I mercati di Natale 2015

Babbo Natale arriva!

Eccovi i principali mercati del natale 2015:

L’arche de Noël de La Défense
Dal 29 novembre al 27 dicembre
Per il ventesimo anno consecutivo, 350 chalets di Natale occupano lo spazio antistante alla Grande Arche de la Défense su una superficie di circa 10 000 m² per il piacere di piccoli e grandi.
E’ uno dei più affascinanti mercatini natalizi di Parigi: numerose animazioni a tema, degustazioni di prodotti tipici regionali, idee regalo insolite e tanto altro ancora.
Quest’anno una taverna bavarese si piazzerà sotto la Grande Arche per soddisfare i più golosi e Babbo Natale inviterà i più piccini a farsi fotografare insieme a lui.
Se ne avete la possibilità, visitate il mercato della Défense di notte: gli chalets s’illuminano e gli imponenti grattacieli, che fanno da sfondo, contribuiranno a rendere l’atmosfera magica

Il mercato di Natale sugli Champs-Elysées

Dal 15 novembre 2015 al 4 gennaio 2016
Circa 170 stand, dall’inconfondibile e natalizia forma di chalets, occuperanno l’avenue più bella del mondo dal rond-point (rotonda) degli Champs-Elysées fino alla Place de la Concorde.
Troverete numerose idee regalo e potrete assaporare prodotti tipici regionali.
I più piccoli potranno approfittare delle giostre e dei giochi allestiti specialmente per questa occasione, gli adulti apprezzeranno particolarmente la pista di pattinaggio.
Da non perdere!

Il villaggio di Babbo Natale a Saint-Germain-des-Prés

Dal 14 novembre 2015 al 4 gennaio 2016
Tra tutti quelli parigini, è il mercato natalizio più romantico.
Situato nel cuore del VI arrondissement, sulla piazza di Saint-Germain-des-Prés.
Il mercato è formato da 25 chalets che vi offriranno la possibilità di fare i vostri acquisti natalizi tra il café Les Deux Magots e il Café de Flore.
In questa atmosfera suggestiva ed esistenzialista gusterete prodotti artigianali tipici e vi dedicherete allo shopping natalizio.

Il villaggio di Natale del Trocadero
Dal 18 dicembre 2015 al 3 gennaio 2016
Per tutta la durata del mercato di Natale un’enorme pista di pattinaggio (350m²) sarà accessibile al pubblico dalle 10h alle 21h.
Il villaggio è costituito da una sessantina di chalet di legno, disposti attorno la pista di pattinaggio, che propongono prodotti tradizionali e originali provenienti dalla comunità europea.
Questo mercato di natale, intitolato “mercato di Natale europeo” è organizzato dal municipio del XVI arrondissement in partenariato con l’Unicef.

Il villaggio di Natale di Montparnasse
Dal 10 al 31 dicembre, tutti i giorni dalle 10h30 alle 19h30.
Di fronte la Gare Montparnasse circa 40 chalets propongono prodotti gastronomici e decorazioni provenienti da tutto il mondo.

Marché de Noël Place des Abesses
Dal 27 novembre 2015 al 3 gennaio 2015

Marché de Noël de la gare Saint-Lazare
Dal 7 novembre al 25 dicembre 2015

Marché de Noël de Saint Sulpice
Dal 1 al 24 dicembre 2015

Marché de Noël de Notre Dame
Dal 12 al 23 dicembre 2015

Villaggio di Natale di Montmartre
Dal 27 al 29 novembre 2015

Le Petit Pierrot: ostriche low cost

Ostriche a volontà

Sono tanti i posti a Parigi dove poter degustare deliziose ostriche spesso o provenienti dalla Bretagna o dalla Normandia.
Purtroppo la maggior parte dei ristoranti, giocando sulla propria reputazione e la presunta alta qualità del cibo, le propongono a prezzi esorbitanti.
In realtà non è necessario pagare prezzi esagerati per deliziare il palato con questi squisiti molluschi o con crostacei freschi.
Se non siete troppo attaccati alla forma e al decoro del posto in cui state mangiando, vi consiglio di provare le ostriche del Petit Pierrot al 79 rue Crozatier, nel XII arrondissement, all’ingresso del mercato d’Aligre.
Questa animata pescheria propone un vassoio con 6 ostriche e un bicchiere di vino bianco a soli 12€.
Potrete accompagnare il vostro aperitivo ittico con altri crostacei, come gamberi e lumache di mare, che hanno ugualmente prezzi ragionevoli.
Oltre a vendere una grande varietà di pesci (salmoni, tonni, anguille, spigole, orate, granchi, ricci), Le Petit Pierrot dispone di quanche tavolo dove è possibile sedersi e gustare un delizioso aperitivo osservando il viavai di gente che popola il mercato antistante.

