Come diventare parigino in 5 mosse

Come diventare parigino in 5 mosse

Come diventare parigino in 5 mosse

Siete da poco arrivati a Parigi e volete immediatamente amalgamarvi alle migliaia di parigini che ogni giorno attraversano i boulevards e le avenues della capitale francese?
L’idea di essere giudicati come provincialotti appena sbarcati nella ville lumière vi fa gelare il sangue nelle vene?
Ecco un piccolo vademecum comportamentale che vi permetterà di compiere rapidamente la metamorfosi da italiano di provincia in parigino DOC e vi aiuterà a trasformarvi in uno di loro.

1) Acquistate un Iphone e usatelo senza sosta soprattutto quando prendete la metro
Procuratevi anche una cuffia per ascoltare la vostra musica preferita e isolarvi dal mondo.

2) Non abbiate l’aria smarrita
Il parigino sa sempre dove sta andando. Non chiede mai informazioni agli altri e, gonfio di narcisismo e sicurezza di se, cammina spedito verso la sua destinazione.

3) Camminate il più velocemente possibile
Non avete fretta? Avete tutto il pomeriggio per passeggiare nel Marais?
Al parigino non interessa.
Il vero abitante della capitale mantiene un passo spedito e deciso in ogni occasione. Il minimo rallentamento potrebbe causare un fastidioso e intollerabile sorpasso.

4) Cancellate dal vostro dizionario la parola sorriso
Non sorridete in nessuna occasione.
Solo cosi potrete indossare i panni di un vero parigino.
Non dimenticate di sbuffare di tanto in tanto e mantenere un’ espressione stizzita.

5) Siate sempre occupati a fare qualcosa
Il parigino è sempre impegnato nel compiere attività interessanti.
Non perde tempo a passeggiare e a vagare senza metà. Mostratevi sempre indaffarati.
Se vi sedete al bar per bere un caffé, impugnate immediatamente l’Iphone o un giornale e assumete un’espressione meditativa e dubbiosa.

Sei diventato parigino se…

Sei diventato parigino se...

Sei diventato parigino se…

Anche se non vuoi ammetterlo a te stesso, ormai sei diventato un parigino DOC.
I sintomi sono evidenti e parlano chiaro:

– Ti sembra normale pagare 800€ al mese per un monolocale minuscolo

– Conosci a memoria le stazioni della tua linea della metropolitana

– Appena un timido raggio di sole accarezza la città, ti precipiti a comprare baguette e formaggio per un pic-nic al Bois de Vincennes

– Consideri tutto ciò che si trova al di là del périphérique come un continente sconosciuto e selvaggio

– Sei diventato un campione dello sport cittadino più diffuso: la gimkana tra gli escrementi dei cani parigini che tappezzano i marciapiedi

– Non vai mai sugli Champs Elysées, a meno che non devi farli visitare a qualcuno

– Hai visto almeno una volta una troupe cinematografica girare un film per le strade della città…e non ti ha scioccato.

– Se hai fame e non hai tempo, compri un grec, non un kebab

– Conosci tutti i colori delle linee della metro

– Non hai paura di prendere il Noctilien

– I 3 animali che odi di più sono il topo, il piccione e…il turista

– Assaggi le cucine di tutto il mondo spostandoti di quartiere

– Incroci la miseria ogni giorno e, purtroppo, non ci fai più caso

– Sai imitare alla perfezione la voce che annuncia le stazioni della metro, soprattutto la versione spagnola della linea 14 a Gare de Lyon

– Nel tuo appartamento ricevi più di venti segnali Wi-fi diversi

– Conosci tutti i quartieri di Parigi ma vai sempre negli stessi posti

– Cerchi sempre di evitare di prendere la corrispondenza a Chatelet e di perderti nei suoi interminabili corridoi

– Anche se il sole splende e il cielo è azzurro, esci da casa con l’ombrello perchè non si sa mai

– Adori Parigi in Agosto quando la città si libera del suo male peggiore (i parigini!)

– Ti metti a sbuffare e a fare smorfiette se, prendendo la scala mobile, qualcuno resta immobile a sinistra e ti blocca il passaggio.

I misteri di Parigi: la caccia al tesoro 2015

La caccia al tesoro 2015

La caccia al tesoro 2015

La prossima grande caccia al tesoro di Parigi si svolgerá il 4 luglio 2015 e trasformerá la capitale francese in un grande terreno di gioco.
Questo evento ludico e originale viene organizzato ogni anno dal Comune di Parigi: la partecipazione é gratuita e aperta a tutti.
La caccia al tesoro di Parigi mobilita ogni anno migliaia di più o meno abili risolutori di enigmi che si cimentanto a risolvere appassionanti misteri ed ingegnosi rebus disseminati nella capitale.
Scopo della manifestazione é la riscoperta della città da una prospettiva ludico-creativa stimolando la fantasia e l’ingegno dei partecipanti.
Da soli o in squadre di sei persone vi lancerete in questa avventura misteriosa che vi porterà di scoperta in scoperta, attraverso incontri insoliti e divertenti, alla soluzione finale.
A piedi, in bus, in metro o ancora in bicicletta, tutti i mezzi saranno buoni per lanciarvi alla ricerca degli indizi.

