C’era una volta la prima classe

metro premiere classe paris

Vagoni rossi di prima classe

Forse non tutti sanno che, un tempo non molto lontano, la metro di Parigi era suddivisa in vagoni di prima e seconda classe.
Oggi la metropolitana parigina rappresenta una sorta di livella che azzera le differenze sociali e mescola insieme i vari ceti: poveri e ricchi, uomini d’affari e proletari, borghesi e barboni si ritrovano a condividere lo stesso spazio.
Sembra difficile immaginare che fino al 1 agosto del 1991 esistevano vagoni di prima classe, di colore giallo o  rosso, dedicati ai più abbienti e vagoni verdi e grigi riservati alla gleba.
Il prezzo del biglietto era di 25 centesimi per la prima e 15 centesimi per la seconda classe.
La metro parigina è stata la sola al mondo ad applicare questa forma di distinzione delle classi e gli oppositori hanno dovuto protestare a lungo prima che venisse soppressa.
Alla fine la lotta di classe ha portato i suoi frutti tra i vagoni della RATP che ha deciso di abolire la prima classe perché non molto frequentata e richiedeva importanti costi di manutenzione e l’impiego di numerosi controllori.

Le printemps des poètes 2016

printemps des poetes

Le printemps des poètes

Il legame tra la metrò parigina (la RATP) e la poesia continua anche quest’anno nell’ambito dell’iniziativa Printemps des poètes.
La stazione della metro di Parigi ospiteranno, dal 5 al 20 marzo, versi e rime delle più belle poesie di tutti i tempi.
La poesia sarà l’invitato d’onore della città di Parigi che l’accoglierà con orgoglio nelle piazze, strade, scuole, biblioteche e anche nella metropolitana.
La manifestazione Printemps des poètes che prevede più di 15000 iniziative in tutta la Francia e nei 60 paesi partecipanti, quest’anno è incentrata sul tema del XX° secolo: le Grand XXe d’Apollinaire à Bonnefoy – cent ans de poésie.
L’evento sarà l’occasione di celebrare i 50 anni della collezione emblematica Poésie/Gallimard, nata nel marzo del 1966, dove si trovano riuniti i grandi nomi del secolo scorso.

Serge, il coniglio rosa della metro

Serge, il coniglio rosa della metro

Questo post è dedicato ad uno dei personaggi più enigmatici e simbolici della capitale francese: Serge, il coniglio della metropolitana.
La famosa mascotte rosa campeggia da più di 30 anni sugli affollatissimi vagoni per ricordare i rischi legati alla chiusura delle porte.
L’emblematico animale comparve per la prima volta nel 1977 sulla linea 1 della metropolitana parigina e la sua presenza si estese a tutte le altre linee a partire dagli anni 80.
L’immagine iniziale che venne utilizzata non corrispondeva a quella attuale: la Ratp (la società che gestisce i trasporti urbani di Parigi) aveva scelto un coniglio nero chiamato Obafemi che indossava una salopette rossa e un maglioncino giallo.
Il simpatico Obafemi evitò a molti bambini d’incastrarsi le mani tra le porte della metropolitana e riscosse una notevole popolarità.
Tuttavia verso la fine degli anni 80 la Ratp fu costretta a cambiare il personaggio scelto per promuovere la campagna sulla sicurezza nei mezzi parigini.
L’immagine di un coniglio nero con le dita intrappolate, infatti, fu tacciata di razzismo da diverse associazioni che ne richiesero la rimozione e la Ratp, minacciata di censura, dovette trovare una nuova mascotte “politicamente corretta”.

Serge, proclamato successore di Obafemi, divenne rapidamente un personaggio-culto nell’immaginario parigino.
Il nuovo adesivo fu radicalmente modificato: il coniglio rosa indossa maglietta e pantaloni gialli e viene rappresentato con le dita schiacciate tra le porte.
I realizzatori del famosissimo personaggio hanno scelto di dargli le sembianze di un coniglio, personaggio ricorrente nei cartoni animati, per sensibilizzare più facilmente i bambini.
Il testo che accompagna la famosa immagine “Ne mets pas tes mains sur la porte: tu risques de te faire coincer très fort” è tradotto in quattro lingue (inglese, tedesco, spagnolo e italiano).
Il coniglietto sembra assumere un tono più severo rivolgendosi agli italiani: solamente la traduzione in italiano termina con un punto esclamativo!
Esistono tantissime parodie della rinomata mascotte rosa, quella che vi propongo nel video in basso è stata realizzata dall’esilarante equipe di Jackass e rappresenta le peripezie quotidiane di Serge.

