classificata D] – [seconda classificata C] (Recife)
lunedì 30 giugno
P5 – (18.00) [prima classificata E] – [seconda classificata F] (Brasilia)
P6 – (22.00) [prima classificata G] – [seconda classificata H] (Porto Alegre)
martedì 1 luglio
P7 – (18.00) [prima classificata F] – [seconda classificata E] (San Paolo)
P8 – (22.00) [prima classificata H] – [seconda classificata G] (Salvador)

QUARTI DI FINALE

venerdì 4 luglio
P9 – (18.00) [vincitrice P5] – [vincitrice P6] (Rio de Janeiro)
P10 – (22.00) [vincitrice P1] – [vincitrice P2] (Fortaleza)
sabato 5 luglio
P11 – (18.00) [vincitrice P7] – [vincitrice P8] (Brasilia)
P12 – (22.00) [vincitrice P3] – [vincitrice P4] (Salvador)

SEMIFINALI
martedì 8 luglio
P13 – (22.00) [vincitrice P9] – [vincitrice P10] (Belo Horizonte)
mercoledì 9 luglio
P14 – (22.00) [vincitrice P11] – [vincitrice P12] (San Paolo)

FINALE 3o/4o POSTO
sabato 12 luglio
(22.00) – [perdente P13] – [perdente P14] (Brasilia)

FINALE
domenica 13 luglio
(21.00) – [vincitrice P13] – [vincitrice P14] (Rio de Janeiro)

Confessioni di un apolide

Confessioni di un apolide

Ripubblico di seguito un post che risale al gennaio di due anni fa. Il tempo è trascorso ma i miei sentimenti non sono cambiati.

Ed eccomi qua! L’ennesimo ritorno a Parigi dopo le tradizionali vacanze in Sicilia dove, come ogni anno, ho trascorso indimenticabili giornate.
Mi fa sempre una strana sensazione trascorrere le “vacanze” a casa mia, con la mia famiglia, nel mio paese, tra la mia gente e mi sembra altrettanto strano, poi, tornare a Parigi e sentirmi a casa: ritrovare le mie abitudini, la cerchia di amicizie parigine e quella routine metropolitana a cui ormai sono abituato.
Due vite parallele che avanzano incondizionatamente, due universi distanti ma mescolati insieme nella mia mente.
La mia attività onirica me lo dimostra costantemente: quando sono a Parigi sogno di persone, cose, aneddoti e luoghi siciliani e viceversa quando sono in Sicilia sogno “in francese”.
Ogni volta che ritorno in Sicilia, ho l’impressione che tutto sia rimasto come l’avevo lasciato l’ultima volta: è come se avessi premuto il pulsante stand by nel telecomando della vita, cristallizzando emozioni e persone, e che una volta ritornato, il flusso del tempo ricominci normalmente.
E’ uno stato d’animo particolare quello di chi vive sospeso tra due (o piú) Paesi, confinato in un limbo di emozioni e speranze, costretto alla nostalgia e condannato alla malinconia.
Questa struggente dicotomia dell’anima che si dibatte tra presente e passato, tra ricordi e realtà, tra tradizioni e pragmatismo, riguarda sopratutto i siciliani che lasciano la propria terra in cerca di un Eldorado lontano o semplicemente di dignità.

I siciliani, sono maggiormente legati alla proprie origini perchè provengono da una terra baciata dal sole e carezzata dal mare, dove non c’è nulla che vada per il verso giusto ma la gente ha sempre il sorriso sulla bocca.
O forse quest’eterna malinconia riguarda chiunque decida di lasciare il proprio paese, qualunque esso sia, per cercare fortuna altrove.
Mi sono sempre chiesto se il fatto di essere siciliano, di essere nato e aver trascorso tutta la prima parte della mia vita immerso in paesaggi da cartolina e tra gente genuina, possa aver accentuato il senso del distacco.
Da piccolo non avrei mai pensato di abbandonare la mia bella Sicilia.
Il pensiero non mi traversava minimamente lo spirito. Come lasciarla? Con quali parole le avrei detto Addio? Come lasciarmi alle spalle tutto ció che la Sicilia rappresentava per me e tutto quello che mi aveva dato? In che modo cancellarla dalla mia mente? Con quali occhi guardare il mare prima di partire? Impossibile!
Eppure l’ho fatto.
Ancora oggi mi chiedo dove abbia trovato la forza di lasciarmi tutto alle spalle, fare fagotto delle emozioni e dei ricordi che volevo portarmi dietro e partire.