Gli enigmi faranno appello alla vostra perspicacia, al senso dell’osservazione, allo spirito d’avventura e alla capacità di reazione di fronte a situazioni inaspettate.
Prima della partenza dovrete scegliere l’arrondissement nel quale eseguire la vostra ricerca; poi, muniti della mappa dell’arrondissement scelto e della lista degli indizi, potrete tuffarvi alla scoperta della soluzione degli enigmi.
A tal fine, dovrete incontrare commercianti, artigiani e artisti che vi aiuteranno nel vostro cammino, dovrete inoltrarvi in luoghi sconosciuti come giardini nascosti o viuzze e passaggi segreti.
Alla fine del percorso dovrete assemblare gli indizi raccolti per far comparire così un ultimo enigma, la risoluzione del quale darà accesso al sorteggio per la vincita finale.
I vincitori avranno l’imbarazzo della scelta tra i vari premi messi a disposizione dagli sponsor della manifestazione.

Per informazioni e per iscriversi
www.tresorsdeparis.fr

Una storia parigina – II

L’alba incerta della speranza

L’alba incerta della speranza

Un raggiante sorriso aveva illuminato il volto spento di Simone alla vista di un foglio A4, che esponeva una sola frase, capace di infondere fiducia al giovane siciliano “Nous cherchons un guide de croisière parlant anglais, français, italien et espagnol”.
Ipnotizzato davanti al bancone dei Bateaux Parisiens, una delle principali compagnie di trasporto fluviale turistico della città, Simone aveva visto materializzarsi un’inaspettata possibilità per un nuovo inizio e si immaginava già impegnato a spiegare la storia dei principali monumenti parigini ai turisti.
Puis-je vous aider, Monsieur? Voulez-vous réserver une croisière sur la Seine? Aveva chiesto una ragazza bionda dall’altro lato del bancone.
Simone continuava a fissare l’annuncio.
La bigliettaia, convinta che il suo interlocutore fosse interessato a un giro turistico in battello aveva cominciato a presentare i dettagli della crociera, l’orario di partenza, il percorso, le varie tariffe e le regole di sicurezza.
Je suis interessé à l’annonce, la interruppe bruscamente il catanese indicando il foglio affisso sulla vetrina.
Très bien. Il faut remplir le formulaire et laisser une copie de votre CV, rispose la ragazza prima di scomparire per qualche istante nell’ufficio adiacente.
La biondina ricomparve rapidamente con un foglio e una penna in mano e lo invitò a lasciare i suoi dati personali e il suo curriculum.
Simone riempì meticolosamente tutti i campi del documento, appose la firma conclusiva e vide sfilare davanti ai suoi occhi gloriose scene di successo. Si immaginava vestito di un’ elegante uniforme, alla prua di un maestoso battello, attorniato da splendide turiste che pendevano dalle sue labbra, intento a decantare e raccontare le bellezze artistiche e architettoniche della città.
Il lavoro di guida di crociera calzava a pennello con il suo profilo: bella presenza, socievole, conosceva a menadito Parigi e la sua storia, amava il contatto con il pubblico e grazie all’Erasmus e ai viaggi effettuati in gioventù padroneggiava le lingue richieste per occupare il posto.
Ca va? Vous avez terminé? Lo incalzò la ragazza da dietro il bancone.
Oui. C’est bon. J’ai fini, rispose Simone abbandonando il mondo dei sogni e ritornando con i piedi per terra.
Parfait. On vous contactera, disse la bigliettaia accennando un sorriso evasivo.
Il catanese incassò l’ennesimo “le faremo sapere” e si allontanò dal lungo-Senna rimproverandosi di aver riposto troppe speranze su quell’offerta di lavoro.
Ritornando sui suoi passi per ritrovare il cammino verso casa, Simone decise di proseguire il suo vagabondare tra le vie del Marais.
Aveva poca voglia di ritrovarsi tra le quattro mura del suo monolocale e sapeva che perdersi tra i sentieri dedalici di quel quartiere medievale era un’ottima soluzione per occupare la giornata.

