Souvenir – Piercortese

Credo che ripartirò
mi hai detto prima di lasciarmi
un ciondolo e un biglietto
Eh no, non lo dimenticherò
Parigi ha lasciato il suo ricordo più bello
che ora ho dentro
e che danza nella mia mente

Souvenir, puoi chiamarlo così
e tienilo fin quando
non sarò via
Souvenir, non guardarmi così
e aprilo soltanto
quando sarò via
quando andrò via

Credo che ripartirò
tra i mille boulevard
segnavo già la tua distanza
Eh no, non lo dimenticherò
quel sole di Francia
è l’odore più bello che ora ho dentro
E all’alba in quella vineria
coi musicanti che intonavano
un concerto di viole
un brindisi alla nostalgia
prima che mi prendessi le mani
e ora chiudilo il mio segreto

Souvenir, puoi chiamarlo così
e tienilo fin quando
non sarò via
Souvenir, non svegliarmi ora no
voglio viverti fin quando
non sarò via
non andrò via

Caro Pier,
volevo che sapessi il motivo della mia partenza,
a volte la sincerità è così amara
e lascia per strada le cose più belle
ma io, vedi, amo una donna
e spero di non averti deluso troppo,
tua Melisse

Souvenir, puoi chiamarlo così
e aprilo soltanto
quando andrò via
quando sarò via
e tienilo fin quando
non sarò via
non andrò via
credo che ripartirò

Sous le ciel de Paris – Edith Piaf

Sous le ciel de Paris
S’envole une chanson
Hum Hum
Elle est née d’aujourd’hui
Dans le cœur d’un garçon
Sous le ciel de Paris
Marchent des amoureux
Hum Hum
Leur bonheur se construit
Sur un air fait pour eux

Sous le pont de Bercy
Un philosophe assis
Deux musiciens quelques badauds
Puis les gens par milliers
Sous le ciel de Paris
Jusqu’au soir vont chanter
Hum Hum
L’hymne d’un peuple épris
De sa vieille cité

Près de Notre Dame
Parfois couve un drame
Oui mais à Paname
Tout peut s’arranger
Quelques rayons
Du ciel d’été
L’accordéon
D’un marinier
L’espoir fleurit
Au ciel de Paris

Sous le ciel de Paris
Coule un fleuve joyeux
Hum Hum
Il endort dans la nuit
Les clochards et les gueux
Sous le ciel de Paris
Les oiseaux du Bon Dieu
Hum Hum
Viennent du monde entier
Pour bavarder entre eux

Et le ciel de Paris
A son secret pour lui
Depuis vingt siècles il est épris
De notre Ile Saint Louis
Quand elle lui sourit
Il met son habit bleu
Hum Hum
Quand il pleut sur Paris
C’est qu’il est malheureux
Quand il est trop jaloux
De ses millions d’amants
Hum Hum
Il fait gronder sur nous
Son tonnerr’ éclatant
Mais le ciel de Paris
N’est pas longtemps cruel
Hum Hum
Pour se fair’ pardonner
Il offre un arc en ciel

Pari-roller: Parigi a rotelle

Pari-roller e la Friday Night Fever

Se avete voglia di provare qualcosa d’insolito e diverso, una pattinata notturna per le vie di Parigi è quello che fa per voi.
Dal 1998, l’associazione Pari-roller permette agli appassionati di pattinaggio di vedere la città da una prospettiva diversa organizzando, ogni settimana, una passeggiata notturna per le vie di Parigi.
Gli eventi di Pari-roller, aperti al pubblico, cominciano il venerdì sera intorno le 21h30 ai piedi della Torre Montparnasse dove un’enorme folla di amanti delle rotelle s’incontra per iniziare un’impressionante traversata della città.

Per partecipare bisogna conoscere e rispettare le regole dell’associazione (che troverete sul loro sito) e, pattinare bene.
Se non sapete pattinare o se siete alle prime armi, potrete sempre partecipare all’evento da semplici spettatori: vedere questa allegra massa di gente che plana sulla città è un evento che difficilmente dimenticherete.
Numerosi addetti alla sicurezza seguono costantemente la lunga sfilata di pattinatori che spesso è seguita da un gruppo di colorati ciclisti.
La tradizionale gita parigina del venerdì sera, conosciuta anche con il nome di Friday Night Fever, è annullata in caso di condizioni meteorologiche sfavorevoli.