Il Mercato del lavoro

Il mercato del lavoro

Una nuova intervista pubblicata sul giornale il  Mercato del lavoro

Ibrahimovic al Paris Saint Germain

Ibrahimovic al Paris Saint Germain

Zlatan Ibrahimovic è del Paris Saint Germain.
Dopo una lunga e snervante attesa, l’informazione è stata confermata da Leonardo e l’attaccante svedese è arrivato ieri sera a Parigi per passare le visite mediche.
L’ex attaccante del Milan parteciperà oggi a una conferenza stampa che si terrà al Parco dei Principi in presenza del presidente Nasser Al Khelaifi.
L’ambizione della squadra parigina sembra non avere più limiti: Ibra rappresenta il quarto grande acquisto del mercato estivo del PSG dopo Ezequiel Lavezzi, Thiago Silva e Marco Verratti.
Ibrahimovic ha firmato un contratto che lo legherà per i prossimi tre anni al club parigino e che gli garantirà un salario netto di 14 milioni di euro all’anno.
I tifosi sono in visibilio per l’arrivo di questo grande attaccante che rappresenta un tassello fondamentale nel mosaico di campioni che formano il nuovo PSG.
Da quando gli sceicchi arabi hanno investito i loro capitali nel club della capitale, la squadra ha radicalmente cambiato fisionomia diventato uno dei club più temuti d’Europa.
Il proprietario del club, il principe ereditiero del Qatar Tamim bin Hamad al-Thani, ha dichiarato che per la prossima stagione mira alla conquista di tre trofei: lo scudetto, una delle due coppe nazionali e la Champions League.

Il capitalismo al capolinea

I PIIGS prosciugano avidamente l'EURO

La drammatica crisi mondiale in atto è oramai diventata l’argomento centrale di discussione tra la classe politica che non ha ancora trovato adeguate soluzioni e vie di salvezza e tra i semplici cittadini che si pongono inquietanti domande sul proprio futuro.
Da qualche tempo a questa parte a colazione mangiamo pane e spread: appena svegli, pur non avendo mai capito nulla di economia, ci aggiorniamo sull’evoluzione dell’oramai celebre dato che ci informa sul differenziale tra il tasso di rendimento dei bond tedeschi (Bund) e quelli italiani (Btp).
La nazione capeggiata dalla cancelliera Angela Merkel viene scelta come termine di paragone perchè la Germania è considerata lo stato dell’area euro più stabile finanziariamente.
Lo spread viene seguito con molto interesse e preoccupazione poichè permette di capire la solidità e la stabilità di uno Stato.
Questo famoso indice di valutazione è strettamente legato al debito pubblico del Paese e consente di capire quando si naviga in cattive acque.
L’avvicinarsi della crisi è evidente quando una nazione emette titoli di stato soltanto per finanziare il proprio debito: a quel punto l’entrata economica, destinata a ripagare il debito, non ha più fini produttivi e gli investitori diventano diffidenti verso il mercato.
Si instaura, allora, un drammatico circolo vizioso in cui la poca fiducia dei mercati riduce fortemente la domanda dei titoli aumentandone il rendimento e accelerando inesorabilmente il processo d’indebitamento.
Purtroppo la situazione descritta sopra assomiglia molto all’attuale andamento dell’economia italiana e degli altri stati europei incappati nello spettro della crisi e della recessione.
Gli stati artefici della crisi europea sono stati dispregiativamente etichettati con l’acronimo PIIGS (maiali) derivato dalle iniziali degli stati in questione (Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia e Spagna), quasi a voler significare che l’ingordigia speculativa e la politica dissennata di questi Paesi mediterranei sta trascinando lentamente l’Europa verso il baratro.
Di fronte a questo scenario apocalittico, l’unica soluzione per il governo è la riconquista della fiducia del mercato e l’adozione di una politica di riduzione del debito pubblico.