I suoi passi svagati calpestavano i pavé delle strade ripide e il suo sguardo curioso si posava sul paesaggio urbano che conosceva bene ma che osservava sempre con lo stesso fascino e con immutata meraviglia: sinagoghe traboccanti di fedeli in preghiera, graziosi negozietti di souvenirs, coppie che passeggiavano scambiandosi tenere effusioni e turisti smarriti intenti a studiare la mappa della città.
Arrivato alla fine della rue des Rosiers, non seppe resistere alle profumate fragranze provenienti dal ristorante vicino e decise di proseguire la camminata degustando una deliziosa falafel, un panino d’origine mediorientale ripieno di polpette di ceci o fave.
Salade, tomate et oignon (insalata, pomodoro e cipolla)? Chiese il cameriere aggiustandosi la kippah che portava sulla testa.
Oui. Et un peu des carottes aussi (Si. E anche un pò di carote).
Voilà. Esclamò il giovane ebreo porgendogli una pita fumante ripiena fino all’orlo.
Simone agguantò il panino e salutò il ristoratore con un cenno del capo.
Nel momento in cui addentò l’ultimo boccone della falafel, il ragazzo si rese conto di essere arrivato a Place des Vosges, la piazza che ospita la casa di Victor Hugo.
Mimetizzata tra le numerose gallerie d’arte sotto le arcate, la casa del grande scrittore si nasconde agli occhi dei turisti frettolosi conservando gelosamente il suo fascino misterioso.
Seduto al balcone della dimora che si affaccia direttamente sulla piazza quadrangolare, Hugo aveva immaginato le avventure di Fantine, Cosette, Jean Valjean, Gavroche e degli altri protagonisti dei Miserabili.
Simone si era soffermato a pensare alla Parigi dell’Ottocento che faceva da contesto al romanzo di Hugo e si era proiettato inconsciamente in quell’epoca ricca di storia e segnata da drammatici eventi.
Colto da un improvviso sentimento di nostalgia, si era avvicinato al centro della piazza per accarezzare il soffice tappeto di neve che ricopriva il manto erboso.
Riscaldata da timidi raggi di sole, la neve aveva cominciato a sciogliersi e la nuova luminosità irradiava il paesaggio invernale con calde sfumature arancioni.
Un fascio di luce solare si era posato sull’arcata antistante alla casa dell’autore francese e aveva messo in evidenza una frase scritta in maiuscolo con uno spray blu elettrico.
Incuriosito da quelle parole emerse magicamente dalla pietra anonima, Simone si era accostato all’arcata per leggere la frase impressa sul muro. Un fan di Hugo aveva sentito il bisogno di manifestare l’apprezzamento per il suo idolo riportando una delle sue citazioni più belle: “L’espoir c’est l’aube incertaine sur notre but sérieux. C’est la dorure lointaine d’un rayon mistérieux
“La speranza è l’alba incerta sul nostro vero obiettivo. E’ la luce lontana di un raggio misterioso” così risuonavano le parole della citazione nella lingua madre di Simone e lo invitavano a riflettere sull’importanza che la speranza riveste nella vita d’ogni uomo.
– E’ proprio una bella citazione. Dovremmo essere tutti capaci di sperare nel futuro e di fidarci maggiormente gli uni degli altri. Queste parole caddero su di lui come una pioggia inaspettata e si girò di scatto in cerca della voce che le avesse pronunciate.
Un pittore di strada accovacciato poco distante lo fissava con un sorriso sornione e allungandogli una bottiglia di whisky lo invitava a farsi un goccetto.
– No, grazie. Non bevo….almeno non a quest’ora. Comunque hai ragione, la speranza è linfa vitale per l’uomo.
Prima di allontanarsi dalla piazza, Simone fece scivolare due euro nel piattino dell’artista e lo salutò con uno sguardo complice.
Il suo peregrinare senza meta lo aveva portato a discutere con un bohémien a Place des Vosges e a riflettere sul valore della speranza.
Adesso, sazio di esperienze inaspettate e citazioni colte, aveva solamente voglia di tornare nel suo appartamento e prepararsi un buon caffé utilizzando la sua vecchia moka.
Non sapeva cosa Parigi e il futuro avevano in serbo per lui, ma sapeva cosa doveva fare. Sperare.
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La III puntata tra cinque giorni…

I cliché sui francesi

Appassionati di calcio, festaioli, Don Giovanni, mammoni, sempre pronti a intonare una canzone, amanti della pizza e del buon caffé, innamorati della pasta e cattolici.
Questi sono solamente alcuni dei cliché e degli stereotipi che riguardano il popolo italiano.
E i francesi? La risposta in uno spassoso video.

Parigi vs Palermo

Dopo quasi un decennio trascorso a Parigi è arrivato il momento di paragonare la capitale francese che mi ha adottato a Palermo, la mia città natale.