Pari Roller
33, rue de Tocqueville
75017 Paris

Paris Museum Pass: un prezioso asso nella manica

Paris Museum Pass

Godersi Parigi senza scialacquare eccessive somme di denaro è possibile se si conoscono le scorciatoie adeguate.
Una di queste scorciatoie che vi consentirà di risparmiare sui biglietti della maggior parte dei musei parigini è la Paris Museum Pass: un asso nella manica essenziale per la vostra visita della capitale francese.
Il prezioso Pass vi permetterà di esplorare in lungo e in largo tutti gli angoli di Parigi evitandovi di spendere cifre astronomiche.
Esistono tre diverse formule: 2 giorni consecutivi a 32€, 4 giorni consecutivi a 48€ o, infine, 6 giorni consecutivi a 64€.

I principali vantaggi del Paris Pass Museum:
– vi farà risparmiare cifre considerevoli
– non sarete obbligati ad attendere file chilometriche per accedere ai musei ma godrete di un accesso privilegiato
– avrete accesso alla maggior parte dei musei e monumenti di Parigi e della sua periferia

Il Paris Museum Pass non vi darà accesso alle esposizioni temporanee dei musei che richiederanno il pagamento di un costo aggiuntivo.
Potrete acquistare il Pass presso l’Ufficio del Turismo (sito al 25, rue des Pyramides), al Carrousel du Louvre o in un negozio FNAC.
Se avete meno di 25 anni, non vi consiglio di comprare il Pass poiché grazie alla vostra giovane età avrete accesso gratuito alla maggior parte dei musei parigini.

Ecco la lista dei musei e dei monumenti che potrete visitare grazie al Paris Museum Pass:

Parigi
Aquarium tropical de la Porte Dorée – Arco di Trionfo – Musée de l’Armée – Tomba di Napoleone – Centro Pompidou – Musée nat. d’Art moderne – Musée nat. des Arts asiatiques – Guimet – Les Arts décoratifs – Musée des Arts et métiers – Musée de l’Assistance Publique – Hôpitaux de Paris – Musée du quai Branly – Chapelle expiatoire – La Cinémathèque française – Musée du Cinéma – Cité des Sciences et de l’Industrie – La Villette – Conciergerie – Musée nat. Eugène Delacroix – Musée des Égouts de Paris – Musée Galliera – Musée de la Mode de la Ville de Paris – Musée de l’Institut du Monde arabe – Musée du Louvre – Musée nat. de la Marine – Musée de la Monnaie – Cité de l’Architecture et du Patrimoine – Musée nat. des Monuments français – Musée Gustave Moreau – Musée nat. du Moyen Âge – Thermes et hôtel de Cluny – Cité de la Musique – Musée de la Musique – Crypte archéologique de Notre-Dame – Tours de Notre-Dame – Musée nat. de l’Orangerie – Musée de l’Ordre de la Libération – Musée d’Orsay – Panthéon – Musée nat. Picasso – Musée des Plans-reliefs – Musée de la Poste – Musée Rodin – Sainte-Chapelle

Periferia parigina
Musée de l’Air et de l’Espace – Musée d’Archéologie nationale de Saint-Germain-en-Laye – Musée nat. de Céramique de Sèvres – Abbaye royale de Chaalis – Musée Jacquemart André – Musée et domaine nat. du Château de Compiègne – Musée Condé – Château de Chantilly – Musée départemental Maurice Denis – Le Prieuré – Château de Fontainebleau – Château de Maisons-Laffitte – Musée national des Châteaux de Malmaison et Bois-Préau – Château de Pierrefonds – Musée national de Port-Royal des Champs – Château de Rambouillet – Musée national de la Renaissance – Château d’Ecouen – Maison d’Auguste Rodin à Meudon – Basilique cathédrale de Saint-Denis – Villa Savoye – Musée national des Châteaux de Versailles et de Trianon – Château de Vincennes

Prezzo: da 32,00 € a 64,00 € (in base alla formula scelta)

Breakfast in America: colazione all’americana

Breakfast in America – Un diner a Parigi

Se avete voglia di cibo americano a Parigi, Breakfast in America è il luogo ideale per voi.
Il locale, che prende il nome da una canzone dei Supertramp, è piccolino ma arredato con uno stile particolarissimo: divanetti rossi, tostapane sparsi dappertutto, camerieri anglofoni e una caffettiera sempre piena di caffè americano sono gli elementi essenziali che sapranno farvi sentire in un vero e proprio Diner degli States.
BIA (abbreviazione del nome del locale) vanta un successo unico e, soprattutto il week end, dovrete affrontare una piccola coda per poter accedere al locale.
I frequentatori del locale sono prevalentemente americani che abitano a Parigi o semplicemente in visita, e studenti che vengono ad assaggiare la colazione all’americana.
BIA non propone soltanto squisite colazioni a stelle e strisce a base di pancakes, uova e bacon: l’americanissimo ristorante prepara vari tipi di hamburgers, chili con carne, burritos, cheesecakes, bagels, toasts, omelettes, milkshakes e tanto altro ancora per soddisfare la vostra voglia di gastronomia dello zio Sam.