Le ceramiche della stazione Liège

Le ceramiche della stazione Liège

La metropolitana parigina rappresenta un microcosmo ricco di sorprese e curiosità, un universo sotterraneo che custodisce segreti e splendide opere artistiche.
Ogni stazione della metro ha una sua storia, una sua identità e una sua peculiarità.
Immersi nella frenesia quotidiana attraversiamo distrattamente corridoi e passaggi che ci conducono da una linea a un’altra senza prestare attenzione ai piccoli particolari che accompagnano i nostri passi.
La stazione Liège, situata sulla linea 13 tra la stazione Saint-Lazare e Place de Clichy, merita di essere visitata per vari motivi.
Creata nel 1911, la stazione fu inizialmente chiamata Berlino ma il nome della città tedesca, divenuto scomodo in seguito al primo conflitto mondiale, fu sostituito nel 1914 con il nome della città belga che aveva eroicamente resistito durante la guerra.
Una delle particolarità di questa stazione è il fatto di presentare banchine sfalsate, una di seguito all’altra (e non una di fronte all’altra), a causa delle dimensioni ridotte della rue d’Amsterdam situata all’esterno.
L’elemento che merita maggior rilievo è la decorazione della stazione.
Nel 1982, nell’ambito degli scambi culturali tra Francia e Belgio, vari dipinti e ceramiche rappresentanti la città di Liège furono installati negli spazi dedicati ai manifesti pubblicitari: il palazzo provinciale di Liège, il circuito di Francorchamps, la vallata dell’Ourthe, il castello di Wegimont e altri splendidi paesaggi.

L’uomo-foglietto

Sulla metro di Parigi

A Parigi ci vuole arte e fantasia anche per chiedere l’elemosina.
Lo sanno bene le centinaia di mendicanti che quotidianamente percorrono i vagoni della metropolitana parigina per fare appello alla sensibilità dei viaggiatori e chiedere un piccolo aiuto.
Al fine di far breccia nel guscio che protegge il cuore dei parigini, i poveri che frequentano la metrò della capitale francese hanno dovuto spremere meningi e fare ricorso a trovate ingegnose.
Musicisti, attori, mimi e cantanti allietano ogni giorno il viaggio dei pendolari con le loro performances chiedendo in cambio qualche spicciolo o un buono pasto.
Artisti di ogni genere si alternano senza sosta nel serpentone metallico targato RATP e fanno risuonare i sotterranei della ville lumière con le loro note e le loro canzoni cariche di malinconia.
Escludendo i numerosi artisti, la maggior parte dei questuanti della metrò fa ricorso a un breve discorso per chiedere aiuto.
Gridando a gran voce la propria indigenza, i mendicanti riassumono con parole struggenti la propria situazione e gli eventi che li hanno portati a trovarsi nel bisogno.
In seguito, passano tra i sedili dei vagoni in cerca di mani tese disposte ad alleviare la loro sofferenza.
Chi suona, chi canta, chi parla…e chi non dice niente.
A non dire nulla è un ometto dalle origini non ben definite (Europa dell’est probabilmente), che incrocio spesso tra i vagoni della linea 9.
Il piccolo mendicante usa una tecnica particolare per chiedere l’elemosina: entra nel vagone senza dire nulla, si avvicina a ogni viaggiatore e consegna un foglietto in cui poche parole fanno capire che si trova in stato di necessità.
Osservando le reazioni dei pendolari, posso affermare che la tecnica dell’uomo-foglietto non sembra produrre grandi risultati.
La sua è una iniziativa volta al fallimento per due ragioni: in primo luogo perché la consegna del foglietto invade (e disturba) il sacro spazio del pendolare parigino, in secondo luogo perché l’ometto tende a insultare quei viaggiatori che rifiutano il suo cartoncino o che si permettono di poggiarlo a terra senza nemmeno averlo letto.
In conclusione, l’uomo-foglietto farebbe bene a seguire un corso avanzato di marketing e strategie comunicative. E voi lo avete mai incontrato?