Il nuovo premier Monti e i suoi ministri bocconiani (provenienti esclusivamente da università del nord) si sono insediati al governo da un paio di settimane e il popolo italiano attende speranzoso che la manna scenda dal cielo e che le gesta eroiche dei salvatori della patria si compiano.
Tuttavia il tempo passa rapidamente e le misure non arrivano.
Accantonata l’euforia per la tanto attesa abdicazione di Berlusconi, gli italiani iniziano a sentire la pressione dell’Europa personificata negli acidi e inopportuni rimproveri di Sarkozy e delle banche che dettano le loro condizioni.
Da Nord a Sud, lo Stivale attende di conoscere quali saranno le misure adottate da questa nuova realtà governativa per fronteggiare la crisi e rilanciare l’economia.
Le immagini della nuova “Triplice Alleanza” Merkel-Sarkozy-Monti hanno rimpiazzato la squallida fotografia del duo “Merkozy” che si prendeva allegramente gioco della crisi economica italiana nelle mani di un inetto Berlusconi giunto alla fine del suo regno.
L’Italia ha sicuramente riacquistato credibilità (non ci voleva tanto considerando la caratura del precedente governo) a livello europeo e mondiale ricominciando a sedersi al tavolo delle trattative dal quale era stata miseramente esclusa.
Oltre alla credibilità gli italiani aspettano la concretezza e i fatti.
Angela Merkel e Nicolas Sarkozy hanno dichiarato di essere rimasti impressionati dalle misure illustrate recentemente da Mario Monti per risollevare le sorti dell’Italia.
Personalmente sono rimasto “impressionato” dal fatto che Monti abbia presentato le sue intenzioni all’Europa prima che al parlamento italiano.
Adombrato da un governo fatto esclusivamente di tecnici, il parlamento italiano ha perso la sua essenziale funzione politica ma dovrebbe conservare pur sempre la sua funzione democratica!
Augurandomi che non siano sempre gli stessi a dover versare “lacrime e sangue” e sacrificarsi, spero che le riforme del neo-governo costringano a pagare di più chi possiede di più, abbiano un occhio di riguardo per chi arriva a stento alla fine del mese e siano finalizzate a una più equa distribuzione delle ricchezze.

Una crisi profonda  che accomuna tragicamente i paesi della parte più sviluppata del pianeta che si ritrovano concatenati in una spirale perversa: se fallisce l’Italia fallisce l’Europa, se fallisce l’Europa fallisce l’economia statunitense realizzando un letale effetto papillon.
La maggior parte delle persone che hanno analizzato la crisi economica attuale sono arrivate a dire che la radice del problema è la crisi finanziaria, l’avidità degli speculatori, le manovre sbagliate delle banche, la complicità delle agenzie di rating e gli eccessi del sistema finanziario.
Alcuni economisti e pensatori hanno proposto di mettere una nuova imposta sulle transazioni finanziarie, la cosiddetta Tobin tax (così chiamata dal nome dell’economista e premio Nobel che la ha suggerita), per limitare le speculazioni.
E’indubbio che le conseguenze della crisi finanziaria sulla vita economica e sociale sono state pesantissime, ma siamo sicuri che la Tobin tax risolverebbe da sola la crisi?
Se pur si risolvesse attraverso una panacea miracolosa la difficile situazione in cui versa l’economia finanziaria, resterebbe da dirimere il problema dell’economia reale.
Dal punto di vista dell’economia reale, la crisi affonda le sue radici intorno alla fine degli anni 70 che furono caratterizzati dalle manovre di Margaret Thatcher in Inghilterra e Ronald Reagan negli USA.
La famosa Lady di Ferro con la sua politica conservativa aveva rilanciato il liberalismo attraverso un attento piano di privatizzazioni dando nuovo vigore all’economia inglese.
La Thatcher fu capace di prendere in mano le redini di un Paese, l’Inghilterra degli anni 70, decadente e distrutto e trasformarlo in una nazione moderna e ricca.
Tuttavia la Thatcher con il suo liberalismo selvaggio ha amplificato la crisi dell’economia reale.
Privatizzando a ruota libera, chiudendo le miniere e lottando contro le rivendicazioni di lavoratori e sindacati, la Thatcher ha rinvigorito l’economia inglese ma ha drammaticamente allargato il divario e le diseguaglianze tra poveri e ricchi.
Le classi medie si sono ritrovate impelagate in un immobilismo deleterio che le ha fatte scivolare lentamente verso un alto livello d’indebitamento.

