XII Forum delle associazioni italiane

Forum associazioni italiane - 2016

L’Italia fa squadra

Il dodicesimo Forum delle associazioni italiane si terrà domani, sabato 11 giugno 2016, alla Maison des Associations (ex Gare de Reuilly) nel XII arrondissement di Parigi.
La manifestazione rappresenta per i parigini l’occasione unica per scoprire più da vicino la comunità italiana e le sue tradizioni attraverso degustazioni, proiezioni, esposizioni e tanto altro ancora.
Numerose associazioni saranno presenti per condividere le proprie iniziative con i partecipanti: associazioni regionali volte a promuovere la ricchezza e la diversità delle province, gruppi folk, gruppi di conversazione, associazioni che mirano a salvaguardare il patrimonio storico-culturale italiano e altre che affrontano i delicati temi della giustizia e della legalità.
Potete scaricare, cliccando sui link, la lista delle associazioni partecipanti e il programma completo della manifestazione.
L’edizione di quest’anno intitolata “L’Italia fa squadra: foot, food et musica contro l’odio” si propone di conciliare l’avvento del campionato Europeo di calcio, che si tiene in Francia, con la scoperta delle tradizioni gastronomico-culturali dell’Italia.

Sabato 11 giugno 2016
Maison des associations
181 avenue Daumesnil
75012 Paris

La dignità del voto dall’estero

Votazioni 2013...dall'estero

Votazioni 2013…dall’estero

Ho appena inviato al consolato italiano il mio voto per le elezioni politiche 2013.
Le schede elettorali sono arrivate direttamente nella mia cassetta delle lettere qualche giorno fa.
La busta che mi è stata recapitata conteneva il tagliando elettorale, le liste dei candidati, due schede (per l’elezione dei rappresentanti della camera dei deputati e del senato della Repubblica) e le dettagliatissime istruzioni relative alla procedura di voto.
Ho segnato con una croce il simbolo del partito scelto, ho espresso le mie preferenze scrivendo due nomi accanto al logo del partito, ho piegato le due schede, le ho inserite nella busta bianca, ho messo la busta bianca all’interno della busta pre-affrancata insieme al tagliando elettorale e ho inviato il tutto al consolato italiano di Parigi.

Il voto per corrispondenza è riservato agli italiani residenti all’estero regolarmente iscritti all’AIRE (albo italiani residenti all’estero).
Non possono votare dall’estero, quindi, studenti Erasmus, o italiani che effettuano missioni lavorative temporanee o vacanze di alcuni mesi.
Il diritto di voto spetta agli emigrati di nuova e vecchia generazione: gli italiani che in tempi non lontanissimi lasciarono l’Italia con la valigia di cartone in cerca di fortuna e le nuove generazioni andate via dall’Italia perchè il Belpaese gli ha chiuso le porte in faccia.
Lo stesso diritto vale anche ai loro figli e nipoti che, se possiedono il doppio passaporto, possono esprimere il loro voto per le elezioni italiane.

Votare direttamente da casa è semplice e comodo…ma siamo sicuri che questo sistema di voto comporti solamente vantaggi per l’elettore.
Confesso che quando ho lasciato scivolare il plico contenente il mio voto nella buca delle lettere sono stato assalito da un certo senso di insicurezza.
Ho affidato la mia scheda a un piccione viaggiatore ma chi mi garantisce che il piccione arriverà a destinazione? Chi mi da la sicurezza che quel piccione non venga intercettato da un cacciatore malintenzionato che preferisca mangiarselo con contorno di patate (i piccioni, tra l’altro, sono uno dei piatti preferiti dei francesi)? Come faccio a essere sicuro che il mio voto non si perda nell’etere e che termini il suo viaggio all’interno di un’urna elettorale?
La busta pre-affrancata inviatami dal consolato non era nè una raccomandata nè un invio tracciabile. Non dispongo, dunque, di alcun mezzo per seguire il percorso della mie schede elettorali.
Capisco che inviare una lettera raccomandata pre-pagata a ogni elettore sarebbe stato troppo costoso ma esiste anche il “courrier suivi” che è molto meno caro e permette al mittente di seguire il percorso della lettera inviata. Sarebbe stata una valida alternativa alla modalità di voto proposta agli italiani all’estero.
Le mie riflessioni nascono fondamentalmente dalla costatazione che in occasione delle elezioni precedenti si sono verificati imbrogli e inciuci vergognosi relativi alle schede degli italiani all’estero.
E cosa e’ stato fatto per impedire che questa squallida pantomima non si ripeta?
Meno di niente.