Tipi metropolitani

La metro di Parigi

La metro di Parigi

La metropolitana parigina rappresenta il mezzo più semplice, rapido ed economico per spostarsi nella ville lumière.
La rete gestita dalla RATP conta più di 300 stazioni, la cui entrata è indicata da una grande M gialla, e 16 linee per un totale di 213 chilometri di percorso ferrato.
La metro rappresenta un vero e proprio universo sotterraneo, una dimensione parallela in cui le esistenze di migliaia di parigini s’incrociano e si sfiorano distrattamente.
Il caotico movimento umano che prende vita quotidianamente sotto le strade della capitale francese è anche l’oggetto degli incubi dei parigini perché riunisce insieme personaggi insopportabili e fastidiosi.

Eccone alcuni:

Il tipo che non si tiene alla barra metallica e che vi cade addosso ad ogni accelerazione.

Lo zozzo che suda come un maiale e alza il braccio per tenersi.

La tipa che parla a voce alta al telefono e condivide con gli altri i suoi racconti personali.

Le coppie che si credono da sole nel vagone e che si scambiano baci appassionati e altre focose effusioni.

L’oca giuliva che gioca con i capelli, strofinandoli in faccia agli altri, quando il vagone è pieno.

Il tipo che non si è lavato e puzza come un barbone.

Il tipo che tiene lo zaino sulla schiena e lo va sbattendo in faccia a tutti.

Il selvaggio che divora un hamburger disseminando patatine e macchie di ketchup dappertutto e riempie il vagone di puzza di fast food.

Il tipo che resta seduto sullo strapuntino a giocare a Candy Crash quando il vagone è strapieno.

Il furbetto che vi soffia il posto a sedere sotto il naso.

Il tipo che resta in piedi davanti a uno strapuntino ma che non si siede.

Il fetente che scorreggia poco prima di uscire dal vagone.

Il tipo che resta fermo davanti la porta quando volete scendere.

L’incivile che sale immediatamente nel vagone senza lasciare scendere i passeggeri.

Il tipo che si spara musica a palla nelle cuffie a un volume altissimo.

L’angosciato che deve scendere alla fermata successiva e che, nel panico, inizia a spingere tutti per farsi largo.

Il cafone che pur vedendo che il vagone è pieno zeppo spinge come un forsennato per entrarvi.

Il tipo che si struscia alla barra di metallo e vi impedisce di appoggiarvi.

Lo strafottente che mette lo zaino, o ancora peggio i piedi, su un posto vuoto.

Il tipo che vi fissa o che vi ascolta mentre state parlando ad un amico.

La tipa che si crede al bar ed entra nel vagone sorseggiando il suo tazzone di caffé o divorando un’enorme viennoserie che si sbriciola sul pavimento o sui sedili.

Lo strafottente che si crede nel salotto di casa e sfoglia le pagine del suo quotidiano in faccia alla gente.

L’incivile che, pur avendo visto la presenza di una donna incinta o di una persona anziana, fa finta di non essersene accorto e resta seduto a giocare col telefonino.

Chi ho dimenticato?

Il coniglio Serge trova un nuovo lavoro

sergeLa RATP aveva lanciato lo scorso maggio una campagna pubblicitaria per promuovere il restyling di Serge, il mitico coniglio rosa che dal 1977 campeggia sui vagoni della metropolitana di Parigi per ricordare ai pendolari di fare attenzione alla brusca chiusura delle porte.
Il look del coniglio della metro è stato cambiato e Serge ha adottato uno stile più casual indossando un jeans e una maglietta gialla.
Ma che fine ha fatto il vecchio coniglio?
Il canale umoristico Youtube La Débande ha ritrovato il vecchio Serge e lo ha intervistato sul lungo-Senna.
Scopriamo così che il coniglio dopo aver perso il posto di lavoro da mascotte della metropolitana parigina si sarebbe riconvertito in… un attore porno!

Incubi metropolitani

Incubi metropolitani

Incubi metropolitani

La metropolitana parigina rappresenta il mezzo più semplice, rapido ed economico per spostarsi nella ville lumière.
La rete gestita dalla RATP conta più di 300 stazioni, la cui entrata è indicata da una grande M gialla, e 16 linee per un totale di 213 chilometri di percorso ferrato.
La metro rappresenta un vero e proprio universo sotterraneo, una dimensione parallela in cui le esistenze di migliaia di parigini s’incrociano e si sfiorano distrattamente.
Il caotico movimento umano che prende vita quotidianamente sotto le strade della capitale francese è anche l’oggetto delle paure e degli incubi dei parigini.

Eccovi alcune situazioni che ogni parigino teme di dover affrontare in metropolitana:

1. Sedersi accanto a un barbone
Entrate nel vagone stanchi per l’intensa giornata lavorativa e vi precipitate sull’unico posto disponibile.
Se la vista non ve lo ha segnalato, l’odorato non tarderà a segnalarvi la presenza del vostro vicino. Cambio di vagone immediato !