Se l’uscita dalla crisi appare sempre più lontana, la sua gravita si mostra pienamente in tutte le aree dell’opulento Occidente.
Un segnale emblematico e preoccupante del sentimento di crisi e della precarietà in cui versano migliaia di famiglie americane è stato il Black Friday, il giorno successivo al Giorno del ringraziamento (Thanksgiving day) in cui numerose catene commerciali e grandi magazzini, come Walmart, hanno offerto sconti eccezionali per lanciare il periodo dello shopping natalizio.
In questa occasione è stato possibile osservare il drammatico risultato del sistema capitalistico e le crepe di una crisi profonda.
I negozi, aperti molto presto la mattina (a volte anche alle 4!), hanno accolto una folla inferocita di gente disperata pronta a tutto pur di accaparrarsi le migliori offerte.
La possibilità di risparmiare qualche soldo si è trasformata in frenesia collettiva e si producono scene di assurda irrazionalità.
In occasione dell’ultimo Black Friday un signore di 61 anni è deceduto tra la folla che ha continuato a calpestarlo, una donna ha utilizzato una bomboletta spray al peperoncino per allontanare la gente e poter acquistare una Xbox a prezzo stracciato e tantissime sono state le persone ferite tra la calca umana.
La fine del capitalismo si avvicina a grandi passi e la sua logica insensata e cieca sembra oramai giungere al capolinea.

Marché des Enfants Rouges

Marché des Enfants Rouges

Le Marché des Enfants Rouges, costruito su richiesta di Luigi XIII nel 1615, è famoso per essere il mercato alimentare più antico di Parigi.
Il nome del mercato (che letteralmente significa mercato dei bambini rossi) si riferisce al colore dell’uniforme indossata dai bambini dell’orfanotrofio che un tempo si trovava poco lontano.
Il mercato si estende dalla rue de Bretagne, dove è possibile identificare l’inizio del mercato grazie a un cancelletto, fino al quartiere del Marais.
In questo luogo storico della capitale francese si respira un’atmosfera animata e frizzante dove gli odori della frutta fresca e dei fiori si mescolano alle voci dei passanti, le grida dei venditori e i suoni del mercato.
Un luogo unico, aperto tutti i giorni tranne il lunedì, in cui è possibile acquistare anche salumi, formaggi, vino e olio d’oliva.

Oltre a fare la spesa, è possibile venire al marché des Enfants Rouges per pranzare: potete acquistare il cibo in uno dei tanti stand e consumarlo nei tavoli pubblici situati alla fine del mercato.
Il mercato è molto frequentato dagli abitanti del III arrondissement che lo hanno ribattezzato la place du village per sottolineare la sua funzione associativa e conviviale.
L’amministrazione della città di Parigi aveva deciso di distruggere questo mercato e di sostituirlo con una biblioteca, un asilo e un parcheggio ma un gran numero di cittadini e associazioni si sono mobilitate per impedire che questo progetto si realizzasse e hanno vinto la loro battaglia nel 2007.

Il colore rosso, inoltre, evoca spesso il comunismo.
Uno scherzo del destino ha voluto che la storia del marché des Enfants Rouges sia legata strettamente al partito comunista per vari motivi.
Robespierre, rappresentante dell’estrema sinistra democratica e della Comune, si stabilì nel 1789 in una casa al 64 rue de Saintonge, a pochi passi dal mercato.
In seguito, al 49 rue de Bretagne, si sono svolte importanti riunioni e conferenze del partito rosso che hanno avuto come protagonisti personaggi del calibro di Lenin e Louis Arago.