Il locale è l’opera di un ragazzo del Connecticut innamorato di Parigi ma frustrato di non poter ritrovare, nella ville lumière, i sapori americani.
Trovati dei soci motivati dalla stessa volontà d’impiantare un angolo d’America a Parigi, BIA apre i battenti per la prima volta nel 2003 al 17 rue des Écoles, nel V arrondissement, e in seguito a un successo travolgente il secondo locale apre le sue porte nel 2006 nel Marais.
Si tratta di un locale simpatico e conviviale, frequentato da una clientela multietnica e poliglotta, unico a Parigi per il suo “american style”.
In settimana, avrete la possibilità di scegliere tra due menù: il menù étudiant a 7.95 € e un menù a 9.95 € (hamburger + bibita). La domenica viene proposto un brunch a 15.95 €.
Personalmente vi raccomando di fare una capatina a BIA per assaggiare la colazione americana; se non sapete cosa prendere, provate il Triple Play (3 uova + 3 bacon + 3 pancakes). Have a nice breakfast or meal at BIA!

Breakfast in America (BIA 1)
17, rue des Ecoles 75005 Paris
Métro: Cardinal Le Moine o Jussieu

Breakfast in America (BIA 2)
4, rue Malher 75004 Paris
Metro: St Paul

Aperto tutti i giorni dalle 8h30 alle 23h
Dal lunedì al sabato: colazione servita durante tutta la giornata
Domenica: Menu brunch dalle 8h30 alle 23h, pranzo e cena dalle 16h alle 23h

I passaggi coperti e le gallerie di Parigi

I passaggi coperti di Parigi

Costruiti all’alba della rivoluzione industriale, prevalentemente in ghisa e vetro e sempre ben illuminati, i passaggi coperti di Parigi permettevano ai pedoni di passare da una via all’altra, curiosare tra le vetrine o ristorarsi in un café o una brasserie protetti dalle intemperie, dalla circolazione stradale, dal rumore e dall’inquinamento.
La maggior parte dei passaggi coperti della ville lumière risale al XIX secolo e furono creati per offrire una protezione dal freddo e dal caos cittadino a una clientela abbastanza agiata.
Parigi conterà circa 150 gallerie coperte ed esporterà questo modello architettonico in numerose altre città francesi.
I passaggi che si sviluppano nel mezzo degli edifici della riva destra della Senna (soprattutto nella zona dei Grands Boulevards che ospitava le classi più ricche della società parigina) formano delle gallerie, spesso coperte da un tetto di vetro, caratterizzate da una luminosità particolarissima.
Meno frequentati e affollati in seguito alla rivoluzione architettonica operata da Haussmann e all’avvento dei grandi magazzini, queste oasi di pace sono state rinnovate e rimodellate conservando il loro fascino insolito che consente di distrarsi lontano dall’agitazione e dalla frenesia.
Oggi rimangono una quindicina di passages couverts che, ben nascosti tra le vie parigine, testimoniano lo stile architettonico del XIX secolo e custodiscono negozi originali e sorprendenti.
Maggiormente frequentati dai turisti che dagli abitanti del quartiere in cui si sviluppano, rappresentano delle tracce di un tempo lontano e dell’evoluzione architettonica della città, dalla caduta dell’impero napoleonico alla rivoluzione messa in atto dal barone Haussmann.