2. La porta del vagone vi si chiude in faccia
La metro era lì, a pochi passi da voi, la vedevate vicina e avevate sentito il segnale sonoro.
Ci avevate creduto fino alla fine e con uno scatto da sprinter olimpionico vi eravate scagliati come un proiettile impazzito in direzione del vagone.
Purtroppo la porta si è chiusa davanti al vostro viso incredulo.
Con la coda fra le gambe e sotto lo sguardo beffardo dei passeggeri, vi allontanate dalla banchina facendo finta che non sia successo nulla

3. Prendere una linea della metro nel senso opposto
Impegnati a provare l’ultima applicazione del vostro telefonino o immersi nel libro che stavate leggendo avete preso la metro nel senso opposto.
Naturalmente non vi rendete immediatamente conto dello sbaglio ma dopo 2, 3 o 4 stazioni!
Scendete dalla metro masticando parolacce in un italo-francese confuso e incomprensibile.

4. Addormentarsi e risvegliarsi al terminus (o al deposito).
Dopo una serata dall’alto tasso alcolico vi azzardate a prendere l’ultima metro per tornare a casa.
Mancano poche stazione a quella in cui dovete scendere e le vostre palpebre si chiudono dolcemente facendovi scivolare in una fatale pennichella.
Vi svegliate di soprassalto, sudati, e vi rendete conto di essere al capolinea.
Il conducente della metro che vi invita a scendere dal vagone vi conferma che non si tratta di un incubo ma della triste realtà.

5. Perdere l’ultima metro
Eravate usciti in tempo dalla festa, avevate calcolato anche i nanosecondi per fare in tempo e correndo a gambe levate vi siete fiondati nella vicina stazione della metro.
Il sogno di gloria si spegne miseramente quando, appena scesi nelle banchine della metropolitana, vedete andare via sotto i vostri occhi l’ultima corsa.
Taxi o festa fino alle 6 di mattina?

6. Trovarsi nello stesso vagone di un gruppo fastidioso
Eravate nella tranquillità più assoluta, vi mancavano poche caselle per terminare il vostro Sudoku quando le porte del vagone si sono spalancate per lasciare entrare un gruppo di casinari incivili che cominciano a parlare a voce altissima.
Wesh wesh alla riscossa provenienti dalle periferie calde, famiglie di turisti stracarichi di valigie e zaini ingombranti, gigantesche scolaresche in gita, gruppi di ubriachi che cantano a squarciagola parole senza senso.
Sono tanti i gruppi che possono turbare di punto in bianco la tranquillità e la serenità di un vagone targato RATP.

7 Il giubbotto resta incastrato tra le porte
Grazie a uno scatto da centometrista siete riusciti a entrare all’ultimo momento nel vagone, appena dopo il fatidico suono della sirena.
Riprendete fiato e, soddisfatti per l’impresa realizzata, osservate con compiacimento gli altri passeggeri.
Abbassate lo sguardo con discrezione e vi rendete conto che il vostro giubbotto e rimasto irrimediabilmente incastrato tra le porte.
Fate finta di niente e accennate un sorriso disinvolto.
Sarete liberati alla stazione successiva ma l’attesa vi sembra interminabile.

8. Restare bloccati tra due stazioni
Oscurità e silenzio vi circondano. Avete perso l’orientamento e brancolate nel buio in cerca di un appiglio.
Bisbiglii misteriosi vi lasciano presupporre la presenza di altre persone accanto a voi. Ma chi sono?
Le voci si moltiplicano mescolandosi a sospiri e frasi spezzate che somigliano a imprecazioni.
Qualche nota musicale giunge alle vostre orecchie da un punto indefinito dello spazio circostante e vi ricorda che non siete soli.
I minuti passano, l’ossigeno comincia a scarseggiare e l’agitazione diventa palpabile intorno a voi.
Un film dell’orrore tipo l’Enigmista? No.
Vi eravate semplicemente addormentati nella metropolitana e vi siete svegliati mentre il vagone era bloccato al buio tra due stazioni. A Parigi capita spesso e l’attesa snervante può diventare inquietante.

9. Il temutissimo sciopero
Circolano pochissime metro, la gente è irrequieta, l’attesa e il nervosismo aumentano, una marea umana vi investe e vi impedisce di muovervi.
Benvenuti in un’ordinaria giornata di siciopero parigino.