Pensavo di fare la classica esperienza di qualche mese, tappa obbligata per qualsiasi studente laureato in Lingue che tramite l’Erasmus o il Leonardo o qualsiasi altro progetto, vuole mettere in pratica ció che ha studiato.
Non è stato l’Erasmus a portarmi a Parigi, nè il Leonardo o l’Archimede pitagorico ma è stata la vita che ha letteralmente sradicato la mia vecchia esistenza siciliana per impiantarla nella ville lumière.
Sono passati sette anni da quando la vita ha deciso la mia partenza.
A distanza di tempo, la Sicilia fa sempre parte del mio essere ma la mia vita ha assunto sfumature diverse da quando abito a Parigi.
Questa città è una creatura bella e dannata, una ninfa da baciare ma della quale non bisogna assolutamente innamorarsi o sarà lei ad avere la meglio e resterete, come il sottoscritto, invischiati tra le sue braccia.
Parigi è una carogna luccicante che sa ammaliare chi prova a sentirne l’odore o chi vuole solamente sfiorarla.
E’ facile restare impelagati in questa splendida città, godere dei piaceri che essa offre, abbandonarsi nei suoi meandri saporiti.
E’ facile sentirsi a casa a Parigi, ambientarsi, crearsi una nuova vita e non vedere passare gli anni.
Non è facile lasciare Parigi dopo che ti ha percorso l’anima.

La dignità del voto dall’estero

Votazioni 2013...dall'estero

Votazioni 2013…dall’estero

Ho appena inviato al consolato italiano il mio voto per le elezioni politiche 2013.
Le schede elettorali sono arrivate direttamente nella mia cassetta delle lettere qualche giorno fa.
La busta che mi è stata recapitata conteneva il tagliando elettorale, le liste dei candidati, due schede (per l’elezione dei rappresentanti della camera dei deputati e del senato della Repubblica) e le dettagliatissime istruzioni relative alla procedura di voto.
Ho segnato con una croce il simbolo del partito scelto, ho espresso le mie preferenze scrivendo due nomi accanto al logo del partito, ho piegato le due schede, le ho inserite nella busta bianca, ho messo la busta bianca all’interno della busta pre-affrancata insieme al tagliando elettorale e ho inviato il tutto al consolato italiano di Parigi.

Il voto per corrispondenza è riservato agli italiani residenti all’estero regolarmente iscritti all’AIRE (albo italiani residenti all’estero).
Non possono votare dall’estero, quindi, studenti Erasmus, o italiani che effettuano missioni lavorative temporanee o vacanze di alcuni mesi.
Il diritto di voto spetta agli emigrati di nuova e vecchia generazione: gli italiani che in tempi non lontanissimi lasciarono l’Italia con la valigia di cartone in cerca di fortuna e le nuove generazioni andate via dall’Italia perchè il Belpaese gli ha chiuso le porte in faccia.
Lo stesso diritto vale anche ai loro figli e nipoti che, se possiedono il doppio passaporto, possono esprimere il loro voto per le elezioni italiane.

Votare direttamente da casa è semplice e comodo…ma siamo sicuri che questo sistema di voto comporti solamente vantaggi per l’elettore.
Confesso che quando ho lasciato scivolare il plico contenente il mio voto nella buca delle lettere sono stato assalito da un certo senso di insicurezza.
Ho affidato la mia scheda a un piccione viaggiatore ma chi mi garantisce che il piccione arriverà a destinazione? Chi mi da la sicurezza che quel piccione non venga intercettato da un cacciatore malintenzionato che preferisca mangiarselo con contorno di patate (i piccioni, tra l’altro, sono uno dei piatti preferiti dei francesi)? Come faccio a essere sicuro che il mio voto non si perda nell’etere e che termini il suo viaggio all’interno di un’urna elettorale?
La busta pre-affrancata inviatami dal consolato non era nè una raccomandata nè un invio tracciabile. Non dispongo, dunque, di alcun mezzo per seguire il percorso della mie schede elettorali.
Capisco che inviare una lettera raccomandata pre-pagata a ogni elettore sarebbe stato troppo costoso ma esiste anche il “courrier suivi” che è molto meno caro e permette al mittente di seguire il percorso della lettera inviata. Sarebbe stata una valida alternativa alla modalità di voto proposta agli italiani all’estero.
Le mie riflessioni nascono fondamentalmente dalla costatazione che in occasione delle elezioni precedenti si sono verificati imbrogli e inciuci vergognosi relativi alle schede degli italiani all’estero.
E cosa e’ stato fatto per impedire che questa squallida pantomima non si ripeta?
Meno di niente.