E’ giunta l’ora del confronto.

1) Tour Eiffel vs Quattro Canti

Tour Eiffel vs Quattro Canti

Tour Eiffel vs Quattro Canti

Sono milioni i turisti che ogni anno arrivano a Parigi per visitare la Dame de Fer, questo colosso di ferro alto 324 metri che inizialmente non piacque ai parigini.
Oggi simbolo della città, la Tour Eiffel fu realizzata da Gustave Eiffel in occasione dell’esposizione universale del 1899.
La torre, che doveva essere un’opera provvisoria da smontare dopo l’esposizione, domina Parigi e l’illumina di notte con le sue magiche scintille.

La Tour Eiffel sarà pure maestosa e imponente ma non possiede il fascino dei quattro canti.
Centro nevralgico del traffico palermitano, punto d’incontro tra i principali assi stradali della città (corso Vittorio Emanuele e via Maqueda), i Quattro Canti sono costituiti da una piazzetta ottagonale ricca di simboli e allegorie che rappresentano una sorta di ascesa dal mondo terreno a quello del cielo.
Le decorazioni situate al livello più basso si riferiscono ai fiumi di Palermo, salendo si incontrano le allegorie che raffigurano le quattro stagioni, più in alto le statue di Carlo V, Filippo II, III e IV e, infine, le quattro Sante palermitane.
La bellezza di quest’angolo non risiede solamente nella ricchezza simbolica ma soprattutto nella sua vitalità.
Racchiusi in un piccolo fazzoletto urbano si ritrovano i tratti salienti di una città in continuo fermento: carrozze trainate da cavalli sostano agli angoli della strada in attesa di clienti, turisti accaldati consultano le mappe prima di continuare la visita della città, l’incessante traffico scorre imperterrito come un fiume in piena sotto gli occhi impassibili delle statue nude di Piazza Pretoria, studenti universitari passeggiano con i libri sotto i braccio e i bambini si divertono dando calci a un pallone.

2) Baguette vs Muffuletta

Baguette vs Muffuletta

Baguette vs Muffuletta

In Francia la panificazione è un vero e proprio culto e la baguette viene venerata come un totem indiano.
I francesi accettano di fare file interminabili alle boulangerie pur di uscire vittoriosi con una baguette calda e croccante tra le mani.
Il pane rappresenta per i cugini galli un orgoglio nazionale paragonabile alla Tour Eiffel o all’Arco di Trionfo.
Pane dall’emblematica forma allungata, crosta croccante e dorata, mollica soffice e bianca, la fragrante baguette, squisita se mangiata appena sfornata, diventa irresistibile se abbinata a salumi e formaggi.
La baguette esiste anche nella variante tradition, altrettanto gustosa e saporita, realizzata con una farina di grano selezionato e senza additivi.
Con la nutella è semplicemente irresistibile.

E poi ce lei, la muffuletta.
Dall’inconfondibile forma piatta e dalla mollica generosa, da mangiare con salumi e formaggi o semplicemente cull’ogghiu ovvero con un filo d’olio, caciocavallo, un paio di sarde salate, sale e origano.
Morbidissima e profumata, ricoperta di croccante sesamo, la muffuletta è una prelibatezza a cui nessun palermitano sa resistere.

3) Autolib’ vs Lapino

Autolib’ vs Lapino

Autolib’ vs Lapino

L’autolib’ è il mezzo di locomozione alla moda a Parigi.
Si tratta di un servizio di locazione di automobili elettriche finalizzato a facilitare gli spostamenti degli abitanti della capitale e a diminuire il tasso d’inquinamento della città. A Parigi si trovano tantissime stazioni e il principio del servizio è semplice: é possibile prelevare un veicolo in una stazione e lasciarlo in un’altra.
Le auto, di colore grigio, sono state disegnate dall’italiano Pininfarina e si caricano nell’arco di 8 ore.
Comode e pratiche, le piccole vetture elettriche conducono i parigini da un punto all’altro della ville lumière.

Vuoi mettere la comodità dell’Autolib’ con l’ebrezza di un giro in lapino?
Sfrecciando in mezzo al traffico alla guida del suo tre ruote, il palermitano sfida le leggi della fisica azzardando sorpassi impossibili mentre un passeggero, seduto dietro a casciuni si gode il vento tra i capelli.
Vittima del suo successo il lapino viene adesso utilizzato per effettuare giri panoramici e per condurre i turisti di tutto il mondo in giro per Palermo.