Il voto di noi italiani all’estero viene tristemente snobbato perchè le nostre preferenze, secondo la legge Tremaglia del 27 Dicembre 2001, serviranno solamente a eleggere i 18 parlamentari della circoscrizione estera (12 deputati e 6 senatori): la circoscrizione Europa eleggerà 5 deputati e 2 senatori, la circoscrizione Sudamerica 4 deputati e 2 senatori, la circoscrizione Nordamerica 2 deputati e un senatore e la circoscrizione Asia-Africa-Oceania un deputato e un senatore.
Il nostro voto avrebbe molta più rilevanza se andrebbe ad amalgamarsi al voto degli italiani residenti in Italia.
Gli italiani all’estero sono oltre 4 milioni (Europa: 2.365.170; America Meridionale: 1.338.172; America Settentrionale e Centrale: 400.214; Africa, Asia, Oceania e Antartide: 237.600) e il loro voto potrebbe essere decisivo per le elezioni nazionali e/o regionali se solo venisse conteggiato insieme a quello degli altri italiani.
Invece no. Il voto di chi, spesso a malincuore, ha lasciato l’Italia serve solo all’elezione di 12 deputati e 6 senatori che dovrebbero fare gli interessi degli italiani all’estero.
Dico “dovrebbero” perchè 18 mi sembrano eccessivi e perchè il ruolo di intermediario tra gli italiani all’estero e la madrepatria dovrebbe essere rivestito da consolati, ambasciate, COMITES e altri organismi che beneficiano di fior di finanziamenti.
Se si sopprimessero questi 18 parlamentari, inoltre, i soldi loro destinati (circa 3 milioni e mezzo di euro) potrebbero essere utilizzati per finanziare organismi e associazioni presenti sul territorio e in grado di aiutare concretamente gli italiani all’estero.
Diciotto parlamentari per rappresentare gli italiani all’estero sono al tempo stesso pochissimi: come farà un italiano che vive in Svezia a rappresentare me che vivo a Parigi? Certo, condividiamo il fatto di essere due italiani all’estero ma ciascuno di noi vive problematiche specifiche legate indissolubilmente all’area geografica di residenza.
Se proprio si è deciso di creare una rappresentanza della circoscrizione estera nel Parlamento italiano, sarebbe giusto sostituire la ripartizione in macroregioni geografiche con un sistema che rispetti e prenda in considerazione tutte le comunità italiane sparse nel mondo.

Il voto degli italiani all’estero non sarebbe svuotato di significato se partecipasse all’elezione del parlamento italiano e non si limitasse a eleggerne una fetta minuscola e poco efficace. Il voto di ogni emigrato italiano avrebbe allora il giusto valore.
L’obiezione a questa mia affermazione è prevedibile: ma perchè gli italiani all’estero dovrebbero avere il diritto di votare per un Paese (l’Italia) nel quale non risiedono, per il quale non pagano le tasse e che hanno abbandonato?
Ecco la risposta.
1) La maggior parte degli italiani all’estero ha abbandonato l’Italia suo malgrado (mancanza di lavoro, assenza di prospettive, situazioni estremamente precarie, aiuti sociali carenti, ecc. ecc.) lasciando nel Belpaese gli affetti più cari e una parte del proprio cuore.
2) Gli italiani residenti all’estero sognano di tornare un giorno e trovare un’italia diversa, giusta, democratica, meritocratica e dove il lavoro sia un diritto come recita l’art.1 della nostra Costituzione.
Per realizzare questo cambiamento, gli italiani emigrati devono avere la possibilità di votare per scegliere una classe politica dirigente diversa da quella che non gli ha garantito un futuro e che li ha costretti ad andare via dall’Italia.
3) Gli italiani all’estero seguono molto più la politica italiana che la politica del Paese in cui vivono. Il loro punto di visita e il loro voto nasce da una conoscenza approfondita della situazione politica nazionale e dalla consapevolezza che una svolta radicale è l’unica possibilità per ridare speranza al proprio Paese. Per realizzare questo cambiamento, gli emigrati italiani devono poter votare e il loro voto deve avere il giusto peso e la giusta dignità.