Chiang Mai: lo scintillante Doi Suthep

La scalinata del Doi Suthep

Sabato 2 Luglio. Oggi Chiang Mai ci svelerà I segreti del suo tempio più conosciuto, il Wat Phra Thai Doi Suthep.
Gli abitanti del posto dicono che “si può dire di aver visitato Chiang Mai, solo dopo aver visto Doi Suthep”.
Il tempio è situato sull’omonimo monte e domina la città di Chiang Mai offrendo una spettacolare vista panormica ai suoi visitatori.
Il Doi Suthep rappresenta il più importante tempio del nord della Thailandia come testimonia il continuo afflusso di turisti e di fedeli.
Oltre ad essere una magnifica realizzazione architettonica, il tempio è un ottimo punto d’osservazione per apprezzare stupendi paesaggi e scattare incantevoli foto.
Naturalemente per potere scorgere i paesaggi da cartolina bisogna trovare delle condizioni meteo ottimali; la sfortuna continua a tormentarci e, come era già successo durante la visita del parco nazionale Doi Inthanon, la nebbia ci impedisce di godere pienamente dello spettacolo naturale.

La pagoda dorata del Doi Suthep

Dall’alto della collina situata a 1600 metri d’altezza carpiamo scorci suggestivi e malediciamo la coltre di nebbia che nasconde buona parte del paesaggio.
Non potendo approfittare interamente della vista panoramica, ci godiamo fino in fondo la bellezza del tempio e delle sue decorazioni.
Bisogna salire 306 gradini per poter accedere al tempio e i due lati della scalinata sono decorati da due enormi serpenti.
Numerosi negozietti di souvenir e bancarelle alimentari costellano la parte bassa del Doi Suthep.
L’ascesa al tempio è resa piacevole dalla temperatura che a questa altitudine è abbastanza gradevole e dalla presenza di numerose bambine vestite con gli abiti tradizionali thailandesi.
Le bambine occupano strategicamente quella posizione proponendo ai turisti di posare per una foto ricordo in cambio di pochi bath.
Giunti in cima alla gradinata ci troviamo davanti il Doi Suthep e restiamo affascinati dallo splendore di questo tempio che luccica in ogni sua parte.

Fedeli buddisti pregano davanti al Doi Suthep

La particolarità del Doi Suthep è la mescolanza d’induismo e buddismo come testimonia la presenza di varie statue del Dio indù Ganesh.
Numerosi fedeli ruotano attorno all’enorme pagoda dorata, alta 20metri, recitando le loro preghiere.
In vari punti del tempio gruppi bambini di bambini cantano e danzano i balli tipici.
Il tempio ospita, inoltre, un istituto buddista famoso per il suo corso di meditazione.
Il corso dura 21 giorni e consente ai partecipanti di dominare le proprie facoltà di pensiero e di imparare a conoscersi.
Bisogna presentarsi con un paio di magliette e pantaloni di ricambio, molta motivazione e la consapevolezza di tagliare i rapporti con il mondo esterno durante la durata del corso.
Sono assolutamente vietati telefonini, computer, iphone, libri e quaderni; la sveglia è alle 4h00 e la colazione alle 06h30.
Risaliamo a bordo del minibus e scendiamo la tortuosa montagna che ospita il tempio.

Bimbe thailandesi si esibiscono in danze tipiche

Dopo esserci riposati in hotel, decidiamo di visitare il Saturday Market, un tipico mercato locale molto frequentato dagli abitanti di Chiang mai.
Il mercato, situato appena fuori le mura della città antica, è molto grande e offre un’immensa quantità e varietà di prodotti.
Ci lanciamo in uno shopping sfrenato, sfoggiando le ottime capacità di negoziazione che abbiamo maturato a Bangkok e ci fermiamo solamente per mangiare.
E’ possibile gustare ottimo cibo di strada tra le varie bancarelle del Saturday Market che cucinano i principali piatti tipici thailandesi.
Noi optiamo per un pad-thai, pollo con anacardi e l’immancabile mango fresco per finire in bellezza.
Usciamo dal mercato portando tanti piccoli sacchetti che contengono i nostri souvenir thailandesi: t-shirt, sciarpe, bracciali, un porta-gioielli in legno e una lampada in stile orientaleggiante.

Alcune maschere in vendita al Saturday market

Il mercato galleggiante di Bangkok

Un colorato taxi meter di Bangkok

Sabato 25 giugno è il nostro terzo giorno a Bangkok. Siamo sempre in compagnia di Lakis, la frizzante guida italiana che ci ha già svelato i segreti degli splendidi templi della capitale thailandese.
Il programma di oggi prevede la visita del mercato galleggiante, del famoso mercato di Chatuchak e dell’animato quartiere di Chinatown.
Decidiamo di evitare il mercato galleggiante di Damnoen Saduak da un lato perchè troppo lontano dalla città (1 ora e mezza di strada) e dall’altro perchè eccessivamente preso di mira dai turisti.
Seguendo i consigli di Lakis, visitiamo un altro tipico mercato sul fiume: il Taling Chan Floating Market.
Raggiungiamo il mercato a bordo di un colorato taxi-meter che compie un tragitto abbastanza lungo, nonostante Lakis avesse consigliato un cammino più corto. Prima di scendere dal taxi, Lakis (che parla un ottimo thailandese) sottolinea al conducente il suo errore e riesce a negoziare un prezzo più basso rispetto a quello indicato dal tassametro.

