Oregon vortex: un mistero insoluto

Oregon vortex: un mistero insoluto

Scrivendo il post precedente relativo alla leggenda che aleggia sulla cittadina di Bugarach sono venuto a conoscenza di uno strato fenomeno che si verifica nel sud dell’Oregon, a Gold Hill negli Stati Uniti, dove si trova un posto misterioso che alimenta le teorie più controverse e dove le leggi della fisica sembrano essere impazzite.
Il cosiddetto Oregon vortex è uno dei tanti misteri insoluti del pianeta che continua ad appassionare gli studiosi di effetti paranormali e gli amanti del mistero.
Il fenomeno avrebbe origine dalla presenza in quella zona di un vortice magnetico che gira attorno a un cumulo d’energia.
Il risultato della presenza di questo fenomeno sono strani effetti ottici, impressionanti cambiamenti di dimensione e l’assenza di gran parte delle leggi della fisica.
In molti hanno cercato invano di risolvere il segreto del campo elettromagnetico anti-gravitazionale che caratterizza questo luogo.
Durante l’epoca della febbre dell’oro, la compagnia Old Grey Eagle Mining decise di costruire un laboratorio d’analisi per studiare la qualità dell’oro estratto nelle vicinanze.
La compagnia si rese rapidamente conto delle anomalie che interessavano quella zona osservando il malfunzionamento delle bilance e l’assenza di segnali radio.
La piccola costruzione di legno, ribattezzata The house of mistery, esiste ancora ed è diventata metà di pellegrinaggio per curiosi e scienziati che vengono a realizzare esperimenti per testare il vortice.

Uno dei principali esperimenti effettuati per provare la sospensione delle leggi della fisica derivante dalla confluenza di diversi campi magnetici è quello del cambiamento di altezza: se due persone si pongono l’una di fronte all’altra, in piano e lungo un’asse nord–sud, ciascuna risulterà più bassa quando si troverà sul lato sinistro rispetto a quando sarà sul lato destro.
All’interno della casa del mistero si possono osservare fenomeni assurdi: se mettiamo una scopa sul pavimento in posizione verticale e la lasciamo, questa rimarrà diritta…senza cadere, se mettiamo un’asse di legno in posizione obliqua dentro la casa e vi poggiamo sopra una pallina, questa risalirà l’asse anziché scendere.
La leggenda racconta che i nativi americani della zona consideravano quel luogo come “terra proibita” e che i loro cavalli, così come altri animali, si rifiutassero di entrare.
Un geologo e ingegnere minerario di nome John Lister giunse nella zona nel 1920 e rimase talmente sorpreso dagli strani fenomeni che vide da restare in quel posto per il resto della sua vita per eseguire tutti gli esperimenti possibili.
Lister morì nel 1959 ma non si seppe mai nulla dei risultati dei suoi esperimenti poiché il geologo bruciò tutti i suoi documenti prima di morire lasciandoci questa dichiarazione: “l’umanità non è ancora pronta ad affrontare questo fenomeno.”

Museo Dupuytren: una galleria degli orrori

Museo Dupuytren: una galleria degli orrori

Il museo Dupuytren è un museo scientifico creato nel XIX secolo che ripercorre la storia delle patologie anatomiche.
Scheletri, foto, disegni, riproduzioni in cera e organi conservati in più di cinquemila contenitori faranno rabbrividire anche i più coraggiosi: un’avventura nel mondo degli orrori naturali che non lascerà nessuno indifferente.
Fortunatamente la maggior parte delle patologie esposte al museo Dupuytren sono state debellate oggi grazie ai progressi della scienza e della medicina.
Fondato nel 1835 da Guillaume Dupuytren, professore di medicina operatoria alla facoltà di Parigi, il museo fu inizialmente stabilito nel refettorio del convento Cordeliers e vi restò per oltre un secolo.
Nel 1935, in seguito al crollo di una parte dell’edificio, le collezioni del museo furono spostate nelle cantine del convento e nel 1967 vennero sistemate nei locali attuali.
Il museo espone anche numerosi strumenti utilizzati nell’anatomia patologica che risalgono al collegio reale di chirurgia.
Vari pezzi hanno un valore unico come, per esempio, il cervello di un paziente che permise a Paul Broca di descrivere le lesioni che causano l’afasia e di elaborare la dottrina delle localizzazioni cerebrali.
Il museo Dupuytren organizza conferenze e dibattiti che s’interrogano sull’uomo, sul corpo e sulle sue patologie.

Museo Dupuytren
15 de l’ecole de médecine
75006 Paris
Metro: Odeon

A bordo della Pink Limo!

The Pink Limo

Se avete voglia di concedervi una serata stravagante o ne avete abbastanza di passare inosservati mentre passeggiate per Parigi, affittate la Pink Limo.
E’ un’idea dedicata esclusivamente al pubblico femminile visto che l’affitto dell’auto può includere tra gli accessori uno spogliarellista in uniforme.
La limousine offre un lusso smisurato: sedili in cuoio, cuscini rosa di seta, specchi e una vasta scelta di cocktail.
Se l’idea vi tenta potete consultare il sito dell’azienda che propone questa singolare iniziativa: troverete vari forfait che vanno dal semplice trasporto dalla città all’aereoporto o viceversa a pacchetti piu’ sofisticati. I prezzi non sono altrettanto rosei che l’auto!