4) Escargots vs Arancina

Escargots vs Arancina

Escargots vs Arancina

I cliché legati alla cucina francese vedono il popolo transalpino ingurgitare voracemente polpose cosce di rana e…. lumache in tutte le salse.
I discendenti dei galli sono effettivamente dei grandi consumatori di questo viscido alimento; in Francia, la lumaca viene venerata come un piatto prelibato e la sua consumazione fa parte della haute cuisine francese.
Se viene colto da fame improvvisa, il parigino si siede nella prima brasserie e ordina un vassoio di escargots con salsa  bourguignonne.

Quando il palermitano ha un piccolo vuoto allo stomaco, si reca nel primo bar sottomano e ingurgita un paio di arancine alla carne e una al prosciutto per tenere fino a sera.
Se, invece, si trova in prossimità del Bar Touring una sola arancina “bomba” sarà sufficiente a placare la sua fame.

5) Macaron vs Cannolo

Macaron vs Cannolo

Macaron vs Cannolo

Uno dei dolci preferiti dai parigini sono i macarons.
Si tratta di un dolcino di forma rotonda, croccante all’esterno e fondente all’interno: un vero e proprio orgasmo per le papille gustative.
I gusti sono quantomai diversi e vanno dai piú classici ai piú bizzarri: cioccolato, pistacchio, limone, arancia, rosa, mango, vaniglia, caffé, caramello, violetta, mora, cocco.
Il parigino DOC che vuole concedersi una pausa golosa entra da Ladurée, rinomata pasticceria della capitale, e ingurgita una mezza dozzina di macarons colorati accompagnati da un tè al gelsomino.

Il palermitano DOC, se ha voglia di mangiare un buon dolce, si precipita nella pasticceria più vicina e si getta su un buon cannolo.
Gustando la scorza croccante e apprezzando il felice connubio tra ricotta, zucchero, cioccolato e canditi, l’abitante del capoluogo siciliano si allontana dalla pasticceria ringraziando il cielo di averlo fatto nascere in Sicilia.

6) Basco vs Coppola

Basco vs Coppola

Basco vs Coppola

Il berretto basco è molto in voga a Parigi e non può mancare sulla testa del vero parigino.

Emblema indiscusso della sicilianità, la coppola ha il suo posto d’onore in casa di ogni palermitano.
Superando i cliché cinematografici, la coppola è diventata oggi un capo d’abbigliamento alla moda.

7) Crêpe o Pane con milza

Crêpe o Pane con milza

Crêpe o Pane con milza

Voglia di uno spuntino?
Il parigino si ferma in una delle tante crêperie di strada e ordina una crêpe, dolce o salata, e la addenta mentre continua il suo cammino.

Il palermitano si ferma al volo dal meusaro di fiducia e assapora uno squisito panino rotondo traboccante di meusa. Schiettu (semplice) o maritatu (con l’aggiunta di caciocavallo o ricotta), il panino con la milza rappresenta il momento di gloria della giornata del palermitano che allontana i guai e i cattivi pensieri.
Il palermitano verace sceglie con cura il suo meusaro optando ora per quello storico della focacceria San Francesco ora per quello folkloristico di corso Olivuzza ovvero Nino U ballerino che effettua una vera e propria danza rituale nel preparare il panino.

8) Champagne vs Zibibbo

Champagne vs Zibibbo

Champagne vs Zibibbo

Le serate della ville lumière vengono allietate da sottili bollicine di Champagne che si depositano dolcemente sulle papille gustative del parigino alternandosi a tartine al foie gras.

Il palermitano si riunisce a casa con gli amici per una bella serata all’insegna del divertimento, della buona cucina siciliana e del delizioso sapore di un ottimo Zibibbo.

9) Bateau mouche vs ‘Gnuri

Bateau mouche vs ‘Gnuri

Bateau mouche vs ‘Gnuri

Il turista che vuole spostarsi da un punto all’altro di Parigi, approfittando al tempo stesso del fascino della città, sale a bordo di uno dei tanti bateau-mouche che solcano quotidianamente le acque della Senna.
Stando comodamente seduti sul battello, il passeggero ammira suggestive immagini di ponti, piazze e monumenti.

Il turista che vuole visitare Palermo in modo originale opta solitamente per uno dei tanti ‘gnuri (conduttori di carrozze), che attraversano le principali vie della città.
Seduti sul calesse, i visitatori godono di un panorama unico sul paesaggio urbano e vengono investiti da fragranze delicate che profumano di gelsomino e limoni.
Tante simpatiche carrozze partono ogni giorno da Piazza Massimo o dai Quattro Canti per far conoscere ai turisti le bellezze del capoluogo siciliano.