Il mercato galleggiante di Taling Chan

Fuori dai percorsi battuti dai turisti, il mercato galleggiante di Taling Chan offre ai suoi visitatori un autentico spaccato di vita thailandese.
Tradizione e convivialità s’incontrano durante questo appuntamento domenicale sui canali del quartiere Bangkok Noi situato nella periferia ovest della capitale.
In un’atmosfera calma e serena, i venditori fanno scivolare le tipiche imbarcazioni lungo le banchine dei klongs dove molti thailandesi e una manciata di turisti aspettano pazientemente per fare acquisti: prodotti artigianali, spezie, frutta, verdura, dolci, riso e piatti caldi.
I prezzi di questo simpatico mercato non sono quelli turistici del Damnoen Saduak ma le tariffe locali sono applicate per tutti.
I prodotti acquistati sull’acqua possono essere consumati sul posto, mangiando a un tavolo dei tanti ristoranti galleggianti.
Ogni locale propone il suo menù e lo spazio a bordo è sfruttato disponendo padelle e altri materiali da cucina in maniera intelligente.
Potenti bombole a gas alimentano le cucine e gli ingredienti per preparare squisiti manicaretti sono già tagliati e disposti in piccoli contenitori: noodles, pollo, maiale, mango, aglio, papaia, cipolle, carote, citronella, zenzero e naturalmente peperoncino a volontà.
Musica thailandese e danze classiche completano magicamente questo suggestivo quadretto di vita quotidiana: un festival di colori e odori sublimato dalla gentilezza e dal sorriso dei thai.
Donne dall’età indefinibile scambiano i loro prodotti dalle piroghe, mentre enormi pesci-gatto divorano voracemente le molliche di pane lanciate dai bambini sulla riva.

Il mercato di Chatuchak

Ci lasciamo alle spalle il simpatico mercato galleggiante di Taling Chan e ci rituffiamo nella giungla metropolitana di Bangkok dove prendiamo la linea Sukhumvit dello skytrain per renderci al mercato di Chatuchak, il più grande mercato a cielo aperto di tutta la Thailandia.
Scendiamo alla stazione Mo Chit e il colorato mercato ci avvolge immediatamente con la sua atmosfera animata.
Quest’enorme agglomerato commerciale prende forma tutti i fine settimana, su una superficie di 15 ettari, offrendo una quantità e una diversità indescrivibile di prodotti: vestiti, animali, prodotti alimentari, profumi, scarpe, accessori, souvenirs, ceramiche, tessuti, frutta, piante, strumenti musicali, libri, ombrelli, incensi, sculture e tantissimo altro ancora.
Il mercato è immenso e comprende una parte coperta ed una scoperta; un’ottima soluzione per evitare di perdersi è quella di utilizzare la mappa fornita all’ingresso.
Più di 250 000 visitatori si rendono ogni week end in questo gigantesco mercato delle pulci che comprende 27 differenti aree e 15000 bancarelle.
Le stradine del mercato sono numerate per facilitarne l’identificazione e ogni sezione di questo microcosmo dello shopping ha un colore diverso.
Avrete modo di mettere alla prova la vostra capacità di negoziare convincendo i venditori a scendere vertiginosamente i prezzi.
Il mercato di Chatuchak tutto sommato assomiglia alle nostre fiere campionarie con alcune essenziali differenze: è infinitamente più grande, è possibile negoziare i prezzi, si puo passeggiare tra le bancarelle mangiando scorpioni e insetti fritti, si possono acquistare prodotti farmaceutici che normalmente richiedono una ricetta medica.