Il loro aspetto labirintico invita ad attraversarli in un percorso di flanerie che va dai Grands Boulevards fino al Palais Royal: un itinerario capace di soddisfare tanto gli appassionati di shopping che quelli di storia.
Il miglior modo per iniziare questo viaggio attraverso i passaggi coperti di Parigi e attraverso il XIX secolo e quello di recarsi al 31bis, rue du Faubourg Montmartre, vicino alla stazione della metro Le Pelletier, e imboccare il passage Verdeau.
Questo passaggio, costruito nel 1847, racchiude prevalentemente librerie, negozietti di gioielli, piccole gallerie d’arte e una piccola enoteca italiana in cui potrete fare una gustosa pausa.
Il passaggio, costruito nello stesso periodo del passaggio Jouffroy, deve il suo nome a uno dei suoi creatori ed è caratterizzato da una copertura in vetro che lascia entrare abbondantemente la luce.
Alla fine del passaggio Verdeau, dopo aver attraversato la rue de la Grande Batelière, si penetra nel lungo passage Jouffroy che risale ai tempi di Luigi-Filippo.
Questo passaggio, costruito nello stesso anno del passaggio Verdeau, mette in comunicazione i Grands Boulevards e la rue de la Grande Batelière e si caratterizza per le numerose insegne e decorazioni d’epoca.
Il passaggio Jouffroy custodisce, inoltre, l’uscita del Museo Grevin che si trova di fronte all’hotel Chopin; non mancano i luoghi per fare una pausa golosa come La Tour des Délices  che propone squisiti pasticcini o ancora Le Valentin e  La Cure gourmande.
Usciti dal passaggio Verdeau, attraversando il boulevard Montmartre, si arriva al passage du Panorama così chiamato perché un tempo il suo ingresso era ornato da due rotonde abbellite da grandi quadri panoramici rappresentanti grandi città straniere come Londra e Roma, una sorta di finestra sul mondo.
Molto in voga negli anni 1830, il passaggio Panorama accoglieva negozi di lusso come la pasticceria Felix o ancora il Café Veron.
Il passaggio è, oggi, frequentato da collezionisti di francobolli e cartoline che trovano in questo luogo vari negozi dedicati alla loro passione.
Uscendo dal passaggio Panorama, prendendo a destra la rue Saint Marc, poi a sinistra la rue Vivienne, e contornando il palazzo Brongniart si giunge alla famosa galerie Vivienne che, tra l’altro, accoglie l’atelier Jean Paul Gautier di cui riconoscerete immediatamente la vetrina per l’inconfondibile stile marinaio.
Costruita nel 1823, la galerie Vivienne è considerata la più lussuosa galleria della città e le prestigiose decorazioni fatte di archi, sculture e ornamenti la rendono unica.
La galleria ha ospitato lo scrittore Colette che vi ha vissuto per alcuni anni (una targa ne celebra la memoria) e Vidocq, il carcerato divenuto poliziotto, che ha abitato al numero 13.

A fianco della galleria Vivienne, si sviluppa la galleria Colbert, costruita nel 1826, per competere con la galleria vicina.
La concorrenza fra le due gallerie era tale che i due passaggi non furono mai messi in comunicazione.
Usciti dalla galleria Vivienne, si accede al passaggio Perron che vi permetterà di penetrare nel Palais Royal; da lì prendendo la rue des Petits Champs si può visitare il passaggio Choiseul dove abbondano i ristoranti asiatici e in cui Kenzo organizzò una sfilata negli anni 1970.
Il passaggio è soprattutto conosciuto per aver fatto da contesto all’infanzia dello scrittore Louis Ferdinand Céline che lo aveva ribattezzato passage de Bérénzina in molti suoi libri.
Un’altra serie di passaggi coperti si trova nella zona del boulevard Sébastopol: il passage du Caire, il più lungo di Parigi, deve il suo nome alle decorazioni egiziane che risalgono alla campagna napoleonica in Egitto nel 1978 e ospita numerosi negozi di tessuti e stoffe; di fronte, si trovano il passage Bourg-Labbé e il passage de l’Ancre e un pò più lontano il passage du Grand Cerf il cui ingresso dà sulla rue Saint Denis.
All’altezza della fermata della metropolitana Chateau d’eau, si trova il passaggio Brady, molto conosciuto dagli amanti della cucina indiana.

L’associazione Passages et Galleries ha l’obiettivo di far conoscere la storia di questi luoghi originali e insoliti e organizza delle visite dei passaggi sulla base di tre percorsi tematici: La vie parisienne, Paris, ses grands boulevard set distractions e Paris historique.