L’alveare della rue Rambuteau

L'alveare della rue Rambuteau

Forse non tutti sanno che i tetti di numerosi monumenti parigini sono adibiti alla produzione di miele: abili apicoltori gestiscono gli alveari disposti sui tetti dell’Opera, del Grand Palais, nei giardini del Lussemburgo o ancora nel Parco Georges Brassens.
L’alveare che vedete nella foto, situato all’angolo tra la rue Rambuteau e la rue Pierre Lescot, è invece finto e ha esclusivamente una funzione decorativa.
Aggiungiamo questa stranezza urbana alla lunga lista di insoliti particolari che costellano Parigi.

Rue Rambuteau
75003 Paris

La cabina telefonica di Sophie Calle

La cabina telefonica di Sophie Calle

“Mon nom est Sophie Calle
Vous êtes dans ma cabine téléphonique
Je suis seule à en connaître le numéro
Je le composerai régulièrement,
mais de manière aléatoire,
dans l’espoir d’avoir quelqu’un au bout du fil.” 

Queste parole sono incise sul fianco di una cabina telefonica situato sul Pont du Garigliano.
Sophie Calle, originale artista francese, ha avuto l’idea di realizzare quest’opera ispirandosi a una cabina telefonica piantata nel bel mezzo del deserto che attirava la curiosità di molti turisti.
Si tratta di un telefono a senso unico, ovvero capace di ricevere soltanto chiamate in entrata.
La sola persona in grado di poter chiamare questa postazione telefonica è proprio l’artista che, in ogni momento, può fare squillare il telefono aspettando che un passante incuriosito si decida a rispondere.
L’artista potrà, allora, intrattenere l’interlocutore sconosciuto con un racconto o semplicemente spiegare il senso di quella chiamata.
L’opera d’arte è il frutto della collaborazione dell’eccentrica fotografa e artista francese che trasforma il quotidiano in arte e Franck Gehry, architetto della cinemateca francese e del Museo Guggheneim di Bilbao che ha concepito la struttura metallica ispirata ai petali di un fiore.

Un’insolita balena blu

Un’insolita balena blu

Parigi trabocca di stranezze e curiosità in ogni suo angolo: rappresentazioni artistiche e creazioni insolite possono presentarsi sotto i vostri occhi a ogni momento.
Se vi trovate a passare in uno dei tanti giardini del XII arrondissement, aprite bene gli occhi e utilizzate il vostro spirito di osservazione per godervi una stupenda fontana a forma di balena blu.
L’opera situata al centro dello Square Saint Eloi (ribattezzato dai bambini Square della balena) è stata realizzata in resina di poliestere, nel 1982, da Michel Lecorre.
La presenza della balena, che è interamente ricoperta da tessere di mosaico, vuole sensibilizzare i passanti sulle specie animali a rischio di estinzione.

Square Saint-Eloi
11 rue du Colonel Rozanoff
75012 Paris
Métro : Montgallet

L’elefante equilibrista

L'elefante di rue de la Perle

Quest’elefante gioca a fare l’equilibrista poggiando tutto il suo peso sulla proboscide. Ce la farà a mantenere l’equilibrio a lungo?

Rue de la Perle
75004 Paris
Metro : Saint Paul (linea 1)

L’invasione degli Space Invaders

L’invasione degli Space Invaders

Una delle forme artistiche urbane più diffuse e originali della capitale francese sono gli space invaders: piccole opere d’arte, realizzate con la tecnica del mosaico dall’artista francese Invader, che rappresentano i personaggi di Space Invaders e di altri videogiochi degli anni 1970-80.
L’affissione di questi piccoli personaggi, effettuata in maniera illegale, rappresenta l’invasione.
Dal 1998, Invader cosparge di stupendi mosaici variecittà del mondo quali Londra, Los Angeles, Tokyo, New York e soprattutto Parigi dove è stato maggiormente prolifico.
L’anonimo artista lavora in incognito e non vuole svelare la sua identità al pubblico.
I videogiochi degli anni ’80 si caratterizzavano per una grafica ancora elementare in cui i pixel erano facilmente distinguibili: ciò ha facilitato la realizzazione dei personaggi sottoforma di mosaico (1 pixel = 1 tessera di mosaico).
Il materiale di cui sono fatte le tessere di mosaico resiste bene alle intemperie del tempo e si conserva ottimamente garantendo lunga vita alle piccole opere d’arte.
Gli Space Invaders si trovano sui muri di tutta Parigi, in tutti gli arrondissement, nei luoghi più strani, e rappresentano la volontà dell’artista di contaminare lo spazio urbano con la trasposizione di un mondo virtuale (quello dei videogiochi) nella realtà.

Il volto della fontana Medicis

Il viso della fontana Medicis

Le esposizioni temporanee parigine spesso sanno stupire per l’originalità e per la capacità di trasformare profondamente il paesaggio urbano.
Un esempio affascinante è questo volto umano che affiora dalla  fontana Medicis, nei jardins du Luxembourg, nel VI arrondissement di Parigi.
Quest’opera intitolata De part de Vénus ha caratterizzato la splendida fontana Medicis, nel 2006, nell’ambito di un’esposizione temporanea.
L’opera realizzata dall’artista Lotta Hannez rappresenta un’enorme testa femminile che galleggia sull’acqua, un corpo totalmente artificiale che nasce dalla natura.

Una salamandra parigina

La salamandra della rue Vitruve

Una Salamandra si nasconde tra le vie di Parigi e potrete ritrovarla seguendo le tracce che ha lasciato in vari edifici della rue Vitruve.
Ecco la leggenda che si cela dietro questo rettile parigino:

“Il est raconté dans la légende qu’une Salamandre après être passée par le square où elle aurait laissé une longue trace se serait dirigée vers la rue Albert Marquet et s’arrêta pour se reposer dans un coin de la rue Vitruve”

Rue Vitruve
75020 Paris
Metro: Porte de Bagnolet