Il rilassante Lumpini Park

Dopo aver consumato un ottimo pranzo a base di pesce a Silom Road, sfuggiamo dal caos infernale di Bangkok rifugiandoci al Lumpini Park: un’oasi di verde e di pace nascosta tra i grattacieli e il traffico della città.
Il Lumpini Park, il più grande parco di Bangkok, ospita un centro di ginnastica, uno stadio di boxe thai e un lago artificiale popolato da enormi varani.
Tra le tante bancarelle disseminate lungo i viali del parco alcune vendono una bevanda a base di bile e sangue di serpente che avrebbe delle virtù energizzanti ma per questa volta evitiamo di assaggiarla.
La tranquillità del Lumpini Park ci permette di ritrovare energia ed entusiasmo e decidiamo di incamminarci in direzione della nostra ultima tappa: Chinatown.

La Chinatown di Bangkok

Come ogni grande città che si rispetti, Bangkok possiede il suo quartiere cinese fatto di pagode, negozi di tessuti, lanterne rosse e da un mercato in cui si trova di tutto.
Situata al sud del quartiere Dusit, la Chinatown di Bangkok, localmente conosciuta come quartiere Yaowarat, è una delle attrazioni maggiormente visitate dai turisti.
Questa vetrina della cultura cinese occupa la Chareon Krung Road o New Road, la Yaowarat road e le numerosissime stradine che costellano la zona.
Penetrando in questo quartiere abbiamo l’impressione di aver abbandonato la Thailandia e di essere stati catapultati in Cina.
Soddisfatti della nostra intensa giornata, torniamo in hotel dove recuperiamo le energie perdute con un salutare bagno in piscina.
Terminiamo questo giorno alla scoperta di Bangkok con una cena al ristorante Kinnaree situato nel soi 8 della Sukhumvit road.
Nascosto in un romantico giardino, il Kinnaree ci delizia con le sue saporite pietanze e un’atmosfera incantevole.

Il mercato dei fiori

Il mercato dei fiori di Parigi

Il mercato dei fiori (marché aux fleurs) si trova sulla Place Louis Lépine, nel cuore dell’Ile de la Cité che ospita anche la cattedrale di Notre Dame.
Questo coloratissimo mercato, aperto tutti i giorni dalle 08h alle 19h, abbonda di piante e fiori di tutte le specie.
La domenica si aggiungono numerosi venditori di animali che contribuiscono a rendere più esotico il simpatico mercatino.
Visitando i numerosi monumenti della ville lumière, potrete fare una pausa rilassante tra le orchidee e i tulipani del mercato dei fiori per poi riprendere la visita della città.
La stazione della metro più vicina è Citè  sulla linea 4.

Place Louis Lépine
75004 Paris

Ballando alla Mouffetard

Ballando alla Mouffetard

Ogni domenica dalle 11h alle 14h, ai piedi della rue Mouffetard, di fronte alla chiesa Saint Médard, ha luogo uno spettacolo unico che incarna lo spirito parigino: il ballo della Mouffetard.
Dal 1975, il collettivo Paris Mouffetard Musette anima la piazza di uno dei quartieri più vivaci e frizzanti del V arrondissement cantando le canzoni della Parigi d’un tempo al suono dell’armonica.
Da soli o in compagnia, con il sole o con la pioggia, recatevi di fronte alla chiesa Saint Médard, a due passi dal coloratissimo mercato alimentare, e partecipate a uno spettacolo tradizionale che difficilmente dimenticherete.
Un’allegra banda di musicisti e cantanti trasforma la piazza in una cartolina d’epoca; le parole delle canzoni vengono distribuite agli spettatori che possono partecipare al canto corale dei grandi classici della canzone francese: Edith Piaf, Charles Aznavour, Jacques Brel, Dalida, Renaud, Leo Ferré, Georges Brassens, Boris Vian e tanti altri.

A rendere più magica l’atmosfera, numerosi ballerini si esibiscono in figure e pose plastiche.
Poveri, ricchi, anziani, giovani e passanti d’ogni sorta sono attirati da questo vortice di emozioni e musica: si canta e si balla come per il 14 luglio grazie alla musica di Chrisitan Bassoul che con la sua armonica riempie la rue Mouffetard di vitalità e gioia.
La rue Mouffetard è una delle vie di Parigi maggiormente frequentata dai turisti di tutte le nazionalità ma la domenica mattina, ai piedi del mercato, sono i veri parigini che si ritrovano per condividere insieme un momento di puro piacere all’aria aperta.