Photomaton: Polaroid giganti al vostro servizio

La stazione Photomaton

L’avvento del digitale ha rivoluzionato il modo di rapportarci con questi piccoli frammenti di memoria che sono le fotografie.
Una fotografia è un oggetto prezioso, un ricordo che resta cristallizzato nel tempo, un attimo immortalato in un piccolo supporto che ci ricorderà ciò che la memoria, da sola, non sarà in grado di ripristinare.
Prima che il digitale stravolgesse il mondo della fotografia, ogni scatto veniva impresso sul rullino (oggi divenuto un cimelio da collezione) che veniva sviluppato in laboratorio.
Lo svantaggio di tale sistema era soprattutto l’impossibilità di selezionare le foto da stampare e quelle da scartare perché sfocate, sovraesposte o di cattiva qualità.
Le macchine fotografiche digitali permettono di scattare un numero enorme di foto, selezionare le preferite e cancellare quelle che non si vogliono tenere in memoria con un semplice click del mouse.
Si scattano più foto, dunque, ma se ne stampano di meno poiché le fotografie possono essere viste comodamente sul computer o sullo schermo del televisore di casa.
Personalmente, però, sento sempre il bisogno di stampare le foto più belle forse per un inconscio legame morboso con questi frammenti di memoria che permettono di avvicinarci virtualmente al tempo perduto; tenere fra le mani questi ricordi su carta mi permette, più che l’immagine di uno schermo di un computer o di un televisore, di risvegliare emozioni e sensazioni perdute.
A tal fine, Parigi mette a disposizione uno strumento che per me è diventato una vera e propria dipendenza: le stazioni fotografiche Photomaton (esistono anche Fuji, Kodak e tante altre marche ma le Photomaton sono le mie preferite).

Troverete queste utilissime apparecchiature per la stampa delle foto nelle principali stazioni della metropolitana e in numerosi grandi magazzini (Monoprix, Champion, Atac, Auchan) e vi assicuro che ne diventerete clienti fedeli.
Mi piace paragonare queste misteriose macchine a delle Polaroid giganti capaci di consegnarci le foto nel momento stesso in cui le chiediamo.
Grazie a queste stazioni, disponibili in numerosi punti della città, è possibile sviluppare foto di eccellente qualità per un prezzo abbastanza ragionevole: una foto impressa su carta fotografica di buona qualità, di formato 10×15, vi costerà 0.25 centesimi.
Queste macchine sono semplici da utilizzare e accettano la maggior parte dei supporti: CD, DVD, chiavi USB, schede memoria, raggi infrarossi e altro ancora.
Vi basterà selezionare le opzioni che preferite tramite lo schermo tattile, se necessario ritoccare le foto grazie agli strumenti messi a vostra disposizione (correzione occhi rossi, rotazione, inquadramento, aggiustamento luce) e lanciare la stampa delle foto.
Per lo sviluppo di ogni foto bisognerà attendere circa 7 secondi.

“A Nous Paris”: tutta l’attualità a 0 euro

A Nous Paris

A Nous Paris è una delle tante riviste gratuite disponibili a Parigi.
Pubblicata per la prima volta nel 1999, reperibile ogni lunedì nelle principali stazioni della metropolitana parigina, la rivista parigina si è imposta rapidamente come il primo successo della stampa gratuita in Francia.
Magazine d’attualità urbana, A Nous Paris trasforma il tempo del trasporto urbano in un momento d’informazione e di cultura: in 56 pagine informa il lettore sulle tendenze, gli svaghi, gli eventi, e l’attualità culturale nell’Ile de France.
La rivista informa, inoltre, sull’attualità legata al circuito della metropolitana gestito dalla RATP: i lavori di rinnovamento, le iniziative, le attività culturali e tanto altro.
Una sezione di questo utile magazine è dedicata agli annunci che includono anche un’interessante pagina di annunci di lavoro.
Il suo stile al passo con i tempi, l’approccio editoriale eclettico e l’attenzione particolare rivolta verso l’attualità urbana hanno fatto in modo che A Nous Paris abbia riscosso un enorme successo.

Dans le noir: nel buio del gusto

Dans le noir: un’esperienza unica per i vostri sensi

Sicuramente avrete già sentito parlare del  ristorante parigino Dans le noir dove si mangia al buio.
L’originale principio di questo posto è quello di consumare il pasto nell’oscurità totale (sono vietati i cellulari, gli orologi digitali e ogni altra possibile fonte luminosa).
I camerieri sono non-vedenti e i piatti sono veramente buoni.
Dopo esservi sbarazzati di ogni fonte di luce accederete alla sala oscura dove consumerete il vostro pasto seduti a fianco di perfetti sconosciuti.
Nel buio più totale dovrete far affidamento unicamente alle vostre papille gustative e all’odorato per vivere quest’esperienza unica.