10) Paris-plage vs Mondello

Paris Plage vs Mondello

Paris Plage vs Mondello

Parigi, come è noto, non dispone di una spiaggia e non è baciata da nessun mare.
Per sopperire a questa mancanza l’amministrazione comunale ha ideato Paris-Plage, una manifestazione estiva allestita dalla municipalità di Parigi dal 2002.
Ogni anno, nel periodo compreso tra luglio e agosto, per circa 4-5 settimane, su un’estensione di circa 3 km, le banchine della Senna (rive droite) e la Piazza dell’ Hôtel de Ville, ospitano attività sportive e ludiche, trasformandosi magicamente in spiagge di sabbia ed erba, con tanto di palme che costeggiano il percorso del fiume.
Un turista, non al corrente della manifestazione, potrebbe pensare a un vero e proprio miraggio vedendo il lungo-Senna sottoforma di stabilimento balneare.

A Palermo le spiagge “vere” non mancano.
Quella più vicina è Mondello, dove ogni fine settimana i palermitani vanno ad abbronzarsi e rilassarsi, ma sono tantissime le spiagge limitrofe degne di nota: Capaci, Isola delle Femmine, Cinisi, Terrasini, Castellammare del Golfo, San Vito lo Capo (allontanandosi un pò) e tante latre ancora. Spiagge incantevoli, di sabbia fina, accarezzate dal mare e baciate dal sole.

11) Fisarmonica vs Tamburello

Fisarmonica vs Tamburello

Fisarmonica vs Tamburello

Vi mette maggiormente di buon umore il suono nostalgico di una fisarmonica o l’allegro vibrare di un tamburello siciliano?

12) Oh la la! vs Min..a!

Oh la la! vs Min..a!

Oh la la! vs Min..a!

Il parigino usa spesso l’esclamazione Oh la la! per indicare il suo stupore, straniamento e/o sorpresa.

Il palermitano, invece, adopera un’espressione più colorita, costituita da un’unica (ma efficace) parola per esprimere gran parte delle sue sensazioni: Minkia!
Si tratta di un’espressione usata quasi come un intercalare verbale che viene a colorare la maggior parte dei discorsi del palermitano per dare maggior enfasi e ratificare con forza le sue emozioni.

Terminato lo scontro fotografico Parigi-Palermo, ho scelto la mia città preferita. Inizia con Pa…

Shopping e bellezza: personal shopper e relooking alla parigina

Shopping e bellezza: personal shopper e relooking alla parigina

Per trascorrere un pomeriggio shopping e bellezza a Parigi con le tue amiche in modo ludico e veramente pratico, fatti guidare!
Voglia di essere coccolata e di approfittare del tuo soggiorno parigino per provare un nuovo look?
Ecco il programma di questa seduta di relooking: colloquio privato con una consulente d’immagine, consigli per una nuova acconciatura, taglio di capelli nel negozio di parrucchiere preferito delle modelle parigine, manicure francese, corso di auto-trucco per valorizzare il tuo sguardo, accompagnamento nei negozi per rinnovare il tuo guardaroba e esplorare i negozi preferiti dalle parigine, quelli decisamente alla moda e quelli conosciuti solo da poche elette.
Durante l’arco di un’intera giornata, la tua consulente personale ti offrirà i suoi consigli di esperta per svelare appieno la tua bellezza, tenendo conto, al contempo, delle tue esigenze e dei tuoi desideri. In poche ore, ti regalerai finalmente quell’immagine di pin-up che avevi sempre sognato, messa in risalto da un irresistibile tocco francese.

Informazioni pratiche
Prezzo per la giornata intera: Da 380 euro a persona

Incluso nel prezzo: Definizione dei tuoi gusti ed esigenze, consigli acconciatura con prova di parrucche, seduta in un negozio di parrucchiere con taglio, messa in piega e tecnica (mèche o colore), manicure francese, corso di auto-trucco, accompagnamento di 2 ore nei negozi con consigli professionali personalizzati

La tua guida: Una rinomata consulente d’immagine che dispone di un’ampia rubrica di indirizzi di negozi parigini Quartiere shopping Bastille, Marais o Rivoli

Note: Le spese effettuate durante l’itinerario shopping non sono comprese nel prezzo. Nessun obbligo di acquisto nei negozi visitati.

Periodo: Tutto l’anno

Per maggiori informazioni:
Inviate un email all’indirizzo cecile@atypic-tourism.com

Per prenotare:
Visitate il sito Atypic Tourism

L’erba del vicino…parigino

Due simpatici vicini di casa

Il parigino ha un rapporto particolare con i vicini.
Se nella mia Sicilia natale i vicini fanno quasi parte della famiglia, qui a Parigi il vicino è un entità amorfa e indefinibile.
In una città in cui le relazioni umane sono costantemente bloccate dalla diffidenza che aleggia sovrana sui rapporti interpersonali, il vicino viene visto come un nemico da allontanare ed evitare.
Da quando abito a Parigi ho cambiato casa parecchie volte e in tutti i posti in cui ho abitato non ho mai simpatizzato o conosciuto i miei vicini.
Pur ritenendomi una persona mediamente socievole, non sono mai riuscito a rompere quel resistente muro fatto di pregiudizi, diffidenza e indifferenza che separa ogni parigino dal proprio dirimpettaio.
I vicini vengono visti come potenziali nemici che vivono barricati dietro mura ostili e che tramano nell’ombra, loschi personaggi che cospirano contro di noi e che possono metterci in pericolo in ogni momento.