Voglia di Rivoluzione!

La Rivoluzione Civile di Antonio Ingroia

La Rivoluzione Civile di Antonio Ingroia

Le elezioni del Parlamento italiano, indette per il 24 e il 25 febbraio, si avvicinano a passi da gigante e tra poco gli italiani saranno chiamati alle urne per scegliere la nuova compagine politica che avrà l’oneroso compito di risollevare la drammatica situazione di un’Italia impelagata in una grave crisi economica, sociale e culturale.
Prima delle vacanze natalizie avevo redatto un post in cui manifestavo una certa simpatia verso la ventata di rinnovamento proposta dal movimento 5 stelle di Grillo che propone valori semplici ma essenziali per una democrazia che possa essere considerata tale.
Da quel post pre-natalizio le pedine della scacchiera politica sono cambiate e mi sento di simpatizzare maggiormente per il partito della Rivoluzione Civile di Antonio Ingroia, magistrato antimafia che ha partecipato ai processi più controversi degli ultimi anni al fine di svelare la verità sui viscidi e inestricabili rapporti tra criminalità organizzata, politica ed economia (tra cui la trattativa Stato-mafia sviluppatasi negli anni ’90).
Tornato dal Guatemala, dove era stato inviato dall’ONU per dirigere l’unità investigativa specializzata nella lotta al narcotraffico, Ingroia si è assunto la responsabilità di rappresentare una valida alternativa alle attuali forze politiche.
Rivoluzione Civile raggruppa simbioticamente rappresentanti della società civile ed esponenti della politica pulita per gettare le fondamenta di un Paese rinnovato e libero dalla piovra del berlusconismo e dalle becere logiche economiche di Monti.
Scelte di governo scellerate hanno depredato un’intera generazione del proprio futuro, biechi personaggi di scarsa caratura umana e politica hanno ridotto in brandelli i diritti dei lavoratori, pseudotecnici e professori bocconiani hanno palleggiato distrattamente con la dignità delle classi lavoratrici prima di calpestarla con disprezzo.
Il partito di Ingroia si propone di ridare il giusto valore all’articolo 1 della nostra Costituzione e di rimettere in primo piano il diritto al lavoro, tassello essenziale e fondamentale della nostra società e della dignità umana.
Personalmente considero Rivoluzione Civile una valida alternativa all’impresentabile casta politica che ha portato l’Italia sull’orlo del tracollo e all’indistinta amalgama di pseudo-politicanti che, come avide iene, accerchiano il corpo agonizzante del Belpaese.
Lo tsunamico partito di Grillo continua a farmi molta simpatia ma penso che Rivoluzione Civile presenti una maggiore lucidità programmatica, facce pulite e idee chiare sul futuro del Paese.
Ecco perché tenevo a manifestare tutto il mio appoggio a Antonio Ingroia e alla sua avventura politica.
Mi auguro che Rivoluzione Civile ottenga un alto numero di consensi e che riesca a contrapporsi efficacemente a quei dinosauri politici interessati più alla salvaguardia della  propria poltrona e a squallidi giochi di potere che al bene dell’Italia.