Il voto di noi italiani all’estero viene tristemente snobbato perchè le nostre preferenze, secondo la legge Tremaglia del 27 Dicembre 2001, serviranno solamente a eleggere i 18 parlamentari della circoscrizione estera (12 deputati e 6 senatori): la circoscrizione Europa eleggerà 5 deputati e 2 senatori, la circoscrizione Sudamerica 4 deputati e 2 senatori, la circoscrizione Nordamerica 2 deputati e un senatore e la circoscrizione Asia-Africa-Oceania un deputato e un senatore.
Il nostro voto avrebbe molta più rilevanza se andrebbe ad amalgamarsi al voto degli italiani residenti in Italia.
Gli italiani all’estero sono oltre 4 milioni (Europa: 2.365.170; America Meridionale: 1.338.172; America Settentrionale e Centrale: 400.214; Africa, Asia, Oceania e Antartide: 237.600) e il loro voto potrebbe essere decisivo per le elezioni nazionali e/o regionali se solo venisse conteggiato insieme a quello degli altri italiani.
Invece no. Il voto di chi, spesso a malincuore, ha lasciato l’Italia serve solo all’elezione di 12 deputati e 6 senatori che dovrebbero fare gli interessi degli italiani all’estero.
Dico “dovrebbero” perchè 18 mi sembrano eccessivi e perchè il ruolo di intermediario tra gli italiani all’estero e la madrepatria dovrebbe essere rivestito da consolati, ambasciate, COMITES e altri organismi che beneficiano di fior di finanziamenti.
Se si sopprimessero questi 18 parlamentari, inoltre, i soldi loro destinati (circa 3 milioni e mezzo di euro) potrebbero essere utilizzati per finanziare organismi e associazioni presenti sul territorio e in grado di aiutare concretamente gli italiani all’estero.
Diciotto parlamentari per rappresentare gli italiani all’estero sono al tempo stesso pochissimi: come farà un italiano che vive in Svezia a rappresentare me che vivo a Parigi? Certo, condividiamo il fatto di essere due italiani all’estero ma ciascuno di noi vive problematiche specifiche legate indissolubilmente all’area geografica di residenza.
Se proprio si è deciso di creare una rappresentanza della circoscrizione estera nel Parlamento italiano, sarebbe giusto sostituire la ripartizione in macroregioni geografiche con un sistema che rispetti e prenda in considerazione tutte le comunità italiane sparse nel mondo.

Il voto degli italiani all’estero non sarebbe svuotato di significato se partecipasse all’elezione del parlamento italiano e non si limitasse a eleggerne una fetta minuscola e poco efficace. Il voto di ogni emigrato italiano avrebbe allora il giusto valore.
L’obiezione a questa mia affermazione è prevedibile: ma perchè gli italiani all’estero dovrebbero avere il diritto di votare per un Paese (l’Italia) nel quale non risiedono, per il quale non pagano le tasse e che hanno abbandonato?
Ecco la risposta.
1) La maggior parte degli italiani all’estero ha abbandonato l’Italia suo malgrado (mancanza di lavoro, assenza di prospettive, situazioni estremamente precarie, aiuti sociali carenti, ecc. ecc.) lasciando nel Belpaese gli affetti più cari e una parte del proprio cuore.
2) Gli italiani residenti all’estero sognano di tornare un giorno e trovare un’italia diversa, giusta, democratica, meritocratica e dove il lavoro sia un diritto come recita l’art.1 della nostra Costituzione.
Per realizzare questo cambiamento, gli italiani emigrati devono avere la possibilità di votare per scegliere una classe politica dirigente diversa da quella che non gli ha garantito un futuro e che li ha costretti ad andare via dall’Italia.
3) Gli italiani all’estero seguono molto più la politica italiana che la politica del Paese in cui vivono. Il loro punto di visita e il loro voto nasce da una conoscenza approfondita della situazione politica nazionale e dalla consapevolezza che una svolta radicale è l’unica possibilità per ridare speranza al proprio Paese. Per realizzare questo cambiamento, gli emigrati italiani devono poter votare e il loro voto deve avere il giusto peso e la giusta dignità.