In Italia, soprattutto nel Sud, il vicino è un punto di riferimento su cui poter contare e con cui condividere piccoli momenti di quotidianità.
Se avete fatto un dolce vi viene istintivo portarne una parte al vicino, se dovete assentarvi per qualche giorno pensate immediatamente al vostro vicino per occuparsi dei pacchi e della posta o per dare da mangiare al gatto, se non avete più sale per terminare la ricetta che stavate realizzando vi recate immediatamente dall’inquilino della porta accanto.
Se fai un dolce e vuoi farlo assaggiare a qualcuno il vicino parigino è l’ultima persona a cui vai a pensare perché non sai come potrebbe prendere il tuo gesto.
Se hai bisogno di un pizzico di sale per finire la ricetta che stavi preparando, preferisci scendere a comprarlo dall’arabetto del quartiere (che te lo vede il triplo del prezzo normale) piuttosto che bussare alla porta del vicino.
Qui a Parigi, vai a bussare dal vicino soltanto se un’infiltrazione d’acqua proviene da casa sua e devi andare a chiedere la constatazione “amichevole”.
Le conseguenze di quest’enorme diffidenza, che caratterizza Parigi come tutte le grandi città, si sono palesate nel 2003 in occasione della grande ondata di caldo afoso (la famosa canicule) che ha tristemente segnato l’estate di quell’anno.
Quasi ventimila persone hanno perso la vita in quell’occasione: si é trattato nella maggior parte dei casi di persone anziane, abbandonate a se stesse, che da anni vivevano nella solitudine piú totale e che non hanno trovato nessun aiuto.

Il vicino parigino non é solitamente un personaggio su cui potete contare in caso di bisogno ma resta inaccessibile e costantemente nascosto nella sua casa-trincea.
Tuttavia, esiste un giorno dell’anno in cui il vicino diventa simpatico e accessibile: il giorno della festa dei vicini.
In quest’occasione la metamorfosi che non ti aspetti si compie: quello che fino a pochi giorni fa era un eremita che viveva rintanato nella sua abitazione diventa una persona umana e vuole venire verso di noi, quello che sembrava essere un orco solitario che si nascondeva dietro una porta blindata si rivela essere un simpaticone.
Quando ho visto che il condominio in cui abito attualmente organizzava una festa dei vicini, mi sono detto che nessuno avrebbe partecipato talmente era bassa la considerazione che avevo dei miei vicini.
Fortunatamente ho dovuto ricredermi: la gente era allegra e disposta al dialogo e tutti, stimolati dall’atmosfera festiva e dall’alcool, volevano raccontare la propria vita e conoscere gli altri.
Mi sono reso conto che in quel condominio che mi ospita da diverso tempo, abitano persone interessanti, di nazionalità e culture diverse, che durante il resto dell’anno vivono mimetizzate nell’anonimato parigino.
E’ stata davvero una bella occasione di convivialità e condivisione.
Peccato che il giorno dopo siamo tutti ritornati a nasconderci nelle nostre case e che bisognerà aspettare la prossima festa dei vicini per poter scambiare nuovamente qualche parola con quelle entità misteriose che abitano la porta accanto.

Gli Champs Elysées si vestono di verde

Gli Champs Elysées si vestono di verde

Gli Champs Elysées si vestono di verde questo week-end per celebrare la giornata mondiale della Biodiversità che avrà luogo sabato 22 maggio.
L’avenue più famosa del mondo, dal Rond Point fino all’Arco di Trionfo, sarà trasformata in un enorme spazio naturale durante due giorni e una notte, dal 22 al 24 maggio.
Si tratta di un’occasione unica per scoprire la varietà della flora francese: la grandiosa creazione vegetale sarà formata da ottomila frammenti rappresentanti 150 varietà provenienti direttamente dal mondo arboricolo e agricolo francese.