Gli italiani a Parigi (e più in generale all’estero) per esercitare il proprio diritto di voto devono essere regolarmente iscritti all’AIRE (Albo italiani residenti all’estero).
Il voto avviene per corrispondenza esprimendo la propria preferenza per le liste dei candidati presentate nella rispettiva ripartizione della Circoscrizione Estero.
L’elettore esprime il proprio voto tracciando  un segno sul contrassegno corrispondente alla lista da lui prescelta; chi vota puo’ inoltre esprimere la sua preferenza scrivendo il cognome del candidato nell’apposita riga posta accanto al contrassegno votato.
Convinto del mio sostegno a Rivoluzione Civile, ho anche trovato un valido candidato da supportare per la circoscrizione estera.
Si tratta di Caterina Avanza, co-fondatrice di Ethicando, che ho incontrato casualmente la settimana scorsa.
Vagando senza metà lungo il canal Saint Martin, mi sono imbattuto sull’insegna della boutique Ethicando e ho deciso di fermarmi per bere un caffè.
Avevo già sentito parlare di Ethicando, un’impresa sociale che si batte per la legalità e vende i prodotti delle cooperative sociali italiane, e la pausa caffé improvvisata si rivela un’ ottima occasione per conoscere Caterina che, con entusiasmo e idee chiare, mi parla della sua candidatura e della sua voglia di cambiamento.
Votare in questo periodo di crisi economica (e soprattutto politica) non è facile e scegliere un partito e un volto che siano capaci di invertire la rotta e riportare il cammino del Paese lungo la giusta direzione non è un’impresa semplice.
Dopo lunghi anni di malgoverno e di bistrattamento del mondo del lavoro, risulta inevitabile fare tabula rasa e rimpiazzare i volti fossilizzati dell’attuale classe politica con nuove facce determinate a risollevare le sorti del Paese.
Ecco perchè esprimo la mia stima e la mia adesione alla candidatura di Caterina Avanza che potete conoscere leggendo una sua intervista che riporto di seguito o, come ho fatto io, recandovi direttamente da Ethicando per scambiare due opinioni con lei.

Intervista

Sei alla prima esperienza politica, ti senti pronta ?
Che io sia giovane é un dato di fatto. Pero devo dire che sono cresciuta a pane e politica. Da bambina non avevamo la televisione e i miei mi costringevano a stare a tavola dove si parlava sempre di politica. Forse é per questo che ho scelto di laurearmi in scienze politiche! E poi ho fatto tante esperienze diverse, in tanti paesi diversi, ho lavorato nel Microcredito, nella comunicazione politica, sono mamma. Si mi sento pronta, e penso che sia venuto il momento di una politica fatta anche da giovani, da donne e da gente pulita, sincera e che vive e pensa ai problemi concreti delle gente al posto che concentrarsi solo sul gioco delle poltrone dal quale i partiti sembrano assorbiti.

Politica e antipolitica ? Quale differenza ?
Sono d’accordo con Antonio Ingroia quando dice che fare politica é un atto nobile e che non bisogna nascondersi o peggio vergognarsi. Preoccuparsi dei problemi della polis e mettersi a disposizione per risolverli ognuno con le proprie capacità e sensibilità é un atto fondamentale nella vita di ognuno di noi. L’antipolitica é pericolosa e nemica della democrazia. Non andare a votare significa non partecipare al dibattito per il bene comune perché la politica, quella vera, é gestione collettiva del bene comune.
Vista e considerata la decadenza morale della politica italiana, quando dico alla gente che ho deciso di candidarmi osservo molto spesso uno sguardo sospettoso, perché ormai tutti fanno l’equazione politica uguale magna magna, uguale privilegi, ma per fortuna c’é anche gente, ed é il mio caso, che fa politica per cercare di dare il suo contributo, per cambiare le cose, come servitore dello Stato.
Quindi ai giovani disgustati dalla politica ho voglia di gridare, forza fatevi avanti, proponete delle soluzioni e andate a votare, interessatevi ai candidati, soprattutto in Europa dove si ha la possibilità di scegliere il candidato.

La lista Rivoluzione Civile potrebbe portare a una sconfitta del
centro-sinistra ?