10. La vostra stazione è chiusa per lavori
Vi svegliate di buon mattino, fate colazione e come ogni giorno vi apprestate a prendere la metro per recarvi al lavoro. Giunti davanti la stazione vi trovate di fronte un cartello che recita “station en travaux”.
In preda al panico salite sul primo autobus imprecando contro la RATP.

11. Venire derubati dai pickpocket
Una delle più gravi piaghe che affliggono Parigi è costituita dai cosiddetti pickpockets ovvero i ruba-portafoglio che rappresentano un rischio concreto per i tanti turisti che ogni anno visitano la capitale francese.
Organizzati in bande o da soli, questi piccoli lestofanti agiscono approfittando dei momenti di distrazione dei viaggiatori e della loro scarsa vigilanza.
I minuti ladruncoli operano spesso lungo le banchine della metropolitana aggirandosi tra la folla ignara e colpendo soprattutto alcune stazioni e alcune linee (1, 4, 8 e 9 in particolare).
Fate sempre attenzione agli annunci che vengono diffusi dagli altoparlanti e se sentite la parola pickpocket mettevi subito sull’allerta.
E voi, quali sono le vostre fobie “metropolitane”?

No Pants Subway Ride 2014

No Pants Subway Ride 2014

No Pants Subway Ride 2014

Se non sapete cosa fare per animare questa uggiosa domenica parigina, ho io la soluzione per voi.
Scendete immediatamente in metropolitana, toglietevi i pantaloni e salite a bordo del primo vagone che passa.
Parteciperete in questo modo alla terza edizione della No Pants Subway Ride di Parigi, un evento internazionale che è stato lanciato nel 2002 a New York, dal collettivo Improv Everywhere, e che ha contagiato le principali metropoli del mondo come Shangai, San Francisco, Amsterdam e Parigi.
Il principio dell’evento è semplice e irriverente al tempo stesso: prendere la metropolitana in mutande e, soprattutto, far come se nulla fosse.

Le più belle stazioni della metro

Fu nel 1968 che nacque il concetto di “stazione culturale”, sotto l’impulso di André Malraux (scrittore e uomo politico) che in quel tempo ricopriva la carica di ministro degli affari culturali.
Grazie alle sue iniziative, le stazioni della metropolitana non furono più viste come semplici luoghi di sosta e di passaggio ma come luoghi di vita capaci di raccontare la storia di Parigi.
Spostandovi da un punto all’altro della città, immersi nel chilometrico labirinto sotterraneo della rete metropolitana, potrete scoprire veri e propri capolavori artistici che raccontano la storia della ville lumière. Ecco le più belle.

Concorde

La stazione Concorde

La stazione Concorde

Lungo le banchine della linea 12, la stazione vanta una particolarissima decorazione artistica: 44000 mattonelle bianche riproducono il testo della Dichiarazione dei diritti dell’uomo promulgata nel 1789.
Un’opera realizzata da Françoise Schein, per celebrare il bicentenario della rivoluzione francese, .
Il testo della Dichiarazione viene riprodotto 11 volte, senza spazi e punteggiatura, attraverso i mattoncini di ceramica bianchi che assumono l’aspetto di un enorme puzzle.
Aperta al pubblico nel 1910, la stazione Concorde vuole ricordare al pubblico il valore del documento del 1789 e l’importanza dell’uguaglianza e del rispetto di tutti gli uomini.

Arts e t Métiers

La stazione Arts et Métiers

La stazione Arts et Métiers

La decorazione di questa stazione, lungo le banchine della linea 11, fa pensare all’interno di un sottomarino: la volta è ricoperta di placche di rame e i muri sono dotati di oblò…che non lasciano intravedere le profondità dell’oceano ma scenografie artistiche.
L’opera realizzata, da François Schuiten nel 1994, rende omaggio al Museo delle arti e mestieri che si trova sopra la stazione che porta il suo nome.
Possiamo dire che la stazione Arts et Métiers sta al Museo delle Arti e dei Mestieri come la stazione Louvre-Rivoli sta al museo del Louvre; appena scesi dalla metro si ha già la sensazione di entrare in uno spazio insolito che anticipa le collezioni del museo.
Il lungo tubo ramato, che caratterizza questa stazione, rende omaggio al Nautilus di 20 000 leghe sotto i mari, il celebre sottomarino del capitano Nemo ideato dall’immaginazione di Jules Verne.
Grandi archi decorati attraversano la stazione da una parte all’altra e persino i cestini dell’immondizia sono di color rame.
La stazione è stata personalizzata in questa originalissima maniera per celebrare il bicentenario del conservatorio delle arti e dei mestieri fondato, dall’abate Gregorio nel 1795, per l’insegnamento di scienze e tecniche applicate.