Chiusi al traffico durante l’evento, gli Champs Elysées diventeranno un’oasi naturale rigogliosa e i turisti ignari di questo happening ecologico, trovandosi nel bel mezzo di una giungla urbana, penseranno di essere sbarcati su un altro pianeta.
Tantissime le specie rappresentate dall’acacia alla canna da zucchero passando per la lavanda, la colza, la liquirizia, la magnolia e tantissime altre ancora.
La celebre avenue parigina, spesso contesto di eventi mondani, rappresenterà una passeggiata ludica e pedagogica che farà riflettere sulla relazione tra uomo e natura.
L’evento è stato organizzato dall’associazione Nature Capitale in partenariato con la municipalità di Parigi e l’associazione dei giovani agricoltori francesi.
La realizzazione di questo evento insolito e dal forte valore simbolico è stata affidata a due grandi artisti: Laurence Médioni, artista plastico e paesaggista, e Gad Weil, abile creatore di eventi destinati al grande pubblico.
Come spiega lo stesso Weil, questo immenso giardino fatto di poesia, natura e arte non ha lo scopo di giudicare, criticare o accusare ma semplicemente di “interrogare il rapporto tra l’uomo e la natura” e di “dare una rappresentazione concreta alle domande relative alla biodiversità, all’ecologia e allo sviluppo sostenibile”.

Il visitatore potrà interagire durante questo percorso vegetale e urbano attraverso incontri con specialisti e professionisti dell’ambito ecologico, degustazioni e percorsi guidati.
Questa gargantuesca creazione vegetale ha richiesto uno sforzo logistico impressionante: nell’arco di una notte i frammenti componenti l’opera vegetale saranno posizionati sugli Champs Elysées e più di 500 persone dai camionisti ai giardinieri, parteciperanno ai lavori
Nella parte bassa dell’avenue, all’altezza del Grand Palais, trenta gigantografie rappresentanti il microscopico mondo degli insetti saranno esposte al fine di sensibilizzare il pubblico.
Questo week end, dunque, se vi trovate a passare lungo gli Champs Elysées, dimenticate il traffico, l’inquinamento, lo shopping frenetico, il caos cittadino, lo smog e respirate!

Sciovinismo parigino

Sciovinismo parigino

Un altro tratto distintivo del parigino tipico è il patriottismo smisurato che lo porta a denigrare tutto ciò che è straniero, esotico e, in ogni caso, non francese.
Questo voler dipingere tutto di blu-bianco-rosso e proclamare costantemente la propria superioritá franco-francese mi  ha immediatamente stupito al mio arrivo a Parigi.
Ho sempre guardato con un pizzico d’invidia questo atteggiamento dei nostri cugini francesi, anche se bisogna dire che spesso eccedono nei loro slanci nazionalistici.
La mia invidia scaturisce dal fatto che questo loro attaccamento al paese, alla nazione e alla bandiera è qualcosa che non esiste in Italia (forse è esistito in un tempo lontano) dove chi sta attualmente al potere straccerebbe volentieri il tricolore e si arrovella quotidianamente per cercare la migliore soluzione per dividere il Paese che sia il federalismo o la reintroduzione dei dialetti a scuola.
L’italiano sente la sua appartenenza al paese solo durante i mondiali di calcio o quando è lontano dall’Italia

Lo sciovinismo parigino è talmente esagerato che supera il semplice nazionalismo: il parigino, prima ancora che alla Francia, è attaccato morbosamente alla sua città, che considera unica al mondo, e al suo arrondissement, che considera il migliore.
Il parigino ama talmente la sua città che quando va all’estero non dice di essere francese…ma parigino; l’abitante della capitale francese sarebbe pronto a tutto pur di difendere il nome e la fama di Parigi che considera come una ricchezza unica.
Ogni altro paese o città comparato alla bellezza di Parigi perde di significato e il resto della Francia passa in secondo piano rispetto alla capitale detentrice di fama e successo.
Il resto del paese, identificato dai parigini con il termine province, viene apertamente snobbato ed esiste soltanto durante i week end per una gita fuori porta o per assaggiare specialità regionali, passeggiare lungo le spiagge, respirare un pò di aria pura e rapidamente rimpiangere Parigi e rendersi conto quanti vantaggi la capitale offra rispetto al resto delle altre città francesi.

Bisognerebbe aggiungere che il nazionalismo esasperato e l’attaccamento sciovinista alla propria città non è una caratteristica prettamente parigina ma più spiccatamente francese.
Inoltre lo sdegno con cui i parigini guardano alle altre regioni francesi è reciproco e i provinciali guardano ai parigini con altrettanto disprezzo.
Numerosi sono i nomignoli dispregiativi coniati appositamente dai provinciali per etichettare negativamente gli abitanti della capitale, il più famoso recita “Parisien tête de chien !Parigot tête de veau ! “ e stigmatizza perfettamente le peggiori qualità dei parigini ritenuti, snob, acidi e sgradevoli.