Ieri pomeriggio ho avuto il piacere di assistere alla conferenza/dibattito La democrazia in pericolo, organizzata dal gruppo Newropeans e dal Meetup Les amis de Beppe Grillo à Paris in partnership con Il Fatto e Newropeans-Magazine.
Alla conferenza hanno partecipato Beppe Grillo, Marco Travaglio, Franck Bianchieri (presidente di newropeans) e Antonio Padellaro (direttore del Fatto quotidiano).
L’iniziativa gratuita, finalizzata a informare il pubblico sulle gravi carenze democratiche del BelPaese e a discuterne insieme, ha avuto un enorme successo.
La sala del centro di congressi le Salons de l’Aveyron, nel XII arrondissement, che ha ospitato l’evento, era stracolma d’italiani provenienti dai quattro angoli di Parigi: giovani Erasmus tra i 20 ei 25 anni, molti adulti che da vari anni abitano nella capitale francese e qualche spettatore più attempato che da molto tempo si è lasciato l’Italia alle spalle e che, con gli occhi pieni di disillusione e rabbia, è venuto ad ascoltare le parole di questi personaggi che rappresentano il simbolo degli italiani che ancora resistono.
Da italiano all’estero, vedere quella sala traboccante di giovani che condividevano una certa base ideologica-culturale, mi ha ridato speranza e fiducia.
Mi sono recato nel luogo in cui si sarebbe tenuto il dibattito una quarantina di minuti prima dell’inizio e mi aspettavo di trovare quattro gatti.
Vedere quella folla di gente che attendeva impazientemente i propri beniamini è stato un ottimo motivo per uscire di casa e per capire che molti degli italiani trapiantati a Parigi non sono filo- berlusconiani.
Il primo a prendere la parola è stato il comico genovese che con una serie di battute e freddure a raffica ha portato un’ondata di buonumore: le sue frecciate al veleno non hanno risparmiato nessuno da Berlusconi a Mastella passando per Napolitano, Schifani e tutta una serie di loschi personaggi che da troppo tempo mortificano il nostro Paese.
Grillo ha enfatizzato l’importanza della Rete che ha personalmente imparato a sfruttare grazie al suo blog, oggi uno dei più visitati al mondo.
Lo sferzante umorista ha sottolineato le enormi potenzialità di Internet, strumento in grado di trasmettere un’informazione libera e non mediata da filtri berlusconiani o da giornalisti ormai diventati “schiavi del regime”, insistendo più volte sulla necessità di canalizzare le forze dei giovani in questo nuovo strumento di comunicazione per risollevare l’Italia dallo stato di torpore in cui è piombata.
L’interessante monologo di Grillo è stato interrotto dall’arrivo del giornalista del Fatto, Marco Travaglio, il cui ingresso nella sala gremita di fans, è stato accolto da un’ondata di applausi e attestazioni di stima.
Numerosi gli italo-parigini che si sono commossi quando Travaglio è entrato nella sala, vedendo in lui l’emblema di un’Italia diversa da quella che hanno abbandonato a malincuore.
Quando Travaglio ha preso la parola tutto il pubblico presente pendeva dalle sue labbra.
Il giornalista ha parlato a lungo della situazione italiana attuale e dei rischi a cui è esposta la nostra democrazia o quello che ne rimane.
Travaglio, ospite fisso di Anno Zero, si è soffermato sulle nefandezze e sugli effetti deleteri dell’operato di Berlusconi che sta riducendo il Paese ai minimi termini; ha spaziato sui temi più caldi di questo periodo, dalla beatificazione di Craxi, oramai considerato un eroe nazionale in Italia all’irrisolto conflitto d’interessi del premier, dal numero sempre più alto d’inquisiti e/o condannati in Parlamento alle nuove riforme con cui il Cavaliere sta cercando d’infinocchiare gli ultimi italiani savi rimasti (soffermandosi, in particolar modo sul legittimo impedimento).
Interessante è stata, inoltre, la parte del suo discorso volta a stigmatizzare la manipolazione messa in atto dai giornali e dai media italiani a favore del governo e a scapito delle forze d’opposizione.
Travaglio ha citato il recente dibattito sollevato dalla pubblicazione da parte del Corriere della Sera di una foto degli anni ’90, che ritrae Di Pietro a cena con varie forze dell’ordine tra cui Bruno Contrada (che di li a poco sarebbe stato condannato per favoreggiamento alla mafia).
Il giornalista ha sottolineato il viscido tentativo dell’informazione deviata di utilizzare quella foto, che non prova un bel niente (Di Pietro si era da poco occupato dei processi di Mani Pulite e Contrada non era ancora stato condannato), come una prova di un fantascientifico complotto in cui si trovano coinvolti addirittura i servizi segreti americani.
Travaglio non ha risparmiato attacchi diretti al premier e ai suoi metodi tirannici e ha sottolineato con sdegno le figure che lo circondano, da Schifani a Bertolaso.
Un breve dibattito con domande dal pubblico è seguito all’intervento di Travaglio concedendo ai presenti la possibilità d’indirizzare i propri quesiti al giornalista e di esprimergli la propria stima.
Purtroppo Marco aveva poco tempo da dedicare alle domande dal pubblico perchè doveva correre a scrivere un articolo per il suo giornale.
Poco prima che il dibattito finisse a me una domanda era balenata in testa: “Ciao Marco, mi chiamo Gaspare e da più di 6 anni abito a Parigi. Faccio parte di quei tanti italiani all’estero che, disillusi e delusi, hanno dovuto lasciare l’Italia per cercare fortuna e dignità altrove. Il paese in cui abitavo in Italia si chiama Cinisi, un paese in cui, nel 1978, Peppino Impastato sacrificò la sua vita per lottare per gli ideali di giustizia e libertà in cui credeva.
Marco, mi chiedo e ti chiedo, esiste ancora in Italia gente disposta a lottare per la giustizia e la libertà? Esiste ancora la dignità degli italiani?“
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