Voglia di Rivoluzione!

La Rivoluzione Civile di Antonio Ingroia

La Rivoluzione Civile di Antonio Ingroia

Le elezioni del Parlamento italiano, indette per il 24 e il 25 febbraio, si avvicinano a passi da gigante e tra poco gli italiani saranno chiamati alle urne per scegliere la nuova compagine politica che avrà l’oneroso compito di risollevare la drammatica situazione di un’Italia impelagata in una grave crisi economica, sociale e culturale.
Prima delle vacanze natalizie avevo redatto un post in cui manifestavo una certa simpatia verso la ventata di rinnovamento proposta dal movimento 5 stelle di Grillo che propone valori semplici ma essenziali per una democrazia che possa essere considerata tale.
Da quel post pre-natalizio le pedine della scacchiera politica sono cambiate e mi sento di simpatizzare maggiormente per il partito della Rivoluzione Civile di Antonio Ingroia, magistrato antimafia che ha partecipato ai processi più controversi degli ultimi anni al fine di svelare la verità sui viscidi e inestricabili rapporti tra criminalità organizzata, politica ed economia (tra cui la trattativa Stato-mafia sviluppatasi negli anni ’90).
Tornato dal Guatemala, dove era stato inviato dall’ONU per dirigere l’unità investigativa specializzata nella lotta al narcotraffico, Ingroia si è assunto la responsabilità di rappresentare una valida alternativa alle attuali forze politiche.
Rivoluzione Civile raggruppa simbioticamente rappresentanti della società civile ed esponenti della politica pulita per gettare le fondamenta di un Paese rinnovato e libero dalla piovra del berlusconismo e dalle becere logiche economiche di Monti.
Scelte di governo scellerate hanno depredato un’intera generazione del proprio futuro, biechi personaggi di scarsa caratura umana e politica hanno ridotto in brandelli i diritti dei lavoratori, pseudotecnici e professori bocconiani hanno palleggiato distrattamente con la dignità delle classi lavoratrici prima di calpestarla con disprezzo.
Il partito di Ingroia si propone di ridare il giusto valore all’articolo 1 della nostra Costituzione e di rimettere in primo piano il diritto al lavoro, tassello essenziale e fondamentale della nostra società e della dignità umana.
Personalmente considero Rivoluzione Civile una valida alternativa all’impresentabile casta politica che ha portato l’Italia sull’orlo del tracollo e all’indistinta amalgama di pseudo-politicanti che, come avide iene, accerchiano il corpo agonizzante del Belpaese.
Lo tsunamico partito di Grillo continua a farmi molta simpatia ma penso che Rivoluzione Civile presenti una maggiore lucidità programmatica, facce pulite e idee chiare sul futuro del Paese.
Ecco perché tenevo a manifestare tutto il mio appoggio a Antonio Ingroia e alla sua avventura politica.
Mi auguro che Rivoluzione Civile ottenga un alto numero di consensi e che riesca a contrapporsi efficacemente a quei dinosauri politici interessati più alla salvaguardia della  propria poltrona e a squallidi giochi di potere che al bene dell’Italia.

Gli italiani a Parigi (e più in generale all’estero) per esercitare il proprio diritto di voto devono essere regolarmente iscritti all’AIRE (Albo italiani residenti all’estero).
Il voto avviene per corrispondenza esprimendo la propria preferenza per le liste dei candidati presentate nella rispettiva ripartizione della Circoscrizione Estero.
L’elettore esprime il proprio voto tracciando  un segno sul contrassegno corrispondente alla lista da lui prescelta; chi vota puo’ inoltre esprimere la sua preferenza scrivendo il cognome del candidato nell’apposita riga posta accanto al contrassegno votato.
Convinto del mio sostegno a Rivoluzione Civile, ho anche trovato un valido candidato da supportare per la circoscrizione estera.
Si tratta di Caterina Avanza, co-fondatrice di Ethicando, che ho incontrato casualmente la settimana scorsa.
Vagando senza metà lungo il canal Saint Martin, mi sono imbattuto sull’insegna della boutique Ethicando e ho deciso di fermarmi per bere un caffè.
Avevo già sentito parlare di Ethicando, un’impresa sociale che si batte per la legalità e vende i prodotti delle cooperative sociali italiane, e la pausa caffé improvvisata si rivela un’ ottima occasione per conoscere Caterina che, con entusiasmo e idee chiare, mi parla della sua candidatura e della sua voglia di cambiamento.
Votare in questo periodo di crisi economica (e soprattutto politica) non è facile e scegliere un partito e un volto che siano capaci di invertire la rotta e riportare il cammino del Paese lungo la giusta direzione non è un’impresa semplice.
Dopo lunghi anni di malgoverno e di bistrattamento del mondo del lavoro, risulta inevitabile fare tabula rasa e rimpiazzare i volti fossilizzati dell’attuale classe politica con nuove facce determinate a risollevare le sorti del Paese.
Ecco perchè esprimo la mia stima e la mia adesione alla candidatura di Caterina Avanza che potete conoscere leggendo una sua intervista che riporto di seguito o, come ho fatto io, recandovi direttamente da Ethicando per scambiare due opinioni con lei.