Potrete scegliere tra un menù prestabilito o un menù a sorpresa; quest’ultima possibilità è quella che rende l’esperienza ancor più particolare poiché dovrete indovinare i cibi e gli aromi che gusterete magari chiedendo conferma a uno dei tanti sconosciuti vicini di tavola.
Accanto alla sala principale si trova uno spazio dedicato al bar dove potrete seguire corsi di enologia (una parte si svolge nell’oscurità) e sorseggiare ottimi vini.
Inoltre, vengono spesso organizzate serate a tema ed eventi specialmente concepiti per le aziende.
Al di là dell’aspetto ludico di questa esperienza unica, l’obiettivo principale è quello di far riflettere su un handicap e su una condizione che troppo spesso non viene considerata adeguatamente.

Dans le noir
51 rue Quincampoix
75004 Paris

Metro:
Rambuteau (linea 11)

Capodanno cinese 2010: buon anno della tigre a tutti!

2010: L’anno della tigre

La comunità cinese di Parigi, presente essenzialmente nel XIII arrondissement, festeggia il suo capodanno.
Il momento più atteso dei festeggiamenti è la tradizionale sfilata, ricca di colori, dragoni, musica e costumi tipici.
Il capodanno cinese, detto anche festa della primavera, è un rito molto conosciuto e amato dai parigini e celebrato con una sfilata caratterizzata dalla celebre danza del dragone, ritmata da tamburi e gongs.
Si celebra il primo giorno di primavera del calendario lunare e si situa, in base agli anni, tra il 20 gennaio e il 18 febbraio; si festeggia, dunque, il primo giorno di una nuova luna.
In quel periodo strade e piazze della ville lumière vengono invase da lanterne rosse ed elementi carichi d’una forte simbolicità.
La sfilata, principale manifestazione del capodanno cinese, attraversa il cuore della Chinatown parigina, il XIII arrondissement: avenue d’Ivry, place d’Italie e l’avenue de Choisy.
E’ una festa da non perdere che permette di conoscere meglio la vasta comunità asiatica e cinese di Parigi: canti, danze, corsi di cucina, arte, cultura, tradizioni, sfilate, fuochi d’artificio e dragoni danzanti.
Ogni anno é associato a un animale diverso tra quelli che resero visita a Buddha prima della sua scomparsa.
L’anno é associato anche a uno dei cinque elementi (l’acqua, il legno, il fuoco, il metallo e la terra).
Per i cinesi rappresenta la festa più importante del calendario.
La leggenda vuole che una notte di capodanno, l’imperatore Jade convocò tutti gli animali ma soltanto dodici si presentarono e, per ringraziarli, Buddha istaurò un anno simbolico in onore di ciascuno.
Allo stesso tempo, decretò che ogni nascituro ereditasse le caratteristiche dell’animale del proprio anno.

Frutta, mandarini e arance, simboli di ricchezza, sono presenti in tutte le tavole durante la vigilia.
Le facciate delle case e dei negozi vengono decorati e le famiglie si ritrovano per grandi pranzi/cene all’insegna dei piatti tipici cinesi, momenti trascorsi insieme agli amici praticando attività e giochi tradizionali; potremmo paragonare questa festa al Natale o al Capodanno occidentale per avere un’idea dell’importanza che essa ha per i cinesi.
La vigilia é consacrata alla preparazione della festa che ha inizio intorno alle 18h: i piatti tipici, il vino, la birra e le arance vengono disposti sulla tavola e a mezzanotte si mangiano i ravioli, poi il banchetto prosegue fino a tarda notte.
Il pomeriggio del capodanno é dedicato alla visita di amici, allo scambio di regali e dolci per i più piccoli.
Il giorno successivo, viene detto il giorno del genero ed é consacrato ai suoceri che ricevono doni, vino, riso e arance.
Il periodo di festa continua fino al quindicesimo giorno del mese lunare, quando i cinesi espongono dappertutto lanterne multicolore.

Quest’anno si celebra l’anno della tigre che prende inizio il 14 Febbraio 2010.
Secondo lo zodiaco cinese il segno della tigre è energico, avventuriero, indipendente, inventivo, generoso, impulsivo e pieno di forza. Segni compatibili con la tigre sono il cavallo e il cane.
Tra le tigri celebri Agatha Christie, Tom Cruise, Leonardo DiCaprio, Jodie Foster, Marilyn Monroe, Demi Moore, Lionel Ritchie, Stevie Wonder e tanti altri
Buon anno della tigre a tutti!