Ad una sconfitta no. Ma il suo ingresso in Parlamento é fondamentale e davvero auspicabile per avere una forza che sia davvero contro il montismo e contro il Fiscal Compact che sta facendo dei danni gravi all’economia sulla schiena della gente. Ma vi sembra normale che in un solo anno con tutti i sacrifici che il governo Monti ha chiesto agli italiani il rapporto deficit pil sia salito di 6 punti superando il 126%? Quindi si fanno tagli dolorosi, si tagliano i servizi, la sanità, si aumentano le tasse in nome della riduzione del debito per rispettare il patto fatto con Bruxelles e invece il debito continua a salire a causa degli interessi. Rivoluzione Civile vuole e si batterà alleata ad altre forze politiche Europee per una rinegoziazione di questi accordi che stanno portando tutta l’Europa in una recessione tremenda. L’accordo fra Monti e Bersani é ormai certo e visti i risultati drammatici, direi che é assolutamente da scongiurare.
Inoltre é fondamentale che nel contesto politico italiano completamente degradato, in un clima di rabbiosa antipolitica, esista una forza politica che metta come primo punto del suo programma l’anticorruzione e una vera lotta alle mafie. La legge anticorruzione fatta dal governo Monti é ridicola in un paese dove la corruzione costa agli italiani 60 miliardi di euro all’anno. Solo con leggi severissime che impediscono il voto di scambio, che penalizzano il falso in bilancio, si riuscirebbe a sconfiggere questo cancro e con i soldi recuperati si potrebbero abbassare le tasse o eliminare l’IMU sulla prima casa. Se mi permettete, questo é il vero VOTO UTILE!

Qual’e` il messaggio che ti distingue dagli altri ?
Ribadisco che la mia candidatura non é il frutto di logiche di potere delle segreterie dei partiti. Sono l’unica esponente della società civile presente sulla lista Rivoluzione Civile in Europa. Non ho tessere di partito. Appartengo al movimento antimafia, da anni mi batto nel sociale, sono co-fondatrice di Ethicando, un’impresa sociale che si batte per la legalità e vende i prodotti delle cooperative sociali italiane. La mia voglia di impegnarmi in politica attivamente nasce dalla volontà di portare le battaglie delle associazioni antimafia in Parlamento e dal voler portare un nuovo modo di fare politica, quello che si batte per il bene comune.
Trovo che i salari dei Parlamentari siano scandalosamente alti e che vadano ridotti drasticamente. Chi va in Parlamento ci deve andare come un dovere civico, come servitore dello Stato. Come tale deve ricevere un salario ma che potrebbe essere paritario a quello dei magistrati e non tre volte superiore.
Ma visto che una tale riforma non si farà in brevi termini, mi impegno a creare una fondazione Rivoluzione Civile Europa dove verserò’ la metà del mio salario per finanziare borse di studio per gli italiani all’estero e/o borse di alloggio per pagare le agenzie immobiliari quando si affitta casa.

A chi rivolgi il tuo messaggio ?
A tutti quelli che come me amano tantissimo l’Italia e che pensano che l’Italia meriti una classe politica che porti rispetto questo paese e non una classe politica che lo maltratti e lo derubi come é successo negli ultimi 20 anni.
Non sono una politica di professione, sono una portavoce di esperienze comuni: come tanti, sono stata studentessa, ho avuto difficoltà a trovare casa, a trovare un lavoro stabile, a trovare chi tenesse i miei figli per permettermi di lavorare e sono queste le preoccupazioni che vanno portate in Parlamento.

Carla Bruni e la statua della discordia

Carla Bruni e la statua della discordia

Da qualche settimana a questa parte un’iniziativa insolita e inaspettata fa discutere gli abitanti di Nogent sur Marne, un piccolo paesino a sud-est di Parigi.
Jacques Martin, sindaco della cittadina francese e militante del partito UMP (il partito di Sarkozy), ha deciso di erigere una statua in onore delle cosiddette plumassières , le operaie, prevalentemente italiane, che lavoravano nelle fabbriche di piume di Nogent agli inizi del 1900.
La statua di bronzo, alta due metri, occuperà una piazzetta all’ingresso del quartiere della petite Italie (piccola Italia) e sarà realizzata dalla scultrice Elisabeth Cibot.