Palais Royal

La stazione Palais Royal

La stazione Palais Royal

Un’affascinante creazione artistica funge da ingresso della stazione della metropolitana Palais Royal e si compone di una parte esterna e una interna.
La parte esterna rappresenta un reticolato metallico in alluminio, formato da vari anelli (alcuni dei quali sono colorati) legati gli uni agli altri, che circonda la scala che permette l’accesso alla stazione. Sei colonne formate da sfere d’alluminio sostengono due cupole.
Queste due cupole sono formate da un insieme di perle giganti in vetro di Murano, realizzate dalla vetreria Salviati, e sistemate attentamente per creare due strutture a forma di cupola.
La cupola che sovrasta l’ingresso della metropolitana ha perle dai toni caldi (giallo, bianco e rosso) e rappresenta il giorno; l’altra cupola possiede toni freddi (blu, bianco, giallo e viola) e rappresenta la notte.
Dietro la struttura metallica si trova una panchina che riprende l’originale stile delle cupole.
La parte interna dell’opera, situata alla fine della scala che conduce alla metropolitana, è costituita da due vetrine incastonate nel muro che contengono perle colorate: una vetrina contiene perle con colori caldi e l’altra con colori freddi.
Quest’insolita decorazione urbana, chiamata edicola dei nottambuli, è stata realizzata dall’artista Jean Michel Othoniel, nel 2000, per festeggiare il centenario della metró parigina
L’insolita decorazione urbana scintilla di mille sfumature e rende magica l’atmosfera della Place Colette. Una tinta di barocco che spezza il classicismo parigino.

Louvre-Rivoli

La stazione Louvre-Rivoli

La stazione Louvre-Rivoli

Scendendo alla stazione Louvre Rivoli, sulla linea 1 della metropolitana di Parigi, vi sentirete già al museo del Louvre: i muri sono in pietra e accolgono nicchie che custodiscono oggetti e statue antiche.
L’illuminazione della stazione richiama quella del famoso museo parigino e le statue esposte sono perfette riproduzioni degli originali che si trovano all’interno del museo.
La stazione è stata decorata dall’architetto Robert Venter nel 1968 e, a testimonianza del fatto che l’arte piace, la sua frequentazione è aumentata del 30 %.
Si potrebbe immaginare che, in futuro, la stazione Solferino vicina al Museo d’Orsay, venga decorata con dipinti impressionisti o che la stazione Varenne prossima al museo Rodin esponga le riproduzioni delle opere del grande scultore.

Bastille

La stazione Bastille

La stazione Bastille

Le banchine della linea 1 sono decorate con cinque grandi mosaici realizzati da Odile Jacquot e Liliane Belembert.
Gli affresci richiamano gli eventi salienti della storia rivoluzionaria francese, dalla nascita delle idee liberali fino alla vittoria del popolo, simboleggiata dalla presa della Bastiglia.
Inoltre, alcuni resti dell’antica prigione sono esposti sulle banchine della linea 5 (sempre alla stazione Bastille).

Cluny-La Sorbonne

La stazione Cluny-La Sorbonne

La stazione Cluny-La Sorbonne

La stazione Cluny-la Sorbonne è dotata di una particolarissima decorazione: la volta è abbellita da un mosaico raffigurante due uccelli circondati dalle firme dei grandi personaggi che hanno reso celebre il quartiere latino.
Rabelais, Moliere, Verlaine, Robespierre, Richelieu, Michelet, Pasteur, George Sand, Paul Valery, Rimbaud, Claude Bernanrd, Gay Lussac e tanti altri filosofi, pensatori, poeti, scrittori e uomini di scienza che hanno contribuito a rendere illustre la fama di Parigi.
La stazione, che era stata chiusa nel 1930 perché considerata troppo vicina ad altre stazioni, fu riaperta nel 1988 su richiesta di Jack Lang.
In occasione della riapertura la volta della stazione è stata impreziosita magicamente grazie all’opera “Les Oiseaux” dell’artista Jean Bazaine.
Uno splendido mosaico che non lascia indifferenti le persone che aspettano la metropolitana sulle banchine e le invita a identificare i nomi dei personaggi famosi.