Intervista

Sei alla prima esperienza politica, ti senti pronta ?
Che io sia giovane é un dato di fatto. Pero devo dire che sono cresciuta a pane e politica. Da bambina non avevamo la televisione e i miei mi costringevano a stare a tavola dove si parlava sempre di politica. Forse é per questo che ho scelto di laurearmi in scienze politiche! E poi ho fatto tante esperienze diverse, in tanti paesi diversi, ho lavorato nel Microcredito, nella comunicazione politica, sono mamma. Si mi sento pronta, e penso che sia venuto il momento di una politica fatta anche da giovani, da donne e da gente pulita, sincera e che vive e pensa ai problemi concreti delle gente al posto che concentrarsi solo sul gioco delle poltrone dal quale i partiti sembrano assorbiti.

Politica e antipolitica ? Quale differenza ?
Sono d’accordo con Antonio Ingroia quando dice che fare politica é un atto nobile e che non bisogna nascondersi o peggio vergognarsi. Preoccuparsi dei problemi della polis e mettersi a disposizione per risolverli ognuno con le proprie capacità e sensibilità é un atto fondamentale nella vita di ognuno di noi. L’antipolitica é pericolosa e nemica della democrazia. Non andare a votare significa non partecipare al dibattito per il bene comune perché la politica, quella vera, é gestione collettiva del bene comune.
Vista e considerata la decadenza morale della politica italiana, quando dico alla gente che ho deciso di candidarmi osservo molto spesso uno sguardo sospettoso, perché ormai tutti fanno l’equazione politica uguale magna magna, uguale privilegi, ma per fortuna c’é anche gente, ed é il mio caso, che fa politica per cercare di dare il suo contributo, per cambiare le cose, come servitore dello Stato.
Quindi ai giovani disgustati dalla politica ho voglia di gridare, forza fatevi avanti, proponete delle soluzioni e andate a votare, interessatevi ai candidati, soprattutto in Europa dove si ha la possibilità di scegliere il candidato.

La lista Rivoluzione Civile potrebbe portare a una sconfitta del
centro-sinistra ?

Ad una sconfitta no. Ma il suo ingresso in Parlamento é fondamentale e davvero auspicabile per avere una forza che sia davvero contro il montismo e contro il Fiscal Compact che sta facendo dei danni gravi all’economia sulla schiena della gente. Ma vi sembra normale che in un solo anno con tutti i sacrifici che il governo Monti ha chiesto agli italiani il rapporto deficit pil sia salito di 6 punti superando il 126%? Quindi si fanno tagli dolorosi, si tagliano i servizi, la sanità, si aumentano le tasse in nome della riduzione del debito per rispettare il patto fatto con Bruxelles e invece il debito continua a salire a causa degli interessi. Rivoluzione Civile vuole e si batterà alleata ad altre forze politiche Europee per una rinegoziazione di questi accordi che stanno portando tutta l’Europa in una recessione tremenda. L’accordo fra Monti e Bersani é ormai certo e visti i risultati drammatici, direi che é assolutamente da scongiurare.
Inoltre é fondamentale che nel contesto politico italiano completamente degradato, in un clima di rabbiosa antipolitica, esista una forza politica che metta come primo punto del suo programma l’anticorruzione e una vera lotta alle mafie. La legge anticorruzione fatta dal governo Monti é ridicola in un paese dove la corruzione costa agli italiani 60 miliardi di euro all’anno. Solo con leggi severissime che impediscono il voto di scambio, che penalizzano il falso in bilancio, si riuscirebbe a sconfiggere questo cancro e con i soldi recuperati si potrebbero abbassare le tasse o eliminare l’IMU sulla prima casa. Se mi permettete, questo é il vero VOTO UTILE!

Qual’e` il messaggio che ti distingue dagli altri ?
Ribadisco che la mia candidatura non é il frutto di logiche di potere delle segreterie dei partiti. Sono l’unica esponente della società civile presente sulla lista Rivoluzione Civile in Europa. Non ho tessere di partito. Appartengo al movimento antimafia, da anni mi batto nel sociale, sono co-fondatrice di Ethicando, un’impresa sociale che si batte per la legalità e vende i prodotti delle cooperative sociali italiane. La mia voglia di impegnarmi in politica attivamente nasce dalla volontà di portare le battaglie delle associazioni antimafia in Parlamento e dal voler portare un nuovo modo di fare politica, quello che si batte per il bene comune.
Trovo che i salari dei Parlamentari siano scandalosamente alti e che vadano ridotti drasticamente. Chi va in Parlamento ci deve andare come un dovere civico, come servitore dello Stato. Come tale deve ricevere un salario ma che potrebbe essere paritario a quello dei magistrati e non tre volte superiore.
Ma visto che una tale riforma non si farà in brevi termini, mi impegno a creare una fondazione Rivoluzione Civile Europa dove verserò’ la metà del mio salario per finanziare borse di studio per gli italiani all’estero e/o borse di alloggio per pagare le agenzie immobiliari quando si affitta casa.

A chi rivolgi il tuo messaggio ?
A tutti quelli che come me amano tantissimo l’Italia e che pensano che l’Italia meriti una classe politica che porti rispetto questo paese e non una classe politica che lo maltratti e lo derubi come é successo negli ultimi 20 anni.
Non sono una politica di professione, sono una portavoce di esperienze comuni: come tanti, sono stata studentessa, ho avuto difficoltà a trovare casa, a trovare un lavoro stabile, a trovare chi tenesse i miei figli per permettermi di lavorare e sono queste le preoccupazioni che vanno portate in Parlamento.

Panzani: questo sconosciuto

La pasta Panzani

Mimetizzata tra spaghetti Barilla, fusilli Garofalo e bucatini De Cecco, la pasta Panzani campeggia fieramente in tutti i supermercati francesi.
La Panzani è una delle marche di pasta più consumate in Francia e agli occhi dei francesi rappresenta un simbolo d’italianità e della cucina del Belpaese.
Peccato che in Italia questa pasta non sia mai stata commercializzata e probabilmente non lo sarà mai.
Sebbene le pubblicità insistano sulla sua italianità, la Panzani è prodotta interamente in Francia, nella zona di Lione, e non ha nulla a che vedere con l’Italia.
I pubblicitari della marca, al fine di incrementare le vendite, hanno pensato bene di giocare con la bandiera italiana per decorare le confezioni e concepire spot pubblicitari che abbondano di riferimenti allo Stivale.
L’unico legame con l’Italia è la nazionalità del fondatore della marca Giovanni Ubaldo Panzani che nel 1929 prese la nazionalità francese e si fece chiamare Jean Panzani.

Il giovane Panzani decise di continuare il mestiere del padre e cominciò a produrre pasta artigianale che consegnava in bicicletta.
Il gruppo Panzani, che oltre a vari tipi di pasta produce anche salse e condimenti, ha conosciuto un rapido sviluppo ed è oggi una delle marche preferite dei francesi.
Il problema è che i francesi considerano la Panzani come una pasta italiana e pensano che noi italiani la divoriamo fin da piccoli.
Pur essendo estremamente nazionalisti, sciovinisti e fedeli alla bandiera, i francesi accarezzano il tricolore italiano pur di vendere qualche pacco di pasta in più.
Tutto è concesso nel marketing e la Panzani riuscirà pure a infinocchiare la sua pasta pseudo-italiana ai francesi, gli italiani la snobberanno e continueranno ad acquistare le marche prodotte in Italia.
In ultima analisi voglio comunque sottolineare che anche la qualità delle marche italiane di pasta risulta più scarsa in Francia, probabilmente a causa della qualità di grano utilizzata: essendo destinate a palati meno esigenti di quelli italiani, le marche di pasta prodotta in Italia per l’esportazione prendono il lusso di abbassare la qualità del prodotto (per la gioia di noi italiani all’estero!).