Presentata in questo modo la notizia non desta scalpore, ma sembra piuttosto un gesto lodevole nei confronti delle nostre connazionali che emigrarono in Francia per guadagnarsi onestamente da vivere.
La notizia assume tinte grottesche se aggiungiamo un dettaglio essenziale: la statua avrà l’immagine di Carla Bruni Sarkozy.
Le reazioni di politici, stampa e semplici cittadini non si sono fatte attendere esprimendo  l’incredulità e talvolta lo sdegno di fronte a questa iniziativa assurda.
La scelta dell’effige di Carla Bruni per rappresentare la classe operaia italiana risulta a dir poco azzardata e ha scatenato un’accesa polemica tra i cittadini di Nogent.
Personalmente non penso che le operaie italiane del passato e del presente siano orgogliose di essere rappresentate dal volto della première dame di Francia poiché la Bruni appartiene a un universo completamente diverso dalla classe operaia.
Rappresentare il sudore e i sacrifici della classe operaia italiana con il volto di una donna che naviga nel lusso e nella ricchezza non è un’idea particolarmente apprezzata come testimoniano le tante reazioni contrarie alla realizzazione della statua.
Il progetto iniziale dell’opera, che costerà circa 80 mila euro, è stato modificato in seguito alle proteste dei cittadini e dell’opinione pubblica: la statua non sarà più collocata in una piazza ma nello spiazzo antistante a una proprietà privata e il comune di Nogent ha rinuciato al finanziamento di una parte delle spese che saranno interamente pagate dallo sponsor Cogedim.

Il caso ha voluto che quest’omaggio alla moglie di Nicolas Sarkozy coincida con il periodo elettorale e con la campagna presidenziale che chiamerà i francesi alle urne tra pochi giorni per una scelta fondamentale per la democrazia francese.
L’iniziativa ruffiana e irriverente del sindaco di Nogent si rivela ancora più fastidiosa se si pensa alle recenti dichiarazioni della Bruni che aveva affermato di “essere felice di non essere più italiana.”
L’ex-modella e cantante aveva azzardato questa sua esternazione per esprimere il suo disgusto nei confronti dell’infelice sortita dell’ex premier Silvio Berlusconi che aveva definito il presidente Barack Obama come “abbronzato”.
La reazione sdegnata della Bruni nei confronti di una delle tante figuracce internazionali di Berlusconi ci sta tutta.
Rinnegare la sua italianità, invece, è una pesante caduta di stile.
Il sentimento d’italianità di Carla Bruni si è rivelato molto instabile e altalenante nel corso del tempo.
Nel 2006 ha sfoggiato orgogliosa il suo essere italiana in occasione della cerimonia di apertura dei giochi olimpici invernali di Torino, sventolando il tricolore e cantando l’inno di Mameli.
Qualche anno dopo ha snobbato la sua italianità dichiarando apertamente di preferire la nazionalità francese.
Tralasciando tali considerazioni legate alla crisi d’identità e di nazionalità della première dame, bisogna pur considerare che la Bruni non ha mai svolto un lavoro usurante o che richieda un particolare sforzo fisico tale da poterla paragonare a un’operaia.
L’artista incaricata della realizzazione dell’opera ha già cominciato a scolpire la statua che presto sarà collocata tra le vie di Nogent.
Ogni cittadino del comune francese potrà vedere ciò che vuole in quel volto scolpito: alcuni penseranno alle operaie italiane che cucivano piume negli abiti e nei cappelli, altri vi rivedranno un simbolo di arrivismo e di disuguaglianza sociale.

Il Forum delle associazioni italiane 2010

Il Forum delle associazioni italiane 2010

Il Forum delle associazioni italiane si terrà, il 19 giugno 2010, lungo il boulevard Auguste Blanqui, nel XIII arrondissement.
La manifestazione, organizzata nell’ambito della settimana dedicata alla cultura italiana, rappresenta per i parigini l’occasione unica per scoprire più da vicino la comunitá italiana e le sue tradizioni.
Il Forum costituisce il momento focale di una settimana in cui il Belpaese viene celebrato attraverso degustazioni, proiezioni, esposizioni, concerti e tanto altro ancora.
Numerose associazioni saranno presenti per condividere le proprie iniziative e le proprie finalitá: associazioni regionali volte a promuovere la ricchezza e la diversità delle province, gruppi di conversazione, associazioni che vogliono sensibilizzare il pubblico sui delicati temi della giustizia e della legalità, gruppi folk e tanto altro ancora.
L’evento, organizzato dal magazine Focus In, permette d’incontrare i protagonisti e gli organizzatori delle principali attivitá sociali e culturali finalizzate a onorare l’Italia.

19 giugno 2010
Boulevard Blanqui
